Egli ha sperimentato la metodologia della fitodepurazione nel caso specifico del suo cortile di casa a Eindhoven, puntando alla rivegetazione di un campo inquinato. Dopo un anno, la vegetazione contaminata è stata raccolta e il designer ha prodotto la prima serie di blocchi di legno contenenti residui di metalli preziosi, poi esposti in mostra.
Il tema di questo progetto è generato dall'interesse del designer verso le dinamiche esistenti tra produzione industriale e cicli naturali. "Questa osservazione ha suscitato la mia curiosità", spiega Piovan, "circa i processi costitutivi di questi elementi, che sono contemporaneamente di vitale importanza e tossici per l'umanità. La proposta consiste in una serie di dispositivi, inclusi macchinari e strumenti di vario genere, che facilitano le fasi di risanamento: Ricerca, Bonifica, Smaltimento e Produzione.
Lo studio degli effetti che alcune specifiche attività industriali, come ad esempio impianti di fusione dello zinco, hanno sul suolo, ha dimostrato che la presenza di composti di metalli pesanti non ha solo conseguenze dannose per l'ambiente, ma anche per gli esseri umani. Pertanto al progettista ha sviluppato uno strumento in grado di cambiare colore in relazione al pH dell'ambiente. Il nuovo gradiente sviluppato segue le tonalità dei licheni e del cavolo rosso. Supportato da un laboratorio mobile, il sistema offre una soluzione poco costosa di analisi del suolo pubblico, al fine di mappare l'inquinamento potenziale delle diverse aree. Bonifica
Normalmente un suolo contaminato viene rimosso, sepolto in una discarica e sostituito. Nei Paesi Bassi, ogni anno sono trattate oltre 80 tonnellate di terreno contaminato. I ricercatori dell'Università di Wageningen (NL) hanno così riconsiderato il principio della fitodepurazione, attraverso il quale si procede al ripristino del suolo mediante un piano di rivegetazione. Specie locali come senape indiana, felci e pioppi sono stati selezionati per la loro capacità di assorbimento di dei metalli e in questo caso, disseminate attraverso l'unità mobile.
Dopo circa tre mesi, si può considerare che le piante hanno ormai assorbito i metalli e vengono così essiccate in loco per evitare dispersioni sul terreno. Ogni blocco contiene circa un grammo di metallo industriale come piombo, zinco o cadmio. Grazie a questo sistema si evita il trasporto di masse enormi di terreno, con un notevole risparmio economico rispetto ai metodi tradizionali di decontaminazione del suolo.
Sulla base di recenti tecnologie a biomassa, in futuro saremo in grado di riciclare i metalli dai blocchi essiccati, che diventeranno così un investimento redditizio. L'inquinamento agricolo si trasformerebbe in un modello di business possibile, data la carenza dei metalli nella crosta terrestre. Inoltre, recenti studi scientifici hanno affermato che le piante depuratrici avranno un ruolo sempre più importante grazie a nuove possibili sinergie con batteri e specie geneticamente modificate.