The Little Book of Kabul guarda al futuro, alla transizione del 2014. C'è un grande interesse internazionale per le questioni legate ai giovani, all'arte e alla cultura, ma in pochi s'interrogano sulla sostenibilità di lungo periodo degli investimenti stranieri in questo settore. "Il nostro interesse è quello di costruire una prospettiva critica che guardi al di là dei circoli internazionali. La domanda principale che il libro si pone è legata al poi, a ciò che resterà dopo il 2014 e a quale possa essere il ruolo della produzione culturale in questa fase di cambiamento politico", spiega Francesca Recchia.
