Christian Boltanski

Il 26, 27 e 28 ottobre, "Festival Aperto" propone, al Teatro Valli di Reggio Emilia, un'opera che è al tempo stesso percorso espositivo e performance di musica, luce e scultura con l'installazione itinerante di Christian Boltanski, le scenografie di Jean Kalman e le musiche di Franck Krawczik.

Nell'arte contemporanea, le installazioni di Christian Boltanski si distinguono per un lavoro profondo lucido ed emozionante sul dolore e sulla memoria. Con lo scenografo Jean Kalman e il compositore Franck Krawczik, Boltanski ricrea per il Festival Aperto un allestimento completamente rivisitato di Tant que nous sommes vivants, un progetto già commissionato e prodotto dalla Fondazione I Teatri nel 2005 e oggi ripreso in una nuova versione.

Un'opera che è al tempo stesso un percorso espositivo e una performance di musica, luci, sculture a cui assistere camminando, guardando e ascoltando. Si tratta di un percorso visivo e immersivo che parla della condizione umana. Un teatro di invenzione, dove i 'personaggi' seguono un percorso narrativo astratto, fatto di rimandi e suggestioni visivo-sonore: un'opera lirica 'itinerante'. Macchine per la nebbia, neve che cade, oggetti vari, attrezzeria teatrale, effetti luce, petali di fiori, fieno, sparsi in più punti all'interno del teatro. Lo spettatore che entra nell'atrio dovrà trovare il proprio percorso: salire verso le sale del ridotto, oppure accedere ai corridoi, affacciarsi ai palchi, raggiungere il palcoscenico, tornare sui propri passi, liberamente. Nel suo peregrinare incontrerà una banda musicale, musicisti, attori, misteriose presenze, una cantante. La musica pervaderà tutti gli spazi integrandosi con gli elementi visivi e spaziali, e trasformando il Teatro Valli in qualcosa di unico.

Le musiche sono in parte originali e composte da Franck Krawczyk, che suonerà la fisarmonica ininterrottamente per oltre tre ore, sull'adagio della Terza Sinfonia di Mahler in cui risuona il testo di «O Mensch!» di Nietzsche. Ma vi sarà anche una fanfara, quella di Dosolo, i fiati dell' Ensemble Icarus e un soprano.

Boltanski inizia da giovanissimo la sua carriera artistica, inizialmente avvicinandosi alla pittura, ma sviluppando, a partire dagli anni Sessanta, un complesso corpo di lavoro incentrato sul tema della memoria (personale e collettiva), legato alla sacralità e al ricordo, che negli ultimi anni fa sempre di più riferimento alle drammatiche vicende della storia europea durante l'ultima guerra mondiale. Egli orienta così la sua ricerca verso nuove modalità espressive che possano condurlo sulla strada di un più profondo legame con il mondo reale, utilizzando strumenti meno tradizionali come i media e gli oggetti trovati, all'insegna di un marcato concettualismo. La sua arte si costituisce di opere e istallazioni che acquisiscono il loro significato all'interno dello spazio in cui sono inserite, egli allestisce personalmente gli spazi riservati ai suoi lavori che trasformano il luogo espositivo in un fluido percorso personale, dove l'architettura diventa parte integrante dell'opera, creando di fatto delle opere site specific.

26, 27, 28 ottobre 2012, ore 20.00-23.00
Christian Boltanski: Tant que nous sommes Vivants
Teatro Valli
Piazza Martiri del 7 luglio, Reggio Emilia

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