Melvin Charney

Dopo una lunga carriera dedicata all'architettura, all'arte e all'urbanistica, ci ha lasciati all'età di 77 anni Melvin Charney, l'architetto dell'imponente giardino del CCA di Montreal e del monumento dei diritti umani di Ottawa.

Nato a Montreal nel 1953, Melvin Charney è stato un personaggio eclettico e attivissimo, nominato Cavaliere del Québec nel 2003 e Comandante dell'Ordre des Arts et des Lettres dal governo francese nel 2006 per i suoi importanti contributi. Lungo tutta la sua carriera, ha combinato arte e architettura, ed è stato un autorevole intellettuale, che ha offerto prospettive sia critiche sia celebrative su temi di architettura e urbanistica.

Le sue opere sono state esposte in numerosissimi musei americani ed europei. In particolare, al Canadian Museum of Contemporary Photography, nel 2003, e al Musée national del Beaux-arts du Québec nel 2008, che hanno dedicato personali sul suo lavoro. I disegni, le fotografie, le sculture, le installazioni e i progetti pubblici esposti ritraevano quasi sempre la città e le relazioni interpersonali con essa.

Charney si è laureato in architettura alla McGill Universtity di Montréal nel 1958 e ha lavorato sia a Parigi che a New York dopo aver ottenuto un master alla Yale University. È tornato a Montréal nel 1964, dove ha aperto uno studio e ha iniziato la sua carriera di docente nel dipartimento di architettura dell'Université de Montréal. In particolare ha istituito e diretto la facoltà di urbanistica dal '68 al '72 e il corso di architettura urbana dal '78 al '92. In seguito ha dato il via a tantissimi altri corsi di urban design e architettura, ed è stato ospite e critico onorario nelle università di tutto il mondo.
In apertura: <i>A Chicago Construction</i>, 1982. Sopra: <i>Les maisons de la rue Sherbrooke</i>, 1976, Melvin Charney (1935-2012). Archivi Domus
In apertura: A Chicago Construction, 1982. Sopra: Les maisons de la rue Sherbrooke, 1976, Melvin Charney (1935-2012). Archivi Domus
Tra i suoi lavori pubblici più importanti ricordiamo l'imponente giardino del Canadian Center for Architecture a Montreal e il Canadian Tribute to Human Rights Monument. La commissione del primo è stata vinta nel 1987 e la realizzazione è durata circa due anni. Inaugurato nel settembre del 1990 questo giardino presentava una serie di sculture che omaggiavano la storia dell'architettura. Il secondo occupa quasi mezzo isolato e raggiunge un'altezza di tre piani. Diversamente dalla maggior parte delle opere pubbliche, lo Human Rights Momument è stato costruito in situ utilizzando cemento armato e granito, con il coinvolgimento di tantissime persone: si tratta di uno spazio in cui ci si addentra in un agglomerato di simboli, abbandonando il caos delle strade di Ottawa.

L'attenzione internazionale è arrivata con la sua proposta per il padiglione canadese all'Expo di Osaka nel 1970 (proposta che non è stata accettata ma che ha fatto molto scalpore). Dopodiché ha rappresentato per due volte il Canada alla Biennale di Venezia —una volta nel 1986 per la biennale d'arte, e un'altra nel 2000 per quella di architettura. Il fondatore e direttore della CCA, nonché suo grande amico e collaboratore, ne parla così: "Charney ha occupato un ruolo di spicco nell'arte e nell'architettura contemporanea, in una fusione vibrante di discipline che hanno incapsulato l'essenza del contesto urbano. Il suo lavoro ha abbracciato un vastissimo territorio, sia fisico che filosofico, e il suo contributo è stato apprezzato ovunque, soprattutto in Francia".
<i>Room 202</i>, 1979, Melvin Charney (1935-2012). Archivi Domus
Room 202, 1979, Melvin Charney (1935-2012). Archivi Domus
Domus gli ha dedicato spazio descrivendo il suo giardino per il CCA nel gennaio 1990. Di seguito un estratto dell'articolo.

"Gli edifici del nuovo centro (arch. Peter Rose con Weol Argun) occupano in piena città una grande area libera lungo il boulevard del parco Rochester. La presenza di questo parco offriva l'occasione straordinaria di creare un giardino urbano a Montreal. […] Il Museo di Architettura aveva bisogno di un "parco-scultura" che fosse una sua propaggine organica, che fosse costantemente accessibile al pubblico, un luogo in cui riemergessero le più profonde stratificazioni della città, le divisioni catastali, un precedente disegno urbanistico, un antico frutteto. Dal CCA e dal Ministero della Cultura del Quebec è stato bandito un concorso, il cui vincitore — l'artista, storico e architetto Melvin Charney, uomo dotato di lauree quanto di genio, già protagonista del Padiglione Canadese alla Biennale di Venezia del 1986 — ha saputo cogliere appieno l'eccezionalità e lo spirito della situazione. Il suo progetto, ufficialmente approvato nel settembre 1987, prevede una notevole ed unica compagine di scultura urbana la cui sistemazione risponde perfettamente sia alle esigenze che alle possibilità del luogo."
Charney ha occupato un luogo di spicco nell'arte e nell'architettura contemporanea, in una fusione vibrante di discipline che hanno incapsulato l'essenza del contesto urbano
Melvin Charney (1935-2012). Archivi Domus. Photo Alice Berton
Melvin Charney (1935-2012). Archivi Domus. Photo Alice Berton
"Il progetto di Parco-scultura di Melvin Charney si inquadra nella grande tradizione dei giardini "d'architettura", da Tivoli a Versailles, pur reinventando la dimensione fisica dello stile e sottolineandone gli aspetti storici. L'elemento portante nord-sud di questo Parco-scultura/giardino di museo è un peristilio che evoca i più celebri portici e frontoni dei giardini inglesi, dei parchi alla francese e delle ville italiane. […] Alberti raccomandava agli architetti di popolare i giardini ma con un intento ben preciso, ossia quello di evocare la forma delle strutture urbane sottostanti la spianata e di interpretarle come frammenti di archetipi. In questa chiave, ogni colonna rappresenta l'allegoria schematizzata di una componente dello skyline della città: ciminiere di fabbriche; tracce di una "Casa-domino" e di case d'affitto tipo; icone alla De Stijl e del modernismo; sagome di silos per grano come monumento dell'architettura razionale; campanili di chiese con il loro significato istituzionale; la torre Stelco, rovina di una rovina; e infine un racconto moderno su un frontone classico […]."
<i>A Chicago Construction</i> e <i>Chicago Construction No.6</i>, Melvin Charney (1935-2012). Archivi Domus. Photo Alice Berton
A Chicago Construction e Chicago Construction No.6, Melvin Charney (1935-2012). Archivi Domus. Photo Alice Berton
<i>Giardino-scultura del CCA a Montreal</i>, Melvin Charney (1935-2012). Domus 712, gennaio 1990. Photo Alice Berton
Giardino-scultura del CCA a Montreal, Melvin Charney (1935-2012). Domus 712, gennaio 1990. Photo Alice Berton

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