La nuova vita di un negozio milanese disegnato da Tadao Ando

Intervenendo sul negozio realizzato dal maestro giapponese nei primi anni Dieci a Milano, Tito Canella ha adattato in modo sottile e rispettoso un contenitore di grande valore architettonico.

Questo articolo è stato pubblicato in origine su Domus 1088, marzo 2024.

Lo showroom e negozio di via Santo Spirito è uno dei numerosi spazi di vendita progettati nei primi anni Dieci da Tadao Ando per Duvetica. Dalla fine del 2023, lo si può visitare in una veste rinnovata, dopo il restyling realizzato da Tito Canella in collaborazione con Guardini Ciuffreda Studio. Il committente è il nuovo inquilino, il neonato marchio di moda maschile Oratio, e la trasformazione è consistita nel sottile adattamento alla sua brand identity di un contenitore di grande valore architettonico.

Come racconta Canella, “la sfida era conciliare il rispetto dell’opera del maestro giapponese con la definizione di un’atmosfera più calda e accogliente, lontana dal ‘gelo’ di dettagli e finiture che alludevano ai piumini invernali Duvetica”. È un’affermazione che testimonia l’approccio sensibile di Canella, ma anche la notevole versatilità del minimalismo di Ando, stile riconoscibile e quasi universalmente apprezzato da committenti, critici e dal grande pubblico.

La sfida era conciliare il rispetto dell’opera del maestro giapponese con la definizione di un’atmosfera più calda e accogliente.
Foto Studio Gabriele Basilico

L’organizzazione degli spazi, suddivisi su tre livelli, è rimasta sostanzialmente invariata. Il primo piano è adibito a uffici, mentre gli ambienti aperti al pubblico si distribuiscono al piano terra, che ospita lo showroom vero e proprio, e nell’interrato, superficie polivalente che può accogliere riunioni e piccole mostre. La soletta che li divide arretra dal filo della strada: così, fa apparire la quota zero come un podio rialzato, mentre svela ai passanti l’esistenza del suo doppio sotterraneo. All’ingresso, i visitatori incontrano un bivio tridimensionale, da cui possono risalire una rampa di minima pendenza o scendere una più ripida scala.

Nel negozio spiccano alcuni dispositivi studiati da Ando, anch’essi conservati: una lunga appenderia, incassata e sospesa all’interno di una cornice di calcestruzzo, e due stanze vetrate, una su strada e una all’interno, apparentemente ermetiche ma allestibili dal piano inferiore, dove può essere calato il loro pavimento-piattaforma. Canella lascia invariate anche le superfici più tipiche del linguaggio di Ando: il pavimento in resina e, soprattutto, i pannelli in calcestruzzo delle pareti. Interviene, invece, sugli espositori integrati e self standing, tutti in legno di noce e dal disegno semplice, “per non entrare in competizione con l’esistente”. 

“Il lavoro con due specialisti come Tiziano Guardini, architetto-stilista, e il suo socio Luigi Ciuffreda”, prosegue Canella, “è stato fondamentale per il disegno di questi e di altri elementi ad hoc, così specifici alla funzione precisa di questo spazio”. Sono nuovi anche i due ampi camerini al piano interrato, stanze esclusive pensate per la realizzazione degli abiti su misura. Attraversando le loro porte d’acciaio cromato si accede a un universo altro, ammorbidito dal suolo in moquette, riscaldato dalle tonalità sature delle pareti ed equipaggiato di un minibar. La loro facciata vetrata è trasparente, ma opacizzabile all’occorrenza, per garantire la massima privacy dei loro ospiti.

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