Nendo. Un’idea è come un bicchiere di latte, è buono se è fresco

Ha sempre talmente tante idee, che preferisce scartarle e ricominciare daccapo piuttosto che fermarsi alla prima. Il vulcanico Nendo racconta la sua mostra al Superstudio.

Nendo: Forms of Movement

Dieci collezioni, tutte sviluppate nell’ultimo anno, o presentate al Salone per la prima volta, in una grande mostra personale all’ingresso del Superstudio. Quest’anno, Nendo ha fatto le cose in grande, selezionando i suoi progetti più di ricerca, sviluppati con e per una decina di aziende giapponesi, che gli hanno fornito tecniche speciali o nuovi materiali. In 10 stanze presenta non solo il prodotto finito, ma anche il processo, i test, i prototipi e le varianti che sono serviti per realizzarlo. Spiega che la chiave di lettura dell’intero percorso è il movimento. “Quando disegno degli oggetti, progetto soprattutto il movimento che li circonda”, prosegue Oki Sato, 40 anni compiuti lo scorso dicembre, e oggi a capo di uno studio a Tokyo di una quarantina di persone (10 manager e 30 progettisti). “Il movimento è quello che collega le persone agli oggetti. Quando progetto una sedia, non disegno solo la sedia, ma cerco di capire come le persone vorranno sedercisi sopra”. È un concetto lampante in particolare in uno dei progetti esposti, una clessidra di vetro. “Guardando la sabbia che scende, visualizzo il tempo che passa. Mi sono chiesto: posso disegnare il movimento della sabbia? Ne è nato un progetto sul controllo del tempo. Sui diversi modi di percepirlo”.

Il progetto forse più inaspettato però è quello di un oggetto comune e che, almeno in apparenza, non sembrerebbe avere alcun bisogno di essere riprogettato: la cerniera lampo. “YKK mi aveva chiesto di disegnare una nuova zip”, racconta Nendo. “Si aspettavano nuovi colori o finiture, una nuova forma… Non ho progettato niente di tutto ciò. Ho provato, invece, a ripensare la struttura stessa della cerniera, immutata da un secolo a questa parte”. E Nendo non si è limitato a un progetto solo. Dopo un anno di ricerche, per esempio sulla colonna vertebrale degli animali, il risultato è Zippppper, cinque p, una per ogni modello. C’è una zip a forma di croce, un’altra molto flessibile, un’altra ancora ha un movimento circolare e si può aprire partendo da dove si vuole, una zip a tre elementi e c’è, infine, anche una zip che si può aprire con una sola mano.

Avere una sola idea, infatti, per Nendo non è un’opzione praticabile: “Mi vengono sempre un sacco d’idee, ma molte le scarto. Un’idea è come un bicchiere di latte: è buono quando è fresco. O come il sushi o il sashimi, se lo tieni in mano troppo a lungo, diventa cattivo. In più, quando abbandoni un’idea, è un po’ come se la guardassi da lontano, da un’altra prospettiva. È molto importante, man mano che se ne trovano di nuove, scartare le vecchie e ricominciare daccapo”.

Oki Sato, Nendo. Photo Federico Floriani
Oki Sato, Nendo. Photo Federico Floriani

Ogni ambiente è un concentrato d’invenzioni, prototipi, accorgimenti tecnici e formali. C’è la torcia fatta da un foglio di carta, sviluppata con i circuiti stampati di AgIC e una speciale carta sintetica di Takeo. Il circuito, stampato direttamente sulla carta, funziona grazie a un inchiostro conduttivo fatto di particelle d'argento. Più stretto è arrotolato il foglio, più la luce diventa intensa. Ci sono poi le scatole per gioielli ispirate da un materiale sintetico (il Fluoropolymer di Blanc Bijou), usato di solito nel settore medicale o per i giunti robotici. “Partendo da una sfera, ho disegnato sette diversi tipi di contenitori”, spiega Oki Sato “Ho pensato un progetto dove il movimento è fluido perché questo materiale ha una frizione molto bassa”. E, ancora, fogli di policarbonato dello spessore di 1,5 mm, trasformati in sedute (per Kuka) lavorando sul raggio di curvatura e un processo di laminatura.

La torcia con i circuiti stampati su un foglio di carta per AgIC
La torcia con i circuiti stampati su un foglio di carta per AgIC

Tra le aziende con cui Nendo ha lavorato c’è anche Daikin, produttore di un materiale tecnico molto particolare, il Dai-El (termine tecnico: fluoro elastomero) e che, grazie alla straordinaria morbidezza, è usato per i cinturini degli smartwatch. “È simile al silicone, ma è molto più robusto ed è resistente allo sporco”, spiega il designer, “parte dalla stessa materia grezza usata all’interno dei condizionatori, perciò è in qualche modo un progetto che ha che fare con l’aria”. Il risultato è una serie di coperchi per la cucina che si aprono con diversi movimenti della mano: schiacciando, spingendo o tirando.

Uno dei coperchi per contenitori in Dai-El sviluppati per Daikin
Uno dei coperchi per contenitori in Dai-El sviluppati per Daikin

Non solo tecnologia. C’è spazio anche per un’azienda lavora la ceramica artigianalmente (X’S) per cui Nendo ha inventato un nuovo processo produttivo: non più a partire da uno stampo, ma da una serie di sfere pressate fino a creare delle piastrelle esagonali. Usando, invece, la fresatura di precisione, si crea un pattern sovrapposto per un vaso (per Wakazono) che cambia disegno a seconda dell’incidenza della luce. “Ancora una volta, sono oggetti che invitano a muoversi”, prosegue Nendo.

Le minifigure disegnate da Nendo per Kaiyodo
Le minifigure disegnate da Nendo per Kaiyodo

Il percorso si chiude con un’ultima stanza, l’undicesima, dove sono esposte otto minifigure – una versione tridimensionale dei suoi inconfondibili disegni-fumetto – realizzate dall’azienda Kaiyodo. Su ciascuna, una sorta di mantra sintetizza il Nendo-pensiero: “Sposta leggermente il tuo punto di vista”, “L’ombra a volte è più chiara della luce”, “Le idee vengono quando fai una pausa”. Ma davvero a Nendo capita mai di prendersi mai una pausa? “Sì certo. Anzi, cerco di rilassarmi quanto più possibile, perché se sei stressato è difficile che ti vengano delle idee”. È una capsule collection che farà felici i (tanti) fan del designer giapponese e che ci fa tornare bambini. Le minifigure sono infatti dispensate da cinque distributori automatici. Basta inserire una moneta (una Nendo-coin, naturalmente), girare due volte la manopola per ottenere una pallina che contiene una minifigura, da montare. “In Giappone, questi distributori si chiamano Gatcha-Gatcha, per il rumore della manopola che gira”, spiega, “In questo caso, l’idea è raccontare come nascono le nostre idee”.

Titolo mostra:
Nendo: Forms of Movement
Date di apertura:
17–22 aprile 2018, h. 10–21
Sede:
Superstudio Più
Indirizzo:
via Tortona 27, Milano

Altri articoli di Domus Salone

Altri articoli di Domus

Leggi tutto
China Germany India Mexico, Central America and Caribbean Sri Lanka Korea icon-camera close icon-comments icon-down-sm icon-download icon-facebook icon-heart icon-heart icon-next-sm icon-next icon-pinterest icon-play icon-plus icon-prev-sm icon-prev Search icon-twitter icon-views icon-instagram