Milano Design Week

Salone del Mobile e Fuorisalone 2024


Richard Hutten e Michele De Lucchi, due eleganti ribelli per Danese

Passo dopo passo, Ron Gilad continua a costruire il futuro di Danese sopra al suo passato, con due nuove collezioni che guardano al mercato contract.

Michele De Lucchi per Danese

Nella bella villa Liberty, quartier generale dell’azienda, durante la settimana del Salone, Danese ha presentato le collezioni 2018. A fare gli onori di casa, il direttore artistico, il designer israeliano Ron Gilad, e la presidente Carlotta de Bevilacqua, che dal 1999 guida lo storico marchio fondato da Bruno Danese e Jacqueline Vodoz nel 1957.

Il percorso di Gilad prosegue nella direzione da lui avviata un anno fa. Continua cioè a “costruire il futuro sopra al passato”, a progettare nel rispetto della storia di uno degli archivi che meglio incarna la storia del design italiano, con i progetti più liberi, ironici e riusciti di Enzo Mari e Bruno Munari, Achille Castiglioni e Angelo Mangiarotti per citarne alcuni. Gilad procede per piccoli passi, aggiungendo in modo coerente, una serie di varianti agli oggetti per la casa e l’ufficio da lui disegnati lo scorso anno e inserendo due nuovi nomi nel catalogo di Danese: Richard Hutten e Michele De Lucchi. “Sono andato abbastanza sul sicuro”, commenta ironico. “È difficile fare grandi errori con due progettisti come loro”. Come annunciato lo scorso Salone, Gilad comincia quindi a “piantare i primi semi nel giardino di Danese”. 

“Ero uno studente, quando Droog Design è stato fondato”, prosegue, “Rimasi molto colpito da questo gruppo di giovani designer olandesi ribelli. Richard era uno di loro. Droog, almeno in piccola parte, è stato quello che era Danese”. Non molto diverse le motivazioni che l’hanno spinto a pensare a Michele De Lucchi. “Ci sono dei paralleli anche tra Produzione Privata (il laboratorio sperimentale di De Lucchi, ndr) e Danese. De Lucchi ha ricoperto tanti ruoli: architetto, artista, ribelle con Memphis… Anche se la facciata è molto seriosa, quando gli parli scopri molti ‘punti deboli’, è sensibile, ironico”. Tra le novità del 2018, infine, anche la lampada Ina (2007) disegnata da Carlotta de Bevilacqua.

I nuovi progetti sono la risposta alla richiesta dell’azienda di provare a rafforzare la sua presenza sul mercato contract: Trespolone, Trespolino e Trespoletto di Michele De Lucchi – appendiabiti, tavoli regolabili e portaombrelli – sono ispirati al cavalletto di un pittore (facili da trasportare e allestire, regolabili in altezza, pieni di piccoli funzioni e adatti in diverse situazioni spaziali); Familia di Richard Hutten, invece, è un sistema di appendiabiti, transenne, tavoli e portaombrelli che nasce da un palo autoportante disponibile in tre altezze e personalizzabile grazie a una serie di accessori agganciabili. 

È però anche – e soprattutto – nei nuovi oggetti di Ron Gilad che “la carica poetica, il gioco linguistico, la raffinatezza dei materiali”, marchio di fabbrica di Danese, si realizzano appieno. È bastato muovere una linea o aggiungere una forma nel portafrutta in metallo verniciato o nelle cornici in ferro dipinto per arricchire le collezioni dello scorso anno, portando avanti così lo spirito e la vera anima di Danese. 

Esterno di Villa Danese durante il Salone del Mobile
Esterno di Villa Danese durante il Salone del Mobile
Titolo mostra:
Danese Milano 2018
Date di apertura:
17–22 aprile 2018
Sede:
Villa Danese
Indirizzo:
via Canova 34, Milano

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