Cose che non puoi imparare in una classe

Le scuole non possono insegnarci tutto. Cinque studi, dall'approccio molto differente, ci hanno rivelato un frammento di quello che è la loro educazione.

Fala Atelier (Porto)
Di solito copiare viene considerato un atto riprovevole. Ma c’è un modo di copiare intelligente e ce n’è uno stupido. I riferimenti possono essere un aiuto oppure un pericolo. Dietro tutte le citazioni e i frammenti che si prendono a prestito si rischia di perdersi. Ma copiare può anche essere un modo di imparare. “Solo attraverso un duro lavoro di copia, di riproduzione sistematica, come nella didattica tradizionale, è possibile assimilare e comprendere pienamente quel che ci ha preceduto, capirlo in tutta la sua complessità, nei suoi errori e nei suoi successi, e quindi essere poi capaci di superarlo.” Si cerca di definire la propria identità, il proprio discorso personale interrogando chi è venuto prima di noi. Affrontare la storia dell’architettura, la tradizione, è un punto cruciale. Scegliere accuratamente i nostri eroi, costruire il nostro universo di riferimenti, di copie e di citazioni. È una ricerca continua, senza fine. Così si pongono le fondamenta del proprio lavoro moltiplicando le stratificazioni di riferimenti, manipolando frammenti di altri edifici e di altri spazi. Il che ci aiuta a trovare qualcosa che sia completamente nostro. L’architettura diventa un gesto di curatela.

Andrew Kovacs (Los Angeles)
1. Come ottenere un incarico
2. Come convincere il committente
3. Come gestire il denaro
4. Come gestire uno studio
5. Come gestire un permesso di costruire
6. Come lavorare con le imprese edili
7. Come lavorare con il Comune
8. Come comportarsi con i committenti che non ti pagano
9. Come far soldi
10. Come farsi pubblicare
11. Come pensare con la propria testa
12. Come essere avventurosi
13. Come assumersi dei rischi
14. Come risparmiare
15. Come andare in cerca di nuove possibilità
16. Come fare i difficili quando occorre
17. Come sfruttare le occasioni
18. Come adeguarsi a situazioni imprevedibili
19. Come raggiungere la bellezza
20. Come scoprire l’ignoto

Marginal Studio (Palermo)
Le università sono centri di potere e in quanto tali sono anche lo specchio degli squilibri e delle disuguaglianze geopolitiche. Accessibilità a parte, è importante osservare che generalmente le università del Nord sono meglio attrezzate e meglio finanziate, situazione che facilita la riproduzione di un monopolio mondiale del sapere e rende l’importanza della conoscenza creata in quelle università limitata a contesti occidentali. Questa situazione, indiscussa per la maggior parte del XX secolo, viene oggi svelata grazie ai temi della decolonizzazione e delle pratiche del “disimparare”. Molti ex studenti occidentali, cambiando contesto, si sono scontrati con i limiti della formazione istituzionale e si sono resi conto del potenziale d’innovazione che sta nella reinvenzione degli strumenti e della prassi professionale. Invitiamo i creativi e i nomadi digitali a mettere alla prova la loro capacità professionale impegnandosi con umiltà in progetti di paesi in via di sviluppo e territori sottosviluppati, per realizzare opere che adottino prospettive, cosmologie ed estetiche non occidentali.

Odd Matter (Rotterdam)
Talvolta penso che abbiamo imparato, e che stiamo ancora imparando, per conto nostro, a sbagliare bene. Errori controllati. Probabilmente è una cosa difficile da insegnare, dato che sbagliare da studente o sbagliare come studio di progettazione di recente apertura sono cose molto differenti. Mentre si studia non è strano sentir dire che si devono fare degli errori, che fa parte del processo e che spesso negli errori si scoprono le occasioni positive. Ma l’università è un posto ‘sicuro’, gli errori non comportano necessariamente conseguenze gravi. Per uno studio di progettazione alle prime armi le conseguenze di un errore possono essere spaventose. Gli errori all’improvviso implicano contratti, fama, persone, finanze, assicurazioni e via dicendo. Il timore di far male può influire sul modo di lavorare, diventare un punto di riferimento. Non solo è poco piacevole, ma soprattutto ti intorpidisce, ti rallenta e alla fine si fanno degli errori. Insomma: imparare a cavarsi dai guai nel mondo ‘reale’.

Maio (Barcelona)
Ecco una citazione visiva da usare al posto del testo. È un diagramma di Georges Perec dal libro L'arte e la maniera di affrontare il proprio capo per chiedergli un aumento.

Georges Perec

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