Soft Baroque a Milano: una mostra sulla vita, l’energia e la tecnologia

Per la sua prima mostra personale a Milano, intotolata “Sun City”, lo studio di design londinese usa il sole come espediente narrativo per una serie di sperimentazioni materiche e formali.

Sfumare il confine tra arte e design, tra immagine e materia, tra fisico e virtuale, giocando con le idee di oggettività, percezione, superficie e illusione: sono i temi affrontati da Saša Štucin e Nicholas Gardner, fondatori dello studio Soft Baroque, designer specializzati rispettivamente in comunicazione visiva e progettazione di arredi.

Dato il loro approccio, che la loro prima mostra personale a Milano sia stata inagurata in occasione di Milano Design City (un'alternativa al Salone che per la prima nella storia è quasi completamente in digitale) è per lo meno curioso.

Il progetto espositivo “Sun City”, curato da Pin Up, è ospitato nello showroom di Marsèll, marchio di calzature Made in Italy che propone nei suoi spazi milanesi una piattaforma per mostre e ricerca di giovani artisti. “Sun City” è una mostra che parla di vita, energia e tecnologia. Il sole è usato come stratagemma narrativo per le sperimentazioni materiali e formali dello studio.

Soft Baroque, “Sun City”. Veduta della mostra a Marsèll, Milano, 2021

L’esposizione, divisa su tre livelli, racconta altrettanti temi legati al sole: vita, distruzione e adorazione. Al piano terra troviamo un’installazione legata al danneggiamento dei materiali, formata dalla sovrapposizione di alcune panche, le TAN Bench, che a partire da una forma elementare sviluppano diverse variazioni. A caratterizzare gli oggetti sono anche delle bolle, che sembrano delle imperfezioni del rivestimento in cuoio di un brillante colore giallo.

Al piano interrato, con alcune opere della sezione Vita, Soft Baroque interpreta una tipologia di arredo sempre più diffusa, ma ancora non formalizzata o riconosciuta dal design ufficiale: i grow box, ovvero i cabinet per la coltivazione di marijuana in casa. Gli arredi di legno, che al loro interno contengono piante e luci artificiali, sono tagliati manualmente, rivelando il loro contenuto.

Al piano superiore, in cui si indaga il tema dell’adorazione, troviamo degli arredi in stile Shaker, realizzati in un materiale che sembra di legno ma è realizzata in Tufnol®, una plastica laminata che se levigata sembra creare le venature tipiche del materiale naturale. 

Soft Baroque, “Sun City”. Veduta della mostra a Marsèll, Milano, 2021

I tre pezzi descritti – che sono solo alcune delle numerose sperimentazioni funzionali presentate allo showroom di Marsèll – raccontano bene l’approccio speculativo dello studio.

Tornando al tema del rapporto tra fisico e digitale, possiamo notare come Soft Baroque sembri prendere in prestito dalla cultura digitale alcuni metodi e processi mentali, come la post-produzione, la rielaborazione di elementi banali o l’ambiguità tra realtà e finzione. I loro lavori però non sono opere da consumare con la rapidità del content digitali.

L’ironia delle opere forse nasconde il grande lavoro e la raffinatezza tecnica che troviamo dietro ogni singolo pezzo. Le opere di Soft Baroque non sono dei meme in forma di arredo, ma lavori pensati per durare ed essere utilizzati nel quotidiano.

Mostra:
Sun City
Designer:
Soft Baroque
A cura di:
Pin-Up
Date di apertura:
fino al 28 maggio 2021
Luogo:
Marsèll
Indirizzo:
via Paullo 12/A, Milano

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