E se la casa parlante di Google fosse un'eccellenza italiana?

Assistente Google e quattro tra i più importanti brand del design italiano sono i protagonisti di una installazione che apre nuovi scenari sulla smart home del futuro. E del presente, ma sempre Made in Italy.

“Ok Socrate, che tempo farà oggi?”, oppure: “Ok Socrate, accendi le luci”, o ancora “Fai una ricerca su Google”. Amigle è una scultura realizzata che rappresenta l’effigie austera del pensatore greco come scaturita da un manuela di liceo e in una straniante colorazione verde foresta, montata su un piedistallo nero. La testa è tagliata in diagonale per ospitare al suo interno uno speaker Google Home, il cervello artificiale che le conferisce il dono della parola. È un progetto di quattro ragazzi, Tzu-Yu Lin, XinYi Cai e XueDong Wang, con modello 3D di Nikita Chikin, studenti di Domus Academy, ed è stata realizzata dall'italianissima Driade per Talking Crafts, la mostra che nasce dalla collaborazione tra Google e la scuola milanese, dove si ricompone un ipotetico tratto d’unione tra smart home e tradizione italiana del design. E le sue aziende: oltre a Driade, sono coinvolte Kartell, Bitossi e FontanaArte. Socrate, il filosofo del dialogo e dell’arte maieutica, è l’asso calato su questa installazione. Negli spazi di piazza Gae Aulenti 12, negli ambienti ricreati con pezzi celebri e prototipi che integrano l’hardware di Google, si incontrano anche Puff Puff, un divano che riprende, ingigantendole, le forme dello speaker Home Mini. Collocato nell’ambiente miniaturizzato di una stanza per bambini sembra uscito da una vertigine narrativa di Lewis Carroll; è realizzato sempre da Driade, come Osmo, un tavolino in cui onde concentriche si espandono sul legno intorno alla metaforica goccia d’acqua rappresentata da un dispositivo di Big G. “Oggi la cosa più difficile non è avere idee, ma realizzarle: questa è una occasione per i giovani talenti di farlo”, è il commento di Giuseppe Di Nuccio, amministratore delegato di ICG, gruppo che comprende tra gli altri Driade e anche FontanaArte, l’azienda fondata da Gio Ponti, qui presente nell’installazione con la luce Vesta, un altro omaggio al mondo classico con il suo riferimento alle vestali.

Amigle (Bitossi)

Sempre di FontanaArte è il prototipo di specchiera Ciao Ciao, che realizza uno dei sogni più tecnologici della storia delle fiabe: quello di parlare con uno specchio, grazie all’integrazione di Nest Hub su una mensola magnetica che può essere ricollocata in varie posizioni. L'oggetto perfetto per un'epoca di selfie, se si vuole restare nell'immediato presente. In realtà la trasformazione che si agita sullo sfondo della mostra è epocale. Si tratta di lasciarsi indietro un mondo inerte ed entrare in uno nuovo, popolato da oggetti parlanti (con noi, ma anche tra di loro, per ora solo silenziosamente). “Il comunicare con un oggetto è qualcosa che non siamo preparati a fare, ma che ci aiuta”, ragiona Di Nuccio. “Le nuove generazioni la vedranno forse in maniera differente, ma l’importante è non cadere nella diffidenza”. Nell’installazione sono presenti anche Bubbella, un paralume a bolla realizzato da Kartell, il totem Checkmate e il monolite da tavolo Around, oltre alla scultura a nuvole parlante Cloud (Bitossi). Tutti sono integrati con uno speaker dell'ecosistema Google.

Ciao Ciao

Talking Crafts è il risultato di un esercizio molto concreto di visionarietà che si è concentrato in una maratona creativa di 48 ore per 60 ragazzi provenienti, racconta Fabio Siddu, direttore di Domus Academy. Gli studenti, che vengono da contesti completamente diversi tra di loro e da più di 20 differenti paesi, si sono divisi in gruppi e hanno prodotto tra gli altri i progetti che sono stati poi trasformati in prototipo per l’installazione. “Ci siamo chiesti come la tecnologia che entra nella nostre case si possa integrare con gli oggetti quotidiani e come poteva il Made in Italy esprire a questa integrazione”, dice Vincenzo Riili, Marketing Director di Google Italia, citando come esempio di esercizio perfetto sempre il Socrate di Driade, simbolo parlante di quella “intelligenza discorsiva” tanto cara dalle parti di Mountain View. La collaborazione con Domus Academy e con “quattro eccellenze tutte italiane” ha dato frutto a questa installazione che vuole essere un’idea di un possibile futuro, la visione di un mondo “powered by Google”. Dentro a cui, almeno in parte, già viviamo.

Mostra:
Talking Crafts
Apertura:
Dal 27 al 29 settembre 2019
Dove:
Piazza Gae Aulenti 12, Milano
Orari:
10-19
Accesso:
Libero

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