Se la produzione industriale non può più permettersi di sprecare risorse ed energia, il riuso e l’assemblage rappresentano una soluzione non solo ovvia, ma anche tra le più valide e concrete. Dei milioni di tonnellate di scarti prodotti dagli stabilimenti, una buona parte del materiale conserva tutte le caratteristiche necessarie per il suo utilizzo. È uno scarto “sistemico” che è prodotto da macchinari in maniera seriale e standardizzata: contiene già in sé il dna del design.
A vederci una risorsa e non un rifiuto è anche l’azienda francese Maximum, che progetta mobili di qualità e li realizza con quei semilavorati. “Per gli arredi attingiamo ai cassonetti dei nostri fornitori, limitando così l’estrazione di nuove materie dalla Terra”, raccontano a Domus, “inoltre, risparmiamo l’energia – già usata dai produttori –, limitandoci a consumare quella necessaria per trasformarli nuovamente in tavoli, sedie, scaffali e altro ancora.”
Con un processo che ibrida lavorazioni artigianali e industriali, nello stabilimento di Ivry-sur-Seine prendono forma i pezzi di una collezione di mobili, tutti fortemente caratterizzati dai tratti estetici dei semilavorati, spesso coloratissimi e dal costo accessibile.
Per la struttura di Bultan abbiamo recuperato le transenne stradali di metallo usate dalla Questura di Parigi. (...) Bastano poche curvature per trasformare una barrière Vauban nello scheletro del divano.
Della collezione fa parte anche Bultan, un divano in metallo ottenuto dalla curvatura di transenne stradali danneggiate, ma ancora preziose per la robustezza del loro materiale. “Per la sua struttura abbiamo recuperato le transenne stradali di metallo usate dalla Questura di Parigi. Pur essendo progettate per essere molto robuste, nel corso di manifestazioni o azioni di protesta vengono spesso deformate dalla folla. I danni costringono a gettare via l’intero oggetto, anche quando la struttura principale è intatta. Bastano invece poche curvature per trasformare una barrière Vauban nello scheletro del divano.”
Le assi di legno sono recuperate dagli scarti della Bultex, azienda francese che produce doghe di legno d’abete per letti e ne elimina molte per ragioni estetiche, a causa della presenza di nodi naturali. L’imbottitura, invece, è stata disegnata per sfruttare gli avanzi dei ritagli di schiuma espansa di alta qualità generati dalla Maison de la Mousse et du Caoutchouc, non più utilizzabili nella loro produzione per le dimensioni troppo ridotte. Il rivestimento in tessuto proviene da Trèves, azienda specializzata in finiture per l’automotive: i loro modelli e prototipi, destinati a finire tra i rifiuti, garantiscono un’altissima qualità ingegneristica e tecnica.
