Supercortemaggiore, il distributore del boom economico italiano

All’inizio degli anni Sessanta, Nizzoli e Olivieri disegnano il celebre distributore per l’Eni di Enrico Mattei: è il simbolo di una nuova epoca della mobilità.

Nel 1958 in Italia circolano poco più di 400.000 autovetture private. Nel 1963 superano i 5 milioni. Nel quinquennio del boom economico la motorizzazione privata esplode. E l’aumento esponenziale di vetture circolanti impone anche di dotare la rete stradale e autostradale di adeguati punti di rifornimento di carburante.

Il nuovo distributore di benzina Supercortemaggiore, realizzato da Agip su progetto di Marcello Nizzoli e Mario Olivieri, nasce così: concepito nel 1958, viene collocato su strada nel 1963. Si può a buon diritto dire che è davvero figlio del boom economico. La meccanica interna è prodotta da Nuovo Pignone, all’epoca controllata Eni, su licenza della casa tedesca Schwelm: è lo stesso Enrico Mattei, ai tempi presidente dell’Eni, a raccomandare di mantenere la meccanica tedesca, ma di rendere più aggraziato e moderno l’involucro esterno del distributore. 

Nizzoli e Olivieri (che lavorano insieme dal 1948, quando Olivieri entra come disegnatore e tuttofare nello studio Nizzoli, dando inizio a un sodalizio che durerà fino agli anni ’60) abbandonano così il rivestimento tipico dei frigoriferi che dominava nei distributori anni ’50 per adottare quelle forme più squadrate ed essenziali che avrebbero caratterizzato il decennio successivo. 

I due progettisti suddividono il corpo del distributore in due parti, per garantire una migliore ispezionabilità e manutenzione, ma lavorano incessantemente anche sulle proporzioni, andando a togliere o aggiungere pochi centimetri sul volume finale per raggiungere una migliore armonia e per diminuire gli scarti di lavorazione.  Il nuovo distributore assume così la forma di due parallelepipedi sovrapposti, di dimensioni diverse. L’involucro è in smalto porcellanato: i lati sono in colore rosso fiammante, mentre sulla “facciata” bianca e gialla appare l’icona del cane nero a sei zampe dalla cui bocca esce una fiamma rossa disegnata da Luigi Broggini e destinata a diventare il logo dell’Eni e di tutte le società collegate. La scelta del cane a sei zampe è frutto di un concorso di idee voluto da Enrico Mattei negli anni ’50 e bandito sulle pagine di Domus

Il bando di concorso sulle pagine di Domus 270, maggio 1952

La risposta della società italiana alla chiamata di Mattei è impressionante: vengono presentati oltre 4mila bozzetti, concorrono nomi prestigiosi come Armano Testa, Marcello Nizzoli e Fortunato Depero, e per selezionare il vincitore sono necessarie ben 14 riunioni della Giuria (di cui fanno parte, tra gli altri, Mario Sironi e Gio Ponti).  

Alla fine, il cane nero dello scultore Luigi Broggini (che per altro partecipa con lo pseudonimo di Giuseppe Guzzi, nel timore che vedere associato il suo vero nome a un prodotto pubblicitario e commerciale possa nuocere alla sua reputazione artistica) conquista tutti e diventa in breve tempo ultrapopolare. 

Merito anche della massiccia campagna pubblicitaria che Eni organizza per la benzina Supercortemaggiore (“la potente benzina italiana!”), commissionando al regista Luciano Emmer una serie di Caroselli che hanno come protagonisti, tra gli altri, Maria Teresa Vianello, Dario Fo, Franca Valeri e Gabriele Ferzetti.

Il nome della benzina e del distributore deriva da quello del comune piacentino di Cortemaggiore, nel cui territorio era stata rilevata nel 1949 la presenza di un giacimento di petrolio. L'entità del giacimento era modesta ma il ritrovamento aveva avuto un importante valore simbolico, in quanto aveva contribuito a convincere il mondo politico italiano del fatto che l’Italia doveva perseguire una politica energetica autonoma. Enrico Mattei sarebbe morto prima della messa su strada del distributore, nel 1962, in un incidente aereo le cui cause non sono mai state del tutto chiarite. 

Immagine di apertura: Courtesy Archivio Eni 

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