Evergleam. La lunga storia d’amore con l’albero di Natale d’alluminio

È storicamente raro che un’azienda abbia il coraggio di introdurre innovazioni in una tradizione secolare, ampiamente diffusa sul mercato e innanzitutto amata. Ma se lo fa riesce a trasformarla in una rarità memorabile.

Evergleam

Alla fine degli anni Cinquanta, nella favorevole atmosfera del design moderno della metà del secolo, si fabbricava un significativo albero di Natale artificiale. Nell’idea dell’Evergleam non c’era posto per i concetti di finto albero e di surrogato: l’oggetto si proponeva autonomamente come una desiderabile addizione decorativa allo spirito di quei giorni dell’anno, e dava un gran contributo allo splendore delle feste.

Le ragioni materiali che portarono all’invenzione dell’ingegnoso alberello sono incerte: potrebbe essere stato una logica conseguenza del boom postbellico, dato che nasceva dalla creatività di esperti produttori del metallo, gli stessi che avevano raggiunto la perfezione nella produzione della pellicola d’alluminio, che avevano bisogno di estenderne l’uso al di là della realtà bellica e che riuscirono a introdurlo nel mercato grazie a venditori di talento e a straordinarie campagne di marketing.

Una pagina del catalogo natalizio di Sears del 1964 riporta: “Questo raffinato albero farà certo parlare di sé tra i vostri vicini. Grande luminosità […] brillio abbagliante […] straordinaria pienezza realistica […] lo potrete usare anno dopo anno”. È curioso come, anno dopo anno, questa controparte dell’abete naturale dal metallico aspetto di un robot meriti il titolo del più ‘verde’ di tutti gli alberi di Natale, visto che l’alluminio è un materiale compatibile con l’ambiente, che può essere riciclato all’infinito senza perdere qualità e proprietà.

Sarà stato anche ispirato all’Era spaziale, ma certamente quest’ultima a sua volta influenzò la popolarità dell’Evergleam negli Stati Uniti. Era perfettamente in linea con la luminosa gamma cromatica scintillante e con il nitido arredamento aerodinamico di quel decennio.

Non c’è da meravigliarsi che collezionisti previdenti e artisti si dedichino a recuperare gli Evergleam d’epoca da cantine, solai, costose vendite all’asta e mercatini dell’usato

Il più celebre dei suoi produttori, la Aluminum Specialty Company di Manitowoc, riuscì a fabbricare e a vendere l’albero d’alluminio per una frazione del costo del produttore precedente (la Modern Coatings Company), realizzando un tipo di distribuzione che lo rendeva disponibile alle case delle famiglie più moderne.

Ma la popolarità dell’Evergleam durò poco. Il declino iniziò nella seconda metà degli anni Sessanta, a causa del cliché di A Charlie Brown Christmas Special del 1965. Il cartone animato mette in scena due innocenti alberi, mettendo in ridicolo il maestoso Evergleam di pellicola d’alluminio rosa e un minuscolo abete reale, entrambi condannati a essere gettati via dopo il Natale. Il che involontariamente assecondava il consumismo che criticava: andare ogni anno a comprare un albero appena tagliato.

Evergleam making of
Come assemblare l'albero di natale Evergleam

Nel 1971 a Manitowoc la linea di produzione dell’emblematico albero d’alluminio venne chiusa, mentre il pubblico tornava a idealizzare l’albero naturale come legato al vero significato del Natale. Ovviamente c’era anche un cambiamento della cultura sociale, e con l’affermarsi di movimenti come Summer of Love la modernità entrò nel passato. Gli oggetti argentei, aguzzi e scintillanti non erano più di moda, e ogni aggettivo usato per Evergleam si dissolse in un ricordo.

Il brillio futuristico degli aghi, che riflettevano la parte migliore della luce di faretti a filtri colorati rotanti, le differenti versioni colorate di pellicola d’alluminio – verde, dorata o rosa – e i rami dall’estremità a fiocco. L’uso di quanto mai vistose decorazioni, in colori a specchio o in raso, senza dimenticare la possibilità di una base rotante, che ne portava l’esperienza a un più alto livello.

Nel 1971 a Manitowoc la linea di produzione dell’emblematico albero d’alluminio venne chiusa, mentre il pubblico tornava a idealizzare l’albero naturale come legato al vero significato del Natale

Non c’è da meravigliarsi che collezionisti previdenti e artisti si dedichino a recuperare gli Evergleam d’epoca da cantine, solai, costose vendite all’asta e mercatini dell’usato, per nostalgia o per reale apprezzamento dell’arte concettuale e della storia, facendoli entrare in studi di design e mostre, come quella attualmente aperta ai Winsconsin Historical Museums di  Madison.

Nel frattempo si verifica anche un rilancio della produzione, in risposta alla crescente domanda di una folla di patiti della moda che adotterà quanto prima la tendenza. Basta fermarsi a guardare l’Evergleam per un solo momento per capire la sua capacità di risorgere dalle ceneri come una fenice. Quando se ne vede uno in tutto il suo splendore l’effetto ipnotico è innegabile, grazie all’intensa sferzata sensoriale che dà ai più familiari sentimenti di festa.

Immagine di apertura: J. Shimon & J. Lindemann, Self-portrait in Neo-Post-Now Gallery, Manitowoc, Wisconsin, con l'installazione di una foresta di alluminio, December 1996

Titolo della mostra:
“Ever Gleaming: The Enduring Love Affair with the Aluminum Christmas Tree”
Museum:
Winsconsin Historical Museum
Date di apertura:
fino al 12 gennaio 2019
Fotografia:
J. Shimon & J. Lindemann

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