Anotherview racconta la “finestra” sui cavalli della Camargue

Il retroscena di una delle ultime “viste sul mondo” di Anotherview, il progetto che unisce video ed effetti tromp l’oeil.

Poco dopo aver presentato la nostra “finestra veneziana” durante il Fuorisalone da Rossana Orlandi nel 2017 ci è stato chiesto di partecipare ad un allestimento curato dal marchio inglese Sé Collection London nel loro quartier generale. Il tema dell’allestimento era “Savoir-faire” ed era implicitamente dedicato al sud della Francia.
Confesso che inizialmente avevamo valutato le classiche località della Costa Azzurra o in alternativa, salendo un po’ più su, della Provenza.
Ci sembrava però una scelta scontata e allo stesso tempo avevamo voglia di cimentarci con qualcosa di diverso e più avventuroso.
Mi ricordai di una vacanza in Camargue tanti anni prima con la mia famiglia.
Mi erano rimaste negli occhi (o almeno così credevo) queste immagini di Gitani con i capelli lunghi su macchine di grossa cilindrata, le processioni in riva al mare, i paesaggi un po’ da frontiera, la sensazione di essere in un posto a metà tra Francia, Italia e Spagna.
Mi erano rimasti negli occhi i cavalli bianchi.
Noleggiamo una macchina in un weekend di inizio luglio e ci rechiamo sul posto con Tatiana, un altro membro di Anotherview.
Dopo una serie di incontri fallimentari troviamo il posto giusto per noi.

Poco lontano dal Parco Ornitologico di Pont De Gau, appena fuori da Saintes-Maries-de-la-Mer (la “capitale” della Camargue), si trova un appezzamento privato, Le Domaine de Maguelonne, di proprietà di un certo Serge Capitani che ci era stato descritto da una gentile allevatrice di cavalli della zona, come capo di uno dei clan più conosciuti della Camargue. Sì perché in Camargue ci sono ancora dei clan, delle grandi famiglie che da secoli si guardano fintamente in cagnesco e che si contendono più a parole che altro un ruolo di spicco nella regione. L’influenza gitana è evidente.
Serge Capitani è un uomo di piccola statura con un viso che sembra essere stato prosciugato da troppe giornate estive passate a cavallo, un tipo dai modi spicci ma anche parecchio diretto.
Se vogliamo stare nella sua proprietà e filmare i suoi cavalli per 24 ore attorno allo stagno non c’è problema ma vuole essere pagato.
Nel prezzo (più che onesto) oltre alla possibilità di piantare la nostra tenda e la nostra attrezzatura sulle sponde del suo stagno ci offre la disponibilità di una mandria di 11 cavalle e 12 puledri che ci presenta mentre sono occupati a mangiare all’ombra di due alberi bassi non lontani dall’acqua. Per tradizione lo stagno è il luogo dove i Capitani lasciano le cavalle che hanno appena partorito. Per un anno sono libere di vagare nei territori adiacenti allo stagno, rifocillate continuamente e sgravate da qualsiasi impegno lavorativo. I suoi uomini avrebbero fatto in modo, grazie alla distribuzione logistica del cibo, di garantire la presenza delle cavalle e dei puledri per tutta la durata della giornata. Si vede quanto sia orgoglioso che abbiamo scelto di filmare a casa sua e con le sue cavalle.
Oltre a questo servizio ci offre anche lo show, come lo chiama lui, di cui non ci sono troppo chiare le dinamiche ma che accettiamo anche perché, come si sa, a caval donato non si guarda in bocca…
Torniamo a Milano molto carichi, sicuri di aver trovato la vista che avevamo in mentre per l’allestimento ispirato al Sud della Francia.
La settimana dopo Robert il terzo membro di Anotherview, ci raggiunge dall’Olanda e torniamo a Maguelonne per cominciare le riprese.

Fino a quel momento avevamo sempre ripreso delle viste da case reali, dalle finestre, dai balconi.
Avevamo filmato a New York, a Cape Town, a Milano, a Venezia.
Per la prima volta ci troviamo a riprendere all’esterno ma curiosamente, come ci spiega in un secondo momento il fratello di Serge, il luogo che avevamo scelto si trovava esattamente nel posto dove a breve lui avrebbe costruito la sua casa.
In qualche modo stiamo filmando quella che sarebbe stata la sua vista.
Nessuno di noi aveva mai avuto dei rapporti ravvicinati con dei cavalli quindi è con grande sorpresa che ci troviamo a passare quasi due giorni a stretto contatto con questi animali grandi e curiosi, immersi come loro nel fango e nell’erba alta.
Credo che nessuno di noi potrà dimenticare la sensazione di camminare al buio sentendo questi grossi corpi morbidi e i loro musi caldi sbatterci contro nella notte sbuffando placidamente mentre ci seguono verso la tenda (in attesa di carote o ancora meglio delle piccole mele che abbiamo comprato in gran numero per conquistare la loro amicizia).
Uno dei motivi per cui tra noi e loro si è stabilito quasi da subito un vero legame è perché per tutto il tempo siamo rimasti esattamente allo stesso loro livello, bipedi fra quadrupedi senza mai provare a dominarle.
In breve, la tenda diventa l’asilo della mandria, il luogo dove le cavalle lasciano i puledri quando vanno a rinfrescarsi nello stagno o dove si riuniscono all’alba per cominciare la giornata.
Confesso che per tenere una mamma giumenta con il puledro nella inquadratura alcune volte abbiamo fatto largo uso di carote e mele in una sorta di corruzione primordiale.

In tutto il filmato girato a Maguelonne quel giorno spesso si possono notare delle cavalle che guardano direttamente in camera in attesa di questi “regalini”.
La giornata calda di metà luglio passa veloce con una breve pioggia pomeridiana e leggere brezze di vento sull’acqua fino alle 19.30 quando finalmente il famoso show comincia.
Con nostra grande sorpresa si presentano almeno dieci “guardiani”, come vengono chiamate le persone che lavorano con i cavalli, senza sella e alcuni anche senza redini che cominciano a radunare le cavalle e i puledri sulla sponda dello stagno.
I guardiani appartengono tutti al Clan dei Capitani e sembrano lì più per una festa privata che per compiacere tre stranieri con una telecamera.
Man mano che la mandria si raggruppa e i guardiani cominciano a guidarli verso l’acqua si percepisce l’eccitazione di cavalli e cavalieri salire tra gli spruzzi d’acqua e le urla dei guardiani.
Finalmente la corsa a perdifiato nell’acqua al tramonto sembra liberare tutta questa energia in uno spettacolo di bellezza agreste e primordiale, una visione di comunione tra uomini e animali, uniti da passioni e istinti antichi. Qualcosa che è difficile da collocare in un tempo specifico.
Tanto sono immersi in questa loro festa privata che lo show dura più di 40 minuti con le cavalle che corrono avanti e indietro fianco a fianco con i puledri fino alla fine del giorno e all’inizio dell’oscurità.
Poi scendono la notte e l’oscurità e con esse arriva a mezzanotte la fine delle riprese.
Non potendo contare su delle vere finestre a cui ispirarci decidiamo di ricreare delle strutture semplici e bianche simili a quelle che abbiamo visto poco lontano in paese.
A Londra portiamo solo una parte del video la sezione centrale, mentre teniamo la versione intera per la presentazione da Rossana Orlandi durante il Fuorisalone 2018.

Oggi riguardando questa vista nella sua versione completa provo sempre la stessa sensazione mista di pace ed emozione e mi piace pensare che questa sensazione possa essere condivisa da chiunque scelga di averla a casa propria, di portarsi a casa un giorno di estate nel sud della Francia.
Potranno usare questo video di 24 ore come se fosse un orologio naturale imparando quel certo puledro si abbevererà sul lato estremo dello stagno alle 18.45, mentre le due cavalle si presenteranno di fronte alla telecamera intorno alle 5.00 di mattina oppure che quando quello stormo di fenicotteri volerà sullo sfondo sono le 16.00.

Un modo diverso di percepire il tempo e di sentirsi “altrove” anche a casa propria.

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