Milano. Design e fotografia africane in mostra al Palazzo Litta

Arte e design raccontano la trasformazione dell'Africa Subsahariana, dove migrazione ed emancipazione sono temi individuali e collettivi.

AfricaAfrica, exploring the Now of African design and photography, vista dell'installazione, Palazzo Litta, 2018

Il design e la fotografia raccontano le trasformazioni dell’Africa, a Milano. “AfricaAfrica, exploring the Now of African design and photography” è la mostra svolge questo racconto, al Palazzo Litta.  Lo sguardo è in particolare rivolto all’Africa subsahariana: quaranta prodotti di design e cinquantacinque fotografie restituiscono l’immagine di una realtà innovativa e vitale. Le opere esposte sono colorate e vivaci, vitali: contrastano senza stonare con gli interni barocchi del palazzo. L’esito è eterogeneo, come era nelle intenzioni della curatrice Elisa Astori con il contributo della designer Cara Judd “Abbiamo scelto designer che rappresentano l’eterogeneità di questa estesa e semisconosciuta zona del mondo”. 

“AfricaAfrica, exploring the Now of African design and photography”, vista dell'installazione, Palazzo Litta 2018
“AfricaAfrica, exploring the Now of African design and photography”, vista dell'installazione, Palazzo Litta 2018

L’estetica degli oggetti è originale, i materiali naturali o di riutilizzo e di recupero come la plastica, le forme di ispirazione archetipiche della terra d’origine, il colore è costantemente presente. Ne sono esempio i lavori di Birsel&Seck e gli intrecci di Stephen Burks, i manufatti di lamiera e barili di petrolio di Hamed Ouattara e Ousmane Kouyate, le interpretazioni di oggetti del quotidiano di Inoussa Dao, le lampade realizzate con bottiglie di plastica di Haeth Nash. Ma ci sono anche oggetti “politici”, come le sedute e madie realizzate con armi e proiettili di Gonçalo Mabunda e le poetiche reinterpretazioni degli scafi delle imbarcazioni lignee abbandonate di Jean Servais Somian. I materiali naturali sono al centro della ricerca di Peter Mabeo, Pate e Francis Kéré, Nifemi Marcus Bello progetta per autocostruzione, le sculture di Cara/Davide sono un omaggio alle forme primitive dell’estetica africana.

“AfricaAfrica, exploring the Now of African design and photography” , vista dell'installazione, Palazzo Litta, 2018

La sezione fotografica, curata di Maria Pia Bernardoni, vede una serie di artisti che “con il proprio lavoro affrontano individualmente questioni sociopolitiche contemporanee che hanno una risonanza globale”. È questo l’esempio della fotografa ivoriana Joana Choumali che, nelle sue immafini ricamate a mano, esplorail tema delle migrazioni e dei legami che si spezzano in numerosi paesi africani,  gli artisti Siwa Mgoboza e Nobukho Nqaba, entrambi sudafricani, che si interrogano sull'identità in relazione alle influenze sociali e culturali; Maurice Mbikayi, congolese, che smaschera il fenomeno dell'abbandono di scarti digitali creando capi d'abbigliamento di sinistra eleganza; il sudafricano Andile Buka, con le sue eleganti ricostruzioni in bianco e nero, oppure il keniota Osborne Macharia, con immagini coloratissime e curate in ogni dettaglio. Il lavoro di Omar Victor Diop, presentato in collaborazione con la galleria Magnin-A, è un’importante riflessione sulla presenza di figure storiche di origine africana e il ruolo chiave che hanno giocato nel plasmare la storia economica e culturale europea.

Titolo:
AfricaAfrica, exploring the Now of African design and photography
Curatori:
Elisa Astori, Cara Judd, Maria Pia Bernardoni
Date di apertura:
15 marzo - 2 aprile
Dove:
Palazzo Litta
Indirizzo:
Corso Magenta 74

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