Sette progetti scovati a Operæ

Posate primordiali, amuleti che parlano d’amore, sgabelli e tavolini di pietra... Non perdere la nostra selezione di progetti visti a Operæ, la fiera indipendente del design di Torino.

Piovenefabi, in collaborazione con Silvio and Ambrosio Versino e la galleria Maniera, Light Conversation Pieces, Handmade in Piemonte

Giunta alla sua ottava edizione, Operæ, la fiera dedicata al design indipendente, è tornata a essere la malta che aggrega designer, aziende, artigiani, istituzioni e grande pubblico. La manifestazione ha animato gli immensi spazi del Lingotto di Torino che, grazie anche alla contemporanea presenza di Artissima e Club to Club, è diventato per l’intero week end il polo centrale della cultura contemporanea italiana. L’edizione di quest’anno è stata curata da Alice Stori Liechtenstein, che ha scelto il tema Why Design come lente attraverso cui guardare i progetti esposti. Abbiamo selezionato sette progetti dalle sezioni Gallerie di Design e Designer Indipendenti, oltre che dal progetto speciale Piemonte Handmade, che mette insieme artigiani, gallerie e designer per l’ideazione la produzione di nuovi oggetti.

Presentate da Mamarocket, Foro Studio ha disegnato otto sedute divise in quattro coppie, che raccontano il rapporto amoroso nel contesto urbano, un contesto che spesso si dimentica degli intrecci relazionali dei suoi abitanti. Il progetto Liaison vuole ricucire proprio quello strappo e lo fa chiedendo alla panchina tradizionale di plasmarsi. Lo scopo è accogliere due persone in modo che la loro interazione divenga spontanea e maliziosa – come la liaison amorosa spesso richiede.

Serena Confalonieri ha invece progettato tre amuleti che parlano d’amore attraverso il simbolismo. La magia nera è un’usanza tradizionale delle culture creole, impiegata comunemente per bandire rivali d’amore e indebolire rapporti sentimentali. Questi oggetti sono costruiti su geometrie nitide e rivisitano gli accessori delle bambole voodoo. Sia i materiali che le tecniche utilizzate (fusione di vetro e degli elementi metallici) incarnano i diversi livelli di forza dei legami amorosi.

Le “posate” domestiche hanno una origine medioevale, simili a armi o strumenti di lavoro. La collezione artigianale di Andrea Branzi, con Coltelleria Collini e Galleria Luisa delle Piane, vuole recuperare la brutalità primordiale di questi oggetti, che oggi sono diventati eleganti strumenti cerimoniali per pasti che hanno perduto gran parte del loro sapore primordiale.

Parte del piacere di collezionare risiede nell’esporre gli oggetti ambiti: insoliti e antichi ninnoli popolano incantevoli cabinets of curiosities. Questo il punto di partenza di Zanellato/Bortotto. Armadi in legno e vetro sono oggetti piuttosto canonici, dalle regolari strutture rettangolari. I designer hanno deciso di rimuovere il telaio, smantellare le forme tradizionali, e giocare con vetri colorati. Il risultato sono scrigni dai colori vivaci, dalle geometrie irregolari, dove la lattiginosa traslucidità del vetro, lavorata con maestria da Chiara Ferraris, dona luce agli oggetti custoditi, come colorate vetrate di una cattedrale.

Maniera ha invitato lo studio di architettura Piovenefabi a lavorare con Silvio e Ambrosio Versino, due artigiani specializzati nell’estrazione e la lavorazione della Luserna, una pietra metamorfica tipica della Val di Susa. Il progetto Light Conversation Pieces consiste in una serie di sgabelli e tavolini, piccoli monoliti di pietra. La combinazione tra superfici ruvide e lisce rivela il grado di compressione e rende visibile la stratificazione della pietra.

La Camp Design Gallery di Milano ha esposto Compositions di Studio La Cube. Il progetto è composto da una serie di oggetti che forzano il contrasto estetico, materiale e tonale, tra la ruvidezza del legno nero e l’eleganza delle lastre lucide e lisce di ottone, rame e alluminio. I giovani designer hanno concepito quattro composizioni diverse, sperimentandone le geometrie e studiando i dettagli più minuti.

Arthur Hoffner esplora il limite sottile tra gadget e artefatto magico, e indaga la relazione primordiale tra uomo e cascata. Gli oggetti sono fatti di utensili assemblati tra loro che trasportano o conservano l’acqua. Il designer ridefinisce componenti e materiali di queste fontane e cerca di manipolare lo stato liquido e solido nel paesaggio domestico.

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