Design nel castello

Nella cornice suggestiva e remota del castello medievale di Hollenegg, nei pressi di Graz, Alice Stori Liechtenstein anima da giugno a ottobre una nuova piattaforma creativa dedicata al design.

Hollenegg è una ridente cittadina della Stiria, a mezz’ora di macchina da Graz, epicentro di “Designmonat”, dove svetta in tutta la sua magnificenza la Kunsthaus di Graz di Peter Cook e Colin Fournier realizzata in occasione delle celebrazioni del 2003 per la capitale culturale europea.
Hollenegg
Allestimento nelle sale del castello di Hollenegg. Photo Federico Floriani
Nello Schloss Hollenegg for Design (un castello del 1163 interamente convertito a piattaforma creativa), fra prati verdi e neve al ginocchio quando il tempo è impietoso, vive Alice Stori Liechtenstein, insegnante di progettazione ai master della vicina scuola di FH Joanneum, che ne ha aperto le porte per dare vita a un laboratorio di ricerca atipico. Si tratta di una serie di residenze (la prima di questo genere in territorio austriaco) della durata di due settimane ciascuna, da giugno a ottobre, che culminano in un’esperienza più che allettante per chi volesse ritirarsi e concentrarsi su un progetto specifico da pensare, sviluppare e realizzare in loco.
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Hilda Hellstrom. Photo Coco Capitan
Il tema di questa prima edizione è quello del tempo, ossia come sia possibile distillarne l’essenza all’interno di una cornice così suggestiva e affascinante (certamente inconsueta), in un luogo remoto e dall’ambientazione atipica. “Dalla rivoluzione industriale il ritmo del tempo ha subito un’accelerazione strepitosa tanto che per ogni generazione il passato è stato sempre vissuto come più lento del domani”, commenta Alice. La prestigiosa storia della famiglia Liechtenstein (che qui vive dal 1821), il sapore delle stanze dagli arazzi ricamati su seta, le maestose porte intagliate nel legno, le bifore che si susseguono per il perimetro del complesso sono solo parte delle suggestioni che questo paradiso fiabesco è capace di trasmettere. Accanto alla corte rinascimentale d’ingresso, ne esiste una seconda, frutto delle diverse estensioni al principale corpo medioevale, che ospita una via crucis scolpita nella pietra secolare del ballatoio che a sua volta affaccia sulla chiesa barocca – tutt’ora attiva la domenica, quando si celebra la messa il grande portone rimane aperto alla comunità della zona per ricevere il sacramento.
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Alice Stori Liechtenstein. Photo Federico Floriani
La collettiva presentata da Stori Liechtenstein dal titolo “Slow” consiste in una serie di opere che ci inducono ad affrontare il tempo delle cose in maniera più lenta e ponderata; suggeriscono una fruizione dell’oggetto finale più indolente inducendoci così a fermarci, a prestare maggiore attenzione, sottolineando una modalità e un gesto dal carattere meditativo sia a livello creativo che relativamente alla libertà di campo lasciato ai materiali per evolvere e stabilizzarsi, per amalgamarsi e trasformarsi. Sono dieci i progetti in mostra incorniciati dall’allestimento di Ksenia Eross, una delle giovani allieve della padrona di casa, che ha pensato alla circolarità dell’orologio per la sottile struttura in legno a nicchie a sottolineare nuovamente come il tempo qui a Hollenegg subisca un drastico intendimento del tutto soggettivo. E si scopre che – tra stemmi di famiglia, cannoni e affreschi – qui il design è un ospite atteso che non può che aggiungere un’altra storia a quella millenaria dei Liechtenstein. Sono parte di “Slow” nomi noti come Formafantasma, Philippe Malouin, Liliana Ovalle, Vittorio Venezia, Lex Pot accanto ai più giovani BCXSY, Federico Floriani, Hilda Hellstrom, Martina Lassinger, Lucia Massari, Roos Meerman, Ariane Prin, Klara Sumova, Nel Verbeke.
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Ariane Prin. Photo Tommaso Lanza
Brilla il progetto della francese Ariane Prin, di stanza a Londra, che ha lavorato la ceramica amalgamandola con la polvere delle chiavi arrugginite: Ariane ha raccolto nelle ferramenta della capitale inglese la polvere rossastra lasciata dalle chiavi non più utilizzate per mischiarla a ceramica e materiali a base di gesso e creare una piccola collezione di ciotole e vasi dalla finitura sempre imprevedibile, data dall’ossidazione dei residui ferrosi. Oltre al corpo principale, racchiuso in un’unica stanza che affaccia su un panorama mozzafiato, “Slow” si estende su un piccolo terrazzo adiacente, anch’esso decorato e dedicato alle lampade a sospensione in ferro battuto di Venezia Martinelli, oltre ai tre progetti inediti, nati dagli ultimi esercizi tra le mura: ossia le residenze di mischer'traxler, lo scozzese Dean Brown e la coppia di italiani Dossofiorito – di cui abbiamo scritto in occasione del Salone del mobile di Milano, una piacevole sorpresa ritrovarli sulle pendici austriache.
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Dean Brown al lavoro nel castello di Hollenegg
La prima coppia, di base a Vienna, risponde al brief “Slow” creando Isochrone, una delle loro macchine intelligenti dure da guardare e semplici da capire; creato un impasto costituito da colla, additivi e colore, i due ne stendono più strati da sottoporre a una macchina-pendolo che inesorabilmente li erode, creando superfici sempre diverse. Risultato: dei tavolini dove il lavoro del macchinario e del tempo cadenzato con regolarità sul materiale sono i protagonisti.
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Allestimento nel castello di Hollenegg. Photo Federico Floriani
Il secondo progetto nasce da una contingenza: dopo il trasloco da Graz, Alice porta Brown a visitare una stanza di servizio diventata per l’occasione una specie di magazzino: libri e libri tra ceramiche, vestigia della dinastia, zampe (finte) di elefante, come portacenere e trofei di caccia. Una specie di “sala della confusione” che, prima o poi, doveva essere messa in ordine. E ci pensa Brown con The Archive and the Rumpelkammer, una struttura geometrica in legno dove sono prestabilite delle mensole per la memorabilia scelta come la più rappresentativa del contesto, e completata da una scrivania dove Alice, salendo qualche gradino, può lavorare a circa 2 m di altezza.
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Allestimento nelle sale del castello di Hollenegg. Photo Federico Floriani
Guardano invece all’albero genealogico della famiglia Liechtenstein, Lidia e Gianluca di Dossofiorito: le vicende delle principessa Ludmilla (1908–1974), la nonna boema di Alfred, marito di Alice, grande amante del giardinaggio portano a una serie di tre vasi dal doppio contenitore (Ludmilla’s Vases) e dalle diverse misure e tipologie ispirate a esempi della collezione di famiglia, dove immergere bulbi in modo che le radici sviluppandosi siano esse stesse elemento decorativo – l’effetto lente dell’acqua permette di osservare la crescita delle radici. I vasi in cristallo sono soffiati in Boemia – ovviamente. Il design s’immerge così nel passato della prestigiosa famiglia per interpretarlo in chiave contemporanea.
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Il castello di Hollenegg. Photo Federico Floriani

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