Design Parade 10

Al suo decimo anniversario, quest’anno Design Parade ha preso sotto la sua ala il sughero del Var, invitando i dieci vincitori del concorso del festival a sperimentare questo antichissimo materiale.

Come sede di una rassegna di design, Villa Noailles è difficile da battere. Progettata dall’architetto francese Robert Mallet-Stevens nel 1923, questa villa modernista sorge in cima a una lussureggiante collina che sovrasta Hyères, città medioevale della riviera provenzale. Ogni anno questo prestigioso scenario ospita Design Parade, che si è da poco inaugurata per restare aperta fino a settembre. Quest’anno la manifestazione festeggia il decimo anniversario, che celebra con alcune mostre retrospettive collaterali al concorso di design che è il nucleo del festival.
Design Parade 10
In apertura: Hors pistes di Christophe Machet. Photo Geoffrey Buthey. Qui sopra: FrouFrou, Anne-Charlotte Piot & Maureen Barbette. Photo Anne-Charlotte Piot & Maureen Barbette
La giustapposizione di vecchio e nuovo percorre tutta Design Parade. Sparse per la villa ci sono mostre di designer emergenti e di designer più affermati. Tra questi, al piano superiore, “Villégiature”, presentazione del lavoro del designer parigino Pierre Charpin dagli anni Novanta a oggi. È una mostra in due sezioni: disegni, fotografie e dipinti decorano all’interno le pareti di un ex campo di squash; fuori, su una piattaforma che sovrasta un’ex piscina coperta di vetro, c’è una quarantina di prodotti, tra cui lampade, vasi e scaffali, le cui differenti funzioni hanno in comune l’elegante senso ludico e un avvertito uso del colore. Il che vale se il prodotto è pensato per uno dei grandi marchi per cui Charpin lavora, come Alessi o Ligne Roset, quanto se è destinato alla parigina Galerie Kreo, tra i principali promotori di Design Parade.
Villa Noailles, 2015
Seche Cheveaux di Samy Rio. Photo Samy Rio
Una delle caratteristiche più apprezzabili di Design Parade è la scelta di continuare a sostenere i vincitori delle precedenti edizioni del concorso. “Impulsions” è una mostra delle opere della giovane designer svizzera Laura Couto Rosado, che ha vinto il Grand Prix del festival nel 2014. In mostra ci sono i risultati delle tre sezioni del premio: un insolito specchio sfaccettato realizzato grazie a una borsa di studio della Galerie Kreo e due progetti di contenitori, prodotto dei due stage residenziali alla Cité de la Céramique di Sèvres e al CIRVA, Centre International du Verre et Arts Plastiques, nella vicina Marsiglia.
Design Parade 10
From Insects di Marlène Huissoud. Photo Studio Marlène Huissoud
Il valore di questi stage residenziali si dimostra in un’altra delle mostre del piano superiore, che nasce da un decennio di residenze a Sèvres e comprende ceramiche di designer tra cui Brynjar Sigurdarsson e Michel Charlot. Come spiega il testo che accompagna la mostra, a beneficiare di questa collaborazione non sono solo i designer: Design Parade ha contribuito a ringiovanire l’immagine di Sèvres, una delle molte manifatture europee che negli anni recenti si sono trovate in difficoltà. I problemi che Sèvres ha dovuto affrontare trovano eco al piano terreno della villa, dove si trova fra l’altro una presentazione speciale dedicata alla produzione nel Var (la regione circostante) del sughero, il cui mercato si è contratto a causa dell’avvento dei tappi da vino in plastica. Quest’anno Design Parade ha preso sotto la sua ala il sughero del Var, invitando i dieci vincitori del concorso del festival a sperimentare questo antichissimo materiale.
Villa Noailles, 2015
Lampe tellurique di Laura Couto Rosado, Sèvres – Cité de la céramique, 2015. Photo Laura Couto Rosado
I risultati della collaborazione sul sughero sono esposti nelle cantine della villa, luminose e ariose nonostante la loro collocazione sotterranea. Concours” presenta opere recenti dei progettisti selezionati tra le 270 candidature pervenute a Design Parade da 34 paesi: Ying Chang, Max Frommeld e Arno Mathies, Marlène Huissoud, Maxime Loiseau, Christophe Machet, Arnout Meijer, Anne-Charlotte Piot e Maureen Barbette, Samy Rio, Philipp Weber, Els Woldhek e Georgi Manassiev. Sono stati scelti da una giuria presieduta da Charpin, che comprendeva anche Fabien Cappello e Nathalie Du Pasquier (di cui pure il festival ospita interessanti mostre), Couto Rosado e altri professionisti del mondo della produzione.
Villa Noailles, 2015
Progetto in sughero del Var di Georgi Manassiev & Els Woldhek. Photo Lothaire Hucki © Villa Noailles, 2015
Ho trovato interessante la selezione dei designer. In parte per la nazionalità: non c’è forse da meravigliarsi che la metà di essi siano francesi, il resto dell’Europa continentale e solo uno, Chang, britannico. Più curiosa è la comunanza di temi e di prospettiva che unisce i designer, molti dei quali sulla piazza solo da pochi anni. Tra questi temi la sostenibilità e la competenza artigianale, espresse attraverso la sperimentazione sui materiali e sui processi produttivi. È evidente per esempio in From Insects, collezione di contenitori in cui Huissoud ha lavorato il propoli come vetro soffiato, e in Hors Pistes di Machet, che ha trasformato delle infradito in un colorato materiale di copertura per tetti, vincendo la votazione indetta tra il pubblico. Nella stessa prospettiva Bambou di Rio espone una bella collezione di asciugacapelli e diffusori acustici con impugnatura di bambù lavorato con macchine a controllo numerico, e ha vinto il Grand Prix di quest’anno. Mi ha particolarmente affascinato uno dei progetti non vincitori, che si stacca da questi temi condivisi: la collezione di lampade Every di Meijer, i cui straordinari effetti ottici suggeriscono un nuovo lessico del disegno industriale. Sarà interessante, l’anno prossimo, conoscere meglio i criteri di selezione adottati, soprattutto se il premio crescerà in popolarità e più designer non francofoni candideranno i loro lavori.
Villa Noailles, 2015
Today di Fabien Cappello. Photo Lothaire Hucki © Villa Noailles, 2015
Giudicare non dev’essere stato facile: il livello medio della gamma della Design Parade di quest’anno è nel complesso notevolmente alto. Ciò vale per il festival nell’insieme: dai designer delle mostre nella sede della manifestazione e fuori di essa – come la personale di Cappello nella vicina Tour des Templiers – ai sistemi espositivi e all’immagine, Design Parade irradia qualità progettuale. È una qualità cruciale da conservare nell’arco della maturazione del festival, nonché da tener presente da parte di maggiori, e non altrettanto eleganti, manifestazioni.
© riproduzione riservata

fino al 27 settembre 2015
DESIGN PARADE 10
10th International Festival of Design

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