Open Kitchen

Una piccola, ma interessantissima mostra collaterale della Biennale veneziana parte di un vasto progetto di ricerca applicata e interdisciplinare sul food design, sul cibo e sull’agricoltura urbana.

Mentre da pochi giorni gli spazi ufficiali della 14. Biennale Architettura di Venezia hanno chiuso le porte ai Giardini e all’Arsenale, “Open Kitchen. Agricoltura urbana, cucina collettiva e la cucina delle meraviglie”, piccola ma interessantissima mostra collaterale appena aperta a Spiazzi, spazio espositivo e di sperimentazione alternativo – a qualche passo dalla Porta dei Leoni, storico portale d’ingresso dell’Arsenale di Venezia – rimane aperta fino al 20 dicembre.

“Open Kitchen. Agricoltura urbana, cucina collettiva e la cucina delle meraviglie”

La mostra illustra i risultati della ricerca e i prodotti realizzati nei corsi di laurea in design dell’Università di San Marino – IUAV di Venezia sui temi della cultura alimentare, dell’orticultura e della cucina collettiva e sostenibile. La si potrebbe definire un ponte per superare la distanza che separa “Fundamentals” da “Feeding the Planet, Energy for Life”, l’Expo 2015 che si apre a Milano la prossima primavera.

La mostra allestita a Spiazzi è un passo intermedio di un più vasto progetto di ricerca applicata e interdisciplinare sul food design, sul cibo e sull’agricoltura urbana, cui hanno collaborato, con le due università citate, anche l’Università degli Studi di Macerata e la Lube Industries di Treia. Al centro dell’esposizione dodici soluzioni progettuali, ovvero prototipi, declinazioni di un unico modulo di 60 x 60 x 90 centimetri.

“Open Kitchen. Agricoltura urbana, cucina collettiva e la cucina delle meraviglie”

Ispirandosi a progetti come la Minikitchen (la piccola cucina monoblocco a ruote progettata nel 1963 da Joe Colombo), all’Abitacolo (modulo-letto abitabile e plurifunzionale progettato da Bruno Munari nel 1979) e al Posto dei giochi (il foglio di cartone ondulato plurifunzionale lungo 3 metri che funge da divisorio, da fortezza e da stanza dei giochi adattabile, progettato da Enzo Mari nel 1967) le “cucine delle meraviglie” sono dedicate esclusivamente ai bambini e sono progettate sia per uso privato sia come cucine collettive per le scuole e per altri spazi pubblici. Ciascuno dei prototipi racconta una storia diversa, un diverso modo di insegnare, attraverso il gioco, l’intero ciclo degli alimenti, dal seme al raccolto, alla conservazione, al consumo e perfino al riciclo. Alcuni prototipi sono stati realizzati dalla Lube Industries con un materiale ecologico denominato Naturalia, un laminato decorativo ad alta pressione prodotto dalla Arpa Industriale.

“Open Kitchen. Agricoltura urbana, cucina collettiva e la cucina delle meraviglie”

Open Kitchen, in quanto cucina collettiva, è una sperimentazione sulla possibilità di creare nuovi rapporti tra generazioni, tradizioni e costumi. Analizza i principi della conservazione del cibo, dell’essiccazione, della cottura, del lavaggio, della pulitura, della sicurezza e dell’illuminazione secondo modalità sostenibili, riprogettando gli spazi privati dedicati all’alimentazione ma anche quelli pubblici situati nelle scuole, negli ostelli e nei campeggi.

“Open Kitchen. Agricoltura urbana, cucina collettiva e la cucina delle meraviglie”

Come progetto di ricerca Open Kitchen è stato di recente presentato alla Triennale di Milano in occasione del convegno “Progettare cibo nelle fattorie urbane del futuro, una nuova dimensione della città”. Nel prossimo futuro sezioni della mostra “La cucina delle meraviglie”, a cura di Riccardo Varini, Francesco Adornato e Federica Ciavattini, con la collaborazione di Bruno Winter e Massimo Barbierato, sarà presentata a San Marino, a Monaco di Baviera e nelle Marche, avrà un posto nel padiglione francese dell’Expo 2015, e sarà illustrata in un convegno previsto in settembre dall’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali.

“Open Kitchen. Agricoltura urbana, cucina collettiva e la cucina delle meraviglie”

Il progetto “Open Kitchen. Agricoltura urbana, cucina collettiva e la cucina delle meraviglie” appare davvero importante. Slow food ed ecologia urbana sono al centro dell’attenzione, in Italia e altrove. Ma la sua specificità sta nell’attenzione che dedica ai bambini: sono loro gli utenti principali di questo progetto, sia in una prospettiva macroscopica (il collegamento con un intero spazio sociale di rapporti tra classi, regioni, nazioni e culture) sia in quella microscopica (il recupero diretto da parte degli utenti alla cellula della casa e della famiglia).

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fino al 20 dicembre
Open Kitchen. Agricoltura urbana, cucine collettive e la cucina delle meraviglie
Spiazzi, Venezia