150 anni di MAK

Curata da Tulga Beyerle e Thomas Geisler, la mostra “Exemplary: 150 Years of the MAK” celebra l’istituzione capitanata per anni da Peter Noever, oggi nelle mani di Christoph Thun-Hohenstein.

150 anni di MAK
“Exemplary: 150 Years of the MAK – from Arts and Crafts to Design” è il titolo scelto dal MAK di Vienna, una delle istituzioni più prestigiose del panorama internazionale, per la mostra curata da Tulga Beyerle e Thomas Geisler in occasione del 150esimo anniversario del museo austriaco.
Nato nel 1863 per volere dell’imperatore Francesco Giuseppe e ispirato al South Kensington Museum di Londra – poi ribattezzato Victoria and Albert Museum – il MAK dal logo con il doppio grifone (è di due anni fa il restyling di Perndl+Co sul lavoro originario di Catherine Rollier del 1987), è sempre stato considerato oltre che collettore di pezzi speciali, un luogo per la ricerca e il training di creativi art and craft, ossia abituati a usare le mani.
“Exemplary: 150 Years of the MAK – from Arts and Crafts to Design”. Sezione Konstantin Grcic. Photo © MAK/Mika K. Wisskirchen
Il progetto di Tulga Beyerle (curatrice indipendente e attualmente direttrice del Kunstgewerbemuseum, il Museo di Arti Applicate di Dresda) e di Geisler (curatore della collezione di design del MAK) rilegge la collezione permanente filtrata dalla lente concettuale di 9 delle voci più interessanti e autorevoli della creatività contemporanea: Jan Boelen, direttore e fondatore del Z33; il duo Dunne & Raby; il grafico Stefan Sagmeister, la trendsetter Lidewij Edelkoort, il designer Konstantin Grcic, il direttore del Design Lab Research dell’Università di Berlino Gesche Joost, l’esperta di moda e fondatrice di Moondial Sabine Seymour, la ricercatrice Hilary Cottam e il critico Hans Ulrich Obrist.
“Exemplary: 150 Years of the MAK – from Arts and Crafts to Design”. Sezione Stefan Sagmeister, Malcolm Sayers, Jaguar E-Type, 4.2 S1 Coupe, US, 1967. Photo © MAK/Mika K. Wisskirchen
La mostra è un confronto tra la straordinaria ricchezza dell’esemplare collezione del MAK (che va da Adolf Loos ai giorni nostri) e la sensibilità dell’avanguardia contemporanea. Conferma nuovamente la originaria missione dell’istituzione nel raggiungere una fusione organica tra tradizione e innovazione. Il progetto espositivo si sviluppa grazie a un dialogo serrato del collettivo d’onore invitato, è diviso in 9 sezioni e comprende più direzioni mediali includendo non solo oggetti e scritti, ma anche film commissionati appositamente per la mostra: i nove esperti sono stati chiamati a esplorare e vivisezionare le cospicue risorse dell’archivio del MAK, a creare un racconto che si snoda per appendici e sottrazioni, fatto di suggestioni personali combinate a chiari rimandi storici, in equilibrio tra passato e presente, o meglio tra passato e futuro.
Neri Oxman, Corset Arachne, 2012. In collaborazione con Prof. W. Craig Carter (MIT, Cambridge, USA). Stampaggio 3D di Stratasys (Multi-Material Technologie). Photo © Yoram Reshef
Ogni sezione esprime in pillole (assolutamente esaustive) l’approccio e la posizione del proprio committente/curatore. Kostantin Grcic dialoga con il giornalista Hubert Filser del Süddeutsche Zeitung mentre il suo “cosmos of the exemplary” comprende il lavoro di classici come Jim Nature, la televisione portatile del 1994 di Philippe Starck, la lounge chair LC95A di Maarten van Severen e la Plywood Chair di Jasper Morrison. I designer Dunne & Raby (Fiona Raby insegna all’università di Arti applicate di Vienna e Tony Dunne è fondatore della sezione Design Interaction al Royal College of Art di Londra) hanno chiamato in causa il designer inglese Alex McDowell per dissertare dell’influenza di science fiction e social fiction sulla realtà (concreta) del quotidiano: per farlo presentano intenzionalmente testi e non oggetti; un lungo tavolo è allestito con libri aperti dove sono selezionati cruciali passaggi di testo dalle opere, utopistiche e distopiche, di Edward Bellamy – Looking Backward 2000–1887 del 1888) – e Margaret Atwood – Oryx and Crake, del 2014).
“Exemplary: 150 Years of the MAK – from Arts and Crafts to Design”. Sezione Hans Ulrich Obrist. In primo piano: Peter Noever, Sepp Müller, Michael Embacher, Model (1:140). Projekt CAT – Contemporary Art Tower, Austria, Vienna, 2009. Photo © MAK/Mika K. Wisskirchen
Secondo l’opinione del duo pioniere del critical design, la scelta di utilizzare lo strumento testo lascia piena libertà d’interpretazione al fruitore. Stefan Sagmeister, noto per le scintillanti cover di LP – fra cui Lou Reed e Rolling Stones – si concentra sulla bellezza pura e si interroga sul potere delle icone, siano esse bidimensionali o tridimensionali, con l’artista e fotografo Elfie Semotan mentre sul suo palco delle meraviglie presenta il divano 3D-printed Random Pak Twin (2006) di Marc Newson e ci parcheggia una splendida E-Type rossa fiammante del 1961, la classica Jaguar qui targata MAK 150, considerata la quintessenza della combinazione tra tecnologia e eleganza. “150 Years of the MAK – from Arts and Crafts to Design” è una mostra attuale, fresca e puntuale che celebra l’istituzione capitanata per anni da Peter Noever e che dal 2011 è affidata alle mani salde del nuovo direttore Christoph Thun-Hohenstein che, seguendo le sue nuove linee guida “Change through Applied Art”, in una città dal passato-presente come Vienna, dimostra cosi di saper guardare al futuro.
© riproduzione riservata
“Exemplary: 150 Years of the MAK – from Arts and Crafts to Design”. Sezione Lidewij Edelkoort. Photo © MAK/Mika K. Wisskirchen

Fino al 5.10.2014
Exemplary: 150 Years of the MAK – from Arts and Crafts to Design
MAK
Stubenring 5, Vienna

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