Kome. The Art of Rice

Mostrando 35 opere, tra design e arte, il nuovo progetto di Taku Satoh al 21_21 Design Sight di Tokyo riafferma il rapporto tra popolazione e cultura del riso in Giappone.

Se si scava a fondo nella quotidianità si scopre che la cultura scaturisce dalle cose più piccole. Si prenda per esempio un singolo chicco di riso, che pesa soltanto 30-40 milligrammi e ha una dimensione a stento sufficiente a tenerlo tra due dita. In Giappone il riso si è evoluto insieme con la popolazione, adattandosi all’orografia e all’asprezza del clima. A un certo punto, il riso è divenuto non solo l’alimento principe ma la principale sorgente materiale e spirituale dell’evoluzione culturale.
“Kome: The Art of Rice”, 21_21 Design Sight museum, Tokyo
“Kome: The Art of Rice” è la più recente mostra del programma di 21_21 Design Sight. Non è la prima volta che il designer giapponese Taku Satoh collabora con l’antropologo Shinichi Takemura alla realizzazione di una mostra. In questa occasione, i due hanno messo in opera un nuovo progetto per riaffermare il rapporto tra popolazione e cultura del riso in Giappone. La mostra invita il visitatore a guardare con occhi nuovi al passato e al presente attraverso 35 oggetti di design ideati da vari artisti giapponesi e da persone coinvolte nella coltivazione del riso. Per le generazioni a venire il futuro – in materia di ridefinizione del ruolo che il riso avrà in Giappone nel quadro delle dinamiche ambientali, sociali ed economiche prossime venture – resta una questione aperta.
“Kome: The Art of Rice”, 21_21 Design Sight museum, Tokyo
L’ideogramma cinese 米, che sta per kome e significa “riso”, ricorda i quattro elementi fondamentali della raccolta del riso, ciascuno dei quali ha una funzione distinta nel suo ciclo di coltivazione: il riso come alimento, la crusca di riso, la paglia di riso e la lolla di riso. Il magico processo che un singolo chicco moltiplica per migliaia di volte nel ciclo della crescita è il risultato di numerose generazioni di coevoluzione tra il sistema agricolo artificiale e i cicli ecologici naturali. Non sorprende che all’inizio della mostra i visitatori siano invitati a esaminare tre modelli di riso non sbramato, semilavorato e brillato ingranditi 360 volte.
“Kome: The Art of Rice”, 21_21 Design Sight museum, Tokyo
Lo spiazzo aperto di Design Sight è sempre un preludio interessante delle mostre allestite al coperto. Questa volta dei vasi pieni di chicchi di riso sono stati sistemati regione per regione nella forma dell’arcipelago giapponese, per rappresentare la sorprendente abbondanza e la diversità delle varietà di riso e le loro caratteristiche particolari. Davanti alla prima sala il fotografo Yusuke Nishibe presenta il suo Kome Mandala, collezione di immagini che riguardano i paesaggi e le persone coinvolti nella coltivazione del riso. Già negli anni Settanta l’artista giapponese Tadanori Yokoo aveva anch’egli creato un Mandala del ciclo del riso, opera d’arte che rappresentava l’unità di Terra, Uomo, Universo e infine riso, che cresce in armonia con le forze della natura e il lavoro dell’uomo. Allo scopo di realizzare un’esperienza interattiva qui sono in mostra altri pezzi, come la riproduzione della xilografia del periodo Edo Il combattimento dei dolci e del sake, dell’artista Hiroshige Utagawa, e il mappamondo digitale intitolato Terra tangibile di uno dei curatori, Shinichi Takemura, che rappresenta l’Earth Literacy Program.
“Kome: The Art of Rice”, 21_21 Design Sight museum, Tokyo
La prima sala si apre su un tradizionale dolce di riso (Kagami mochi), che si ritiene ospiti lo spirito divino dell’Anno Nuovo, che rinnova la vita. In contrasto con la leggerezza dello spazio precedente questa sala immerge il visitatore in una raffinata mescolanza di colori, odori, suoni e immagini in rapporto con il riso. Dato che questa impresa richiede molto lavoro e molto tempo i visitatori vengono invitati a procedere lentamente per assaporare la mostra. In sincronia con questo ritmo è necessario trovare il tempo di vedere il documentario Hakusho di Yu Yamanaka, che racconta la storia di singoli individui e dei loro incontri personali con la cultura del riso.
“Kome: The Art of Rice”, 21_21 Design Sight museum, Tokyo
La sala principale è organizzata intorno a uno spazio centrale vuoto, che Taku Satoh ha battezzato La nube del riso, ed è un luogo dedicato alla luce che passa attraverso il riso dal soffitto. Racchiuso nel cerchio di un grande calendario delle attività agricole, questo spazio centrale rappresenta non solo un curioso punto di vista esterno per abbracciare nella sua totalità la raccolta del riso, ma anche la possibilità di stare al centro di questi riti. Il concetto di spazio libero è una caratteristica significativa dei santuari e della struttura urbanistica del Giappone, in armonia con l’idea del vuoto. Alcuni cumuli di paglia disposti concentricamente rispetto a quest’area, coperti di vetro trasparente, espongono opere di varie dimensioni e materiali, che anch’esse contribuiscono a mettere in risalto il processo di produzione del riso. Il progetto di Azusa Kawaji, per esempio, presenta tremila chicchi di riso accuratamente allineati, equivalenti alla quantità media contenuta in una ciotola di riso. Altre opere come il progetto di Yasuichiro Suzuki e Takehiro Ando mostrano l’uso della paglia di riso per creare complicati intrecci di corde che rappresentano i legami tra gli dèi e gli uomini.
“Kome: The Art of Rice”, 21_21 Design Sight museum, Tokyo

Alla fine della mostra Taku Satoh colloca l’elaborata grafica delle etichette delle bottiglie di sake, il tradizionale liquore di riso giapponese, riproponendone l’importanza nel contesto del progetto contemporaneo. Infine il visitatore viene invitato a fermarsi al centro di un grande ideogramma kome per divenirne parte, oppure a provare a scrivere un messaggio su un singolo chicco di riso.

Oggi il riso viene coltivato da un numero relativamente scarso di agricoltori, per la maggior parte ultrasessantenni e su risaie sparse grandi meno di un ettaro. Il metodo giapponese di coltivare il riso forse è in contrasto con l’attuale senso comune dell’efficienza e della convenienza, ma la mostra mette al di sopra di tutto i valori e le tradizioni che hanno dato forma all’identità culturale giapponese. Come osservano i curatori della mostra, per capire il Giappone è necessario capire l’arte del riso.

© riproduzione riservata

 

Gli autori desiderano esprimere il loro ringraziamento ai curatori della mostra, Taku Satoh e Shinichi Takemura, per la disponibilità del loro tempo e dei loro commenti, e alla cortese collaborazione di Giorgiana Ravizza dell’ufficio stampa italiano di Issey Miyake, di Shotaro Okada, responsabile delle pubbliche relazioni di 21_21 Design Sight, e di Mayumi Akiyoshi per l’aiuto nella traduzione.


Fino al 15 giugno 2014
Kome: The Art of Rice
21_21 Design Sight
9-7-6 Akasaka, Minato-ku, Tokyo

 

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