La festa della grafica

A Parigi, la Fête du Graphisme porta alla ribalta la ricchezza e multidisciplinarietà delle arti grafiche,  offrendo ai professionisti del settore l’opportunità di prendere la parola.

Milton Glaser diceva che ci sono tre risposte ad un opera di grafica: si, no e WOW! Si deve aspirare al Wow. E a ciò mira la “Fête du Graphisme”, evento internazionale unico nel suo genere dedicato esclusivamente al graphic design.

Le celebrazioni della Fête du Graphisme coinvolgono integralmente la capitale di Francia con eventi disseminati ovunque dagli Champs-Élysées, alla Cité de la Mode et du Design, dai cinema MK2 alla Gaîté Lyrique. Inoltre, molti degli spazi di affissione normalmente utilizzati dalla pubblicità commerciale durante il mese e mezzo di durata dell’evento, saranno utilizzati come spazi di espressione colta della grafica.

Fête du Graphisme, Parigi. Photo Didier Pruvot

Il coordinatore principale dell’evento Michel Bouvet racconta a Domus che “la Fête du Graphisme celebra l’importanza dei segni grafici come mezzo per esprimere le idee. Abbiamo scritto un manifesto – Pour une graphisme democratique – perché crediamo sia tempo di riconoscere che il graphic design è praticamente ovunque nella nostra vita quotidiana ed è giusto chiedersi quale sia il ruolo delle arti grafiche. Riteniamo che i disegni di un’etichetta per una gazzosa o per una bottiglia di vino siano altrettanto importanti che i manifesti delle grandi esposizioni. È la prima volta che si organizza un evento di tale portata ed è bello che si abbia l’occasione di aprire il campo delle arti grafiche a tutti i tipi di pubblico attraverso esposizioni, proiezioni, incontri e feste. Abbiamo coinvolto le scuole, i giovani graphic designer, i maestri di quest’arte. Questa è una piattaforma per la creazione, lo scambio e la messa in condivisione.”

Milton Glaser, poster per la Columbia Records, 61 x 91,4 cm, 1967

La Fête du Graphisme porta alla ribalta la ricchezza e multidisciplinarietà delle arti grafiche, ma soprattutto offre ai professionisti del settore un atteso riconoscimento da parte del mondo culturale, l'opportunità di prendere la parola, conoscersi, esprimere la propria opinione. Essa intende federare tutti gli attori coinvolti in questa disciplina e offre ai visitatori un panorama delle più belle realizzazioni francesi e straniere.

Fête du Graphisme, Parigi. Photo Didier Pruvot

Evento fra gli eventi, la mostra ai Docks – Cité de la Mode et du Design si apre con la sezione “Nouvelles Vagues”: un tour de France che restituisce lo stato di salute e freschezza di 65 giovani grafici d’oltralpe attraverso 180 opere mostrate su tutti i tipi di supporto. Scoperti dal Centre du graphisme et de la communication visuelle d’Échirolles e dall’Alliance française des designers (AFD), i giovani francesi disvelano ricchezza e vitalita.

La sezione “GIG Posters. 150 affiches underground américaines contemporaines”, presenta una rara ed emozionante collezione di manifesti di concerti americani dai New York Dolls ai Monsters of Folk, da Andrew Bird ai Sonic Youth. Manifesti con illustrazioni sensazionali, ma difficili da reperire e catalogare perché a tiratura limitata e appartenenti ad un circuito underground, a volte fatti in modo ultra-artigianale ma con una qualità incredibile con in alcuni casi stampe fino a 18 colori.

Fête du Graphisme, Parigi. Photo Didier Pruvot

La sezione più corposa “Paris Invite le Monde” vede coinvolti più di un centinaio di artisti  provenienti da tutto il mondo ai quali è stato chiesto di presentare ognuno tre opere di propria scelta. Ci si trova davanti ad un distillato grafico dello spirito visionario di vari paesi del globo, lungo un arco di tempo che parte dagli anni ’60 e arriva fino ad oggi, un panorama da sogno da attraversare tutto di un fiato ed andare in estasi.

Fianco a fianco troviamo opere di grafici come Alejandro Magallanes e Idania del Rio, Jianping He e Milton Glaser, Keizo Matsui e Leonardo Sonnoli, David Rager e Sandy Karman. Vi sono sia manifesti minimalisti che vere e proprie orge di colori. La scelta di mettere i paesi in ordine alfabetico piuttosto che organizzare dei cluster geografici facilita la creazione di un percorso personale dove accanto al manifesto politico sulla fine del comunismo in Polonia si trova il nudismo dei Paesi Bassi, e accanto all’esplosione di energia sciamanica messicana si trova la raffinatezza misurata del disegno italiano o la quieta ricercatezza giapponese. 

Fête du Graphisme, Parigi. Photo Didier Pruvot

L’esposizione ai Docks si conclude con le sezioni sull’“Anatome” e “France 3”: la prima offre una collezione video di 12 anni di attività della sola galleria permanente dedicata alla creazione visuale in Francia; la seconda racconta la saga grafica del canale televisivo francese da sempre veicolo di un certo tipo di ricercatezza visuale. Sia “l’Anatome” che “France 3” sono stati funzionali e strategici nell’avvicinare il pubblico alle arti grafiche.

Fête du Graphisme, Parigi. Photo Didier Pruvot

In definitiva non è un caso che la Fête du Graphisme venga organizzata a Parigi, città che ama il bello e che ha visto nascere – già a fine 1800 – i primi manifesti pubblicitari dell’epoca moderna ad opera di Jules Chéret e Henri Toulouse-Lautrec. Per rinforzare questo legame, la sezione speciale “Celebrer Paris” propone 40 creazioni originali di grafici di fama internazionale ai quali è stato chiesto di interpretare la capitale di Francia. Le opere sono esposte in pieno cuore della capitale, sugli Champs-Élysées e attraverso un percorso di affissioni nei quartieri più emblematici di Parigi, in circa 1600 punti di affissione.

Fête du Graphisme, Parigi. Photo Didier Pruvot

In ultima analisi, la Fête du Graphisme propone una visione dell’arte grafica capace di produrre pubblica utilità: in questo senso, il mestiere del graphic designer è paragonabile a quello del medico che lotta contro le malattie. Esso è un demiurgo che agisce sulle condizioni di ricezione e appropriazione delle informazioni che poi mette in forma grafica per stimolare l’immaginazione del pubblico e farlo partecipe di un processo. Per i graphic designer, la barbarie visiva diffusa nella società va curata con il bello.  

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A sinistra: The Decoder Ring, <i>Modest Mouse</i>, concerto di Austin 2006. Poster 47 x 62 cm. A destra: Aesthetic Apparatus, <i>Child Bite</i>, concerto Hamtramck 2008. Poster 48 x 63,5 cm.
A sinistra: Jay Ryan, <i>Sons of the Never Wrong</i>, concerto a Chicago 2007. Poster e 45,5 x 61 cm. A destra: Patent Pending, <i>Horseshoe Tavern</i>, concerto a Toronto 2010. Affiche 45,5 x 60,8 cm
Akatre, immagine coordinata per le Galeries du Haut-Marais, stampa offset, 11 x 17 cm, 2011–2013
Cléo Charuet / Cleoburo, progetto di packaging per Monoprix, 2009. Photo © Cléo Charuet / Cleoburo
Frédéric Tacer, custodia per il disco del gruppo Frog per l'etichetta Rotorelief Records, offset, 31,5 x 31,5 cm, 2013
A sinistra: Julie Cronier, poster per il Centre Culturel Libertaire di Lille, stampa digitale, 42 x 59,4 cm, 2011. A destra: Alexandra Perrin, poster per la mostra "V.O.B – Version originale: Sofia–Strasbourg–Paris" alla galleria Anatome di Parigi, 2008
A sinistra: Pierre Jeanneau, poster per il teatro di Belleville, offset, 40 x 60 cm, 2012. A destra: Studio Prost, poster per una serata organizzata dall'associazione Oscar et sa bande, stampa digitale, 59,4 x 84,1 cm, 2013
Atolón de Mororoa, Atolon, poster di Zelmar Borrá per il Ministère de l'éducation et de la culture d'Uruguay, offset, 29,7 x 42 cm, 2013
Bülent Erkmen, <i>Fake Identities 5</i>, poster per la compagnia teatrale Semaver Kumpanya. Photo Fehti Izan, offset, 68 x 48 cm, 1998


Fino al 18 febbraio 2014
Fête du Graphisme
Parigi, diverse sedi
Commissario generale:  Michel Bouvet
Produttore generale: Pierre Grand
Coordinatrice generale: Stephane Tanguy
Commissari delle esposizioni: Pauline Jankowiak, Yann Legendre, Azadeh Yousefi
Produzione e ideazione: ARTEVIA