The International Space Orchestra

Con un po' di aiuto da parte di Bruce Sterling e Damon Albarn, la experience designer Nelly Ben Hayoun è riuscita a trasformare un gruppo di scienziati NASA in un'orchestra.

Nelly Ben Hayoun fa in fretta a correggere chi la definisce un'artista. È una designer, ma è facile spiegare il malinteso: il suo approccio alla disciplina sfugge ai confini della progettazione di oggetti, esondando su territori performativi e teatrali con determinazione propulsiva. Anzi, a proposito di propulsione, è da parecchio che Nelly s'interessa a tutto ciò che ha a che fare con lo spazio. La sua Soyuz Chair, per esempio, riproduce le tre fasi di lancio di un razzo Soyuz – cosa che ha richiesto la collaborazione dell'astronauta Jean Pierre Haignere – mentre nel suo progetto Moon Dust Remix ha invitato diversi scienziati a immaginare il suono degli stivali di Neil Armstrong sulla Luna, per poi crearne una colonna sonora. Nei propri esperimenti, la designer francese riflette sulla relazione creativa tra gente comune e scienza, costruendo piccoli vulcani in soggiorno e cercando materia oscura nel lavandino della cucina.

L'ossessione di Nelly per lo spazio ha recentemente trovato la massima espressione in quello che è anche il suo progetto finora più ambizioso: International Space Orchestra. Questa volta ciò che la designer ha fatto va oltre il surreale: è riuscita a mettere insieme un'orchestra interamente composta da membri del NASA Ames Research Center, del SETI (Search for Extraterrestrial Intelligence), della Singularity University e della International Space University, mettendo in scena un'opera ispirata alle sale di controllo. Con la galleria del vento più grande del mondo a fare da fantascientifico sfondo, la meticolosa coreografia fa da apice a un documentario presentato in anteprima mondiale al Rotterdam Film Festival lo scorso 25 gennaio.
In apertura: Nelly Ben Hayoun di fronte al tunnel del vento più grande del mondo, NASA Ames Research Center durante le riprese di <i>The International Space Orchestra</i>. Qui sopra: <i>The International Space Orchestra</i>
In apertura: Nelly Ben Hayoun di fronte al tunnel del vento più grande del mondo, NASA Ames Research Center durante le riprese di The International Space Orchestra. Qui sopra: The International Space Orchestra
A parte le collaborazioni "stellari" (Bruce Sterling e Jasmina Tesanovic sono gli autori del libretto; Damon Albarn, Bobby Womack e l'artista giapponese Maywa Denki hanno scritto la musica, insieme con altri nomi di rilievo), l'elemento più impressionante del film è ovviamente la NASA. Se la galleria del vento è di per sé una struttura dall'apparenza drammatica e un po' extraterrestre (e ispira una soggezione appropriata alla sua funzione: ci testano gli aerei), il resto degli spazi del centro NASA Ames sembra piuttosto ordinario, se non proprio trasandato. Oltre all'architettura, i membri dell'orchestra sono una compagine eterogenea che spazia dagli adorabili vecchietti che sfoggiano ancora con orgoglio vecchie foto in tenuta da astronauta fino ai personaggi più giovani e ribelli.
Cravatta dell'Ames Research Center
Cravatta dell'Ames Research Center
Gran parte del girato mostra l'autrice, sempre sorridente, che rimbalza da una persona all'altra, enfatizzando i gesti durante la performance e assicurandosi che i costumi siano su misura, mentre il direttore d'orchestra Evan Price (vincitore di due Emmy) supervisiona le prove musicali vere e proprie. Il resto del film consiste in interviste con i membri dell'orchestra, scienziati che non sembrano pensare nemmeno per un secondo (un po' come noi alla fine del documentario) che ingegneria aerospaziale e musica non vadano d'accordo. Alla fine della loro avventura, il risultato è un gruppo di persone, di ogni età e colore, che si è divertito insieme facendo gruppo e migliorando le proprie capacità musicali. Né più né meno.
International Space Orchestra è una conquista surreale, un lavoro che l'autrice ha realizzato buttandosi a capofitto in una serie di test sui limiti del progetto i quali, con sua sorpresa, sono stati superati senza eccezioni.
Nelly Ben Hayoun al NASA Ames Research Center
Nelly Ben Hayoun al NASA Ames Research Center
International Space Orchestra è una conquista surreale, un lavoro che l'autrice ha realizzato buttandosi a capofitto in una serie di test sui limiti del progetto i quali, con sua sorpresa, sono stati superati senza eccezioni. Per usare le sue parole, il film è "un invito all'azione, a immaginare e sconvolgere la relazione futura tra umanità e scienza, ad adattare la scienza ai nostri bisogni creativi." Gli scienziati sanno suonare strumenti musicali? In effetti, molti di loro già lo fanno. Puoi insegnare loro a suonare insieme? Ci vuole un po' di sforzo e un pluripremiato direttore d'orchestra, ma si può fare. Si può infilare della musica ispirata a Russia e Giappone in un'opera eseguita da dipendenti di Stato americani? Certo.
Riprese di <i>The International Space Orchestra</i> di fronte alla galleria del vento più grande del mondo, NASA Ames Research Center
Riprese di The International Space Orchestra di fronte alla galleria del vento più grande del mondo, NASA Ames Research Center
Non importa se il programma spaziale americano vi affascina quanto affascina Ben Hayoun (a me personalmente ha sempre interessato poco), c'è un aspetto abbastanza commovente nel suo film: se – come suggerisce lei – le sale di controllo sono davvero un posto d'intenso dramma umano, sono però anche luoghi dove nascono sentimenti e relazioni ordinarie, che richiedono un complesso e gratificante processo di modulazione, un po' come un'orchestra. Se un uomo può camminare sulla Luna, non c'è ragione per la quale un gruppo di nerd spaziali non possa riunirsi per fare della buona musica. International Space Orchestra non è stato l'unico progetto creativo a sfondo spaziale a trovare compimento negli ultimi mesi: The Last Pictures, di Trevor Paglen è un'avventura altrettanto interdisciplinare. Dopo aver intervistato centinaia di persone, tra cui molti scienziati, l'artista ha selezionato un centinaio d'immagini che ha poi stampato su un disco super sicuro, che il novembre scorso è stato lanciato nello spazio. Il satellite con le immagini è stato lanciato abbastanza lontano da sottrarsi all'attrazione gravitazionale terrestre e quindi, si spera, resterà a galleggiare là fuori anche dopo che il nostro sistema solare sarà esploso, trasportando così con sé l'ultima testimonianza visiva della razza umana.
All'interno del transonic windtunnel, NASA Ames Research Center
All'interno del transonic windtunnel, NASA Ames Research Center
Così come l'opera di Ben Hayoun è stata eseguita da musicisti dilettanti, anche le foto che Paglen ha scelto, alla fine, sono state scattate per lo più da fotografi non professionisti, nei contesti più vari. Al di là dell'interesse degli Stati Uniti per l'esplorazione di altri mondi (che, dalla cancellazione del programma di space shuttle, sembra essere meno prioritaria), si può quindi dire – con certezza – che gli artisti sono ancora ispirati dal vuoto stellato che ci sovrasta. Immagino che progetti come quelli di Paglen e di Ben Hayoun rappresentino un piccolo passo per la scienza, ma un grande passo per loro. O forse è il contrario?

International Space Orchestra, il film e il progetto, faranno parte della mostra "Space Odyssey 2.0" allo Z33 di Hasselt, Belgio, dal 17 febbraio al 19 maggio 2013.
Prova generale della International Space Orchestra
Prova generale della International Space Orchestra
Prova della International Space Orchestra con Evan Price
Prova della International Space Orchestra con Evan Price
Annette Rodrigues, suonatrice di ukulele della International Space Orchestra e trainer di astronauti
Annette Rodrigues, suonatrice di ukulele della International Space Orchestra e trainer di astronauti
Frank Caradonna, pianista della International Space Orchestra e ingegnere aeronautico, NASA Ames Research Center
Frank Caradonna, pianista della International Space Orchestra e ingegnere aeronautico, NASA Ames Research Center
L'astronauta Yvonne Cagle
L'astronauta Yvonne Cagle
Matthew Linton, violoncellista, fotografato presso la NASA Ames Rescue. Photo Nelly Ben Hayoun
Matthew Linton, violoncellista, fotografato presso la NASA Ames Rescue. Photo Nelly Ben Hayoun

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