Studio Visit 03: MammaFotogramma

Il giovane quintetto italiano ci invita a scoprire il suo spazio di lavoro, dove un architetto, un artigiano, uno scenografo, un illustratore e un costruttore di bambole e set si sono ricavati un angolo semanticamente autonomo.

Ogni mese, forse ogni settimana, a Milano nasce una nuova realtà in qualche modo legata al design. Stagionalmente un'altra fiera, festival o festa del settore ne celebra il battesimo. Dopodiché, una percentuale sconfortante non supera il primo anno di vita, ma questo è un dato che non si fa in tempo a registrare, perché il rumore della foresta che cresce, rovesciando il celebre detto, è più forte di quello di un albero che cade. E si trasforma presto in brusio. Per la critica, storicizzare tutto quello che avviene è uno sforzo colossale che, solo in certi casi, porta all'emersione di una panna consistente e invitante che si possa pensare di conservare. Perciò, spesso, semplicemente si lascia stare, con la presunzione o il pregiudizio, nel peggiore dei casi, che – specialmente in Italia – non succeda niente di nuovo. E, invece, di MammaFotogramma (Gianluca Lo Presti, Giulio Masotti, Marco Falatti, Federico Della Putta, Ettore Tripodi) credo che valga la pena sapere e, possibilmente, andarci di persona a indagare. Per tre ragioni.

Innanzitutto, perché fa bene alla vista. Rispetto alla standardizzazione di molti studi (ora "location") milanesi, convertiti più all'idea di rappresentanza che di abitazione lavorativa, da MammaFotogramma lo spazio – occupato nel 2010 e oggi in parte in condivisione con altre micro cellule – non funge solo da collettore, ma diventa anche parte del gruppo, lo orienta, lo con-fonde e lo trasforma. Da una casa di produzione ci si aspetterebbe uno spiegamento di apparecchi digitali, computer, video che in realtà non c'è. All'età media del gruppo si perdonerebbe anche una certa approssimazione e caos. Invece, l'impressione è di trovarsi in una macchina avviata e funzionale. L'ex stalla, ex officina, ora è scomposta in un grande ingresso a uso delle scenografie, un laboratorio manifatturiero, un corridoio con cucina che sbuca nella sala di animazione e un altro braccio dove una serie di giunti Innocenti incorniciano gli scaffali e le mensole dello studio.
Lo studio di MammaFotogramma in via Marcantonio dal Re a Milano
Lo studio di MammaFotogramma in via Marcantonio dal Re a Milano
Sembra di essere nel dietro le quinte scompigliato di un teatro sperimentale, solo che qui l'accumulo di materiale, l'organizzazione dell'archivio e la strumentazione a disposizione sono il risultato di un lavoro di decenni. Lo scheletro dello spazio deve la sua forma all'identità dei componenti: un architetto, un artigiano, uno scenografo, un illustratore, un "bambologo" (vale a dire un costruttore evoluto di bambole e set). Mentre l'anima si contende tra l'esordio nella produzione cinematografica animata e le nuove forme espressive in cui sta evolvendo, per esempio l'allestimento e il disegno di interni. Ascoltandoli, sembra un passaggio quasi intuitivo: l'obiettivo è arrivare all'animazione degli stessi prodotti artigianali. Intanto, il tentativo è quello di trasmettere questo valore corale e queste competenze multiple anche ai possibili clienti, che andrebbero ad aggiungersi a un pool di nomi già variamente interessanti: dalla Triennale di Milano a Ventura Lambrate, fino a Mondadori, sfiorata solamente nella possibilità di un progetto di interaction design.
Lo studio di MammaFotogramma in via Marcantonio dal Re a Milano
Lo studio di MammaFotogramma in via Marcantonio dal Re a Milano
La seconda ragione è che fa bene al mondo del progetto pensare che nella faticosa e sterile controversia tra fare analogico e fare digitale, tra sapere artigianale e potere tecnologico, tra autoproduzione come fine, come compromesso o come provocazione, si possa ricavare un angolo semanticamente autonomo. Perciò l'autoprogettazione entra funzionalmente nel processo per costruirsi da sé presse, stampi e strumenti necessari per la realizzazione fisica dei prototipi ma non è il punto d'arrivo; la serie limitata è una possibilità di vita ulteriore di alcuni pezzi impiegati comunque per altri fini, e il 3D è solo uno dei tanti espedienti per la verifica delle potenzialità di un progetto già testato fisicamente. Così, mentre si procede realisticamente (nel senso che la realtà è il pretesto per procedere) capita di imbattersi in scoperte.
Il progetto Allez up a Montreal è un interno fatto a mano, nel quale il processo è portato alla luce e customizzato sulla committenza.
Lo studio di MammaFotogramma in via Marcantonio dal Re a Milano
Lo studio di MammaFotogramma in via Marcantonio dal Re a Milano
Ne è un esempio il progetto Allez up a Montreal, dove il prodotto è un "interno fatto a mano" e il processo è portato alla luce e customizzato sulla committenza, ovvero una palestra per l'arrampicata nel centro dell'isola canadese. Giulio Masotti e Gianluca Lo Presti per due mesi traslocano in un laboratorio messo a disposizione dai gestori della palestra e contiguo al silos che ospiterà l'intervento: lì hanno la possibilità di realizzare in scala 1:1 il progetto di arredo che abiterà per ora la sala di ingresso, lì costruiscono le presse che utilizzeranno per la produzione dei mobili. Lì hanno anche la possibilità di dialogare sia con la famiglia che conduce questa piccola impresa e che spavaldamente ha affidato a due suoi giovani clienti un progetto così importante, sia con gli utenti stessi della palestra.
Lo studio di MammaFotogramma in via Marcantonio dal Re a Milano
Lo studio di MammaFotogramma in via Marcantonio dal Re a Milano
L'ispirazione, in questo caso, deriva infatti anche molto dall'approccio dei climbers, dalla loro condivisione dello spazio e dall'interazione con la natura. Ma soprattutto, MammaFotogramma lì scopre che dalla compressione di vari strati di compensato e rete tessile può derivare un nuovo materiale estremamente elastico e resistente, caldo e meccanico. Un nuovo composto che può piegarsi, sporgersi e, per ora solo nei loro desideri, anche animarsi, come una pelle nuova: perciò lo chiamano WoodSkin© (presentato per la prima volta al concorso di Domus "Autoprogettazione 2.0", è ora diventato marchio registrato con brevetto del materiale depositato).
Lo studio di MammaFotogramma in via Marcantonio dal Re a Milano
Lo studio di MammaFotogramma in via Marcantonio dal Re a Milano
Di questa trovata gestiscono interamente e internamente la manodopera, costruendosi una vera e propria serie di ben 15.000 tasselli che andranno a creare per primo il bancone dell'ingresso. Ora: che le pareti, i muri, le finiture si comportino come materia dinamica e viva è un'idea che circola già da tempo, specialmente nell'ambiente della progettazione automobilistica e nell'allestimento. La novità, qui, consiste nel fatto che la movimentazione si applichi a un prodotto artigianale, combinando meccanica ed elettronica, ma garantendo un progetto che ha la stessa precisione di un prodotto digitale ed è completamente taylor made, così che l'allestimento dell'ambiente risulti cucito fisicamente e progressivamente sulle taglie dei suoi utilizzatori. L'ultima ragione è che fa bene, e ciò basta, incontrare persone "brave" che fanno "bene" il proprio lavoro. Perché, pur nella elementarietà del vocabolario, si tratta di una "bella" eccezione e, per una volta, non si compie nello scantinato buio e defilato di qualche freestyler straniero, ma qui, nella sala di prova di un quintetto nuovo e italiano. Chiara Alessi (@chiaralessi)
La sala posa all'interno dello studio
La sala posa all'interno dello studio
MammaFotogramma: intervento di design <i>site-specific</i> che ha dato alla luce una serie di pezzi unici realizzati per il Luna Caffè nel cuore del nuovo design district di Ventura-Lambrate a Milano
MammaFotogramma: intervento di design site-specific che ha dato alla luce una serie di pezzi unici realizzati per il Luna Caffè nel cuore del nuovo design district di Ventura-Lambrate a Milano
MammaFotogramma: allestimento della mostra "Al gran sole carico d'amore" alla Triennale di Milano, 2011
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In occasione di <i>Io Volo</i>, reality sul volo in aliante, MammaFotogramma ha realizzato un allestimento scenografico componibile per dare vita a una serie di scene riprese dal vero, che illustrano le principali problematiche e verità fondamentali del volo a vela, con incredibili effetti speciali
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