RCA: The Perfect Place to Grow

Il Royal College of Art celebra il suo 175° compleanno con una mostra di oltre 350 opere di circa 180 tra docenti e studenti; partecipazioni multiformi e di alto livello: da Edwin Lutyens e Henry Moore a Konstantin Grcic e Tracey Emin.

Nel 2012 il Royal College of Art celebra il suo centosettantacinquesimo compleanno. L'istituto, il più antico tra le scuole d'arte e di progettazione oggi in attività, non mostra i segni dell'età: ogni anno attrae un numero sempre crescente di artisti, designer e architetti che, per non parlare dei loro predecessori, lasceranno un segno indelebile nel panorama creativo non solo britannico.

La scuola celebra il compleanno con The Perfect Place to Grow ("Il posto perfetto per crescere"), mostra di oltre 350 opere create da circa 180 tra docenti e studenti. A cura dell'attuale rettore Paul Thompson e di Robert Upstone, già curatore della Tate e direttore della Fine Art Society, la mostra vanta partecipazioni multiformi e di alto livello, da Edwin Lutyens e Henry Moore a Konstantin Grcic e Tracey Emin, dalla cui installazione del 2001 trae il titolo. Il titolo di Emin, pur alludendo all'intento promozionale della mostra, si apre alla promessa di non chiudere gli occhi sui tempi in cui la scuola era "tutt'altro che perfetta", per riprendere il famigerato verdetto della stessa Emin secondo la quale il momento migliore del RCA era quando ti comunicava che accettava la tua iscrizione.

"The Perfect Place to Grow" si estende in tre gallerie espositive della sede di Kensington del RCA. L'allestimento è dello studio Casson Mann (Dinah Casson è stata presidente del corso di Architettura), mentre il Research Studio, fondato dal decano di Comunicazione Neville Brody, si è occupato della grafica. Quest'ultima comprende, nella prima sala, un'interessante cronologia che utilizza dipinti, fotografie, lettere e altri strumenti di comunicazione d'epoca per tracciare la storia del RCA, dalla nascita nel 1837 come Government School of Design al recente ampliamento nell'area di Battersea, nella parte meridionale di Londra.
In apertura: Tracey Emin,<i>The Perfect Place to Grow</i>, 2001, tecnica mista. © Tate, London 2012, Courtesy Tracey Emin. Qui sopra: Barber & Osgerby: Edward Barber & Jay Osgerby, De la Warr Chair, 2005, sedia in metallo disegnata per il padiglione De la Warr.  © Edward Barber & Jay Osgerby
In apertura: Tracey Emin,The Perfect Place to Grow, 2001, tecnica mista. © Tate, London 2012, Courtesy Tracey Emin. Qui sopra: Barber & Osgerby: Edward Barber & Jay Osgerby, De la Warr Chair, 2005, sedia in metallo disegnata per il padiglione De la Warr. © Edward Barber & Jay Osgerby
Il resto della mostra si divide in quattro settori tematici secondo un criterio più o meno cronologico: "Arte per l'industria", "Destinazione pubblica", "Espressione personale" e "Espressione politica". I curatori hanno identificato questi temi come i principali punti focali della formazione britannica all'arte e al progetto, il che suona certamente verosimile per la prima sezione. Riprendendo il titolo del saggio del 1934 del critico d'arte Herbert Read (trad. it. di Gillo Dorfles, Arte e industria: fondamenti del disegno industriale, Milano, Lerici, 1962) la sezione si pone nel solco del perenne dibattito sul valore dell'arte: deve servire i commerci o ci si deve schierare a favore dell'"arte per l'arte"? I pezzi qui presentati si collocano decisamente nel primo campo, in una rassegna completa che va da una teiera del 1850 del fondatore del Victoria & Albert Museum sir Henry Cole a un aspirapolvere Dyson, a una Porsche 911 e alla più recente collezione di Christopher Bailey per Burberry.
Ron Arad, Rover Chair, 1981. © Courtesy Ron Arad Associates, London
Ron Arad, Rover Chair, 1981. © Courtesy Ron Arad Associates, London
In qualche caso, la suddivisione tra le sezioni non è ben netta. La causa in parte sta nella distribuzione degli spazi, ma anche in una tassonomia che a volte appare artificiosa. Per esempio, "Destinazione pubblica" cerca di mettere sotto un unico cappello due tipi molto differenti di progetto: il progetto degli spazi pubblici e il progetto per il settore pubblico. In quest'ultimo contesto occupa una posizione centrale il crescente impegno del design del XX secolo nella propria responsabilità sociale, e bene fa il RCA ad andare orgoglioso del suo lavoro nel settore, svolto attraverso l'Helen Hamlyn Centre, fondato nel 1999 e oggi uno dei principali poli mondiali della ricerca inclusiva e orientata al sociale.

La terza sezione si apre con l'installazione The Perfect Place to Grow di Emin, alta struttura a capanna circondata da fogliame che rende omaggio al padre dell'artista, cattivo carpentiere, ma abile giardiniere. Dato che la sezione è dedicata all'espressione personale non sorprende che siano prevalenti le sculture e le opere su tela, nonostante qualche incursione nella ceramica e nella moda.
Per l'occasione di vedere opere di tanti prestigiosi professionisti di settori tanto distanti riunite in un solo luogo e per la panoramica sulla storia della formazione all'arte e al progetto in Gran Bretagna, "The Perfect Place to Grow" è una mostra che va vista.
Foto di gruppo al RCA nel 1894. © Royal College of Art Archive
Foto di gruppo al RCA nel 1894. © Royal College of Art Archive
Sono rimasta sorpresa da alcuni dei progetti esposti qui, tra cui il design critico di Anthony Dunne e di Fiona Raby, fianco a fianco con Jasper Morrison e Ron Arad. Questi pezzi sono collocati vicino all'ingresso della sezione conclusiva della mostra, Espressione politica. Una collezione altrettanto multiforme e onnicomprensiva: dalla politica di genere a quella razziale, religiosa, alla critica del corpo e del postcolonialismo, come si vede nella convincente chaise longue The Negress e nel comodino Mammy di Simone Brewster, del 2010. Fitta di opere del livello di Jonathan Barnbrook, David Hockney e Gavin Turk, è la sezione più contenuta della mostra e tuttavia forse la più importante, data il quantità di crisi in cui ci troviamo oggi.
David Adjaye, interno dello Smithsonian Institute, Washington DC, 2012. © David Adjaye
David Adjaye, interno dello Smithsonian Institute, Washington DC, 2012. © David Adjaye
Ferma restando la sua attualità, le limitate dimensioni di "Espressione politica" sono rivelatrici, perché la sezione sottolinea come la concezione comprensibilmente celebrativa della mostra ne mini la capacità critica e la lungimiranza: mancano le opere degli studenti di oggi ed è assente qualunque tentativo di affrontare le molteplici sfide che attualmente la formazione all'arte si trova a fronteggiare in Gran Bretagna, compreso l'aumento delle tasse d'iscrizione che impedisce a tanti aspiranti di studiare al RCA. E tuttavia, malgrado queste pecche (e beninteso parlando da ex studente della scuola), per l'occasione di vedere opere di tanti prestigiosi professionisti di settori tanto distanti riunite in un solo luogo e per la panoramica sulla storia della formazione all'arte e al progetto in Gran Bretagna, "The Perfect Place to Grow" è una mostra che va vista.
Sir Edwin Lanseer Lutyens, residenza del vicerè, New Delhi, c.1912, disegno. © RIBA
Sir Edwin Lanseer Lutyens, residenza del vicerè, New Delhi, c.1912, disegno. © RIBA
Il Royal College of Art nel 1905. © Royal College of Art Archive
Il Royal College of Art nel 1905. © Royal College of Art Archive

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