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La Settimana del Design di Pechino

Un surreale evento in rosso all'insegna dello slogan "Progettato in Cina, prodotto nel mondo": la cerimonia inaugurale della Settimana del Design di Pechino.

Dal 28 settembre al 3 ottobre Pechino ha celebrato la sua prima Settimana del Design, e dall'intento di portare in Cina il pubblico internazionale del design è nata una Triennale del design. I ministeri della Cultura e della Pubblica istruzione, insieme con l'Università Tsinghua, hanno presentato un programma di manifestazioni collaterali all'insegna di una progressiva presa di distanze dalla produzione di massa a basso costo in favore della cultura dell'innovazione, della creatività e dei prodotti ad alto valore aggiunto. Le manifestazioni principali della settimana erano allestite in luoghi di prim'ordine: il National Art Museum of China, che ha fatto da vetrina a pezzi del design internazionale, il China Millennium Monument, riservato alle tendenze emergenti del design, e lo Shijitan Contemporary Art Center, dove Alessi ha presentato i progetti commissionati a otto architetti cinesi per otto prodotti disegnati sul tema (Un)forbidden City: "La città (non) proibita".

Sono stato invitato a Pechino a partecipare a una delle mostre allestite in occasione della Triennale: What if…, a cura dello studio Dunne & Raby, presso il National Museum of China. Da attore e da spettatore di questo 'capriccio' sono stato presente alle serate inaugurali – che erano più numerose delle mostre di design e degli eventi stessi. Al mio arrivo ho trovato a Pechino una manifestazione grande quanto l'intera città. Come se fossimo tutti lillipuziani in una triennale in casa Gulliver. La Cina non solo amplia la tradizione fantasmagorica delle cerimonie inaugurali, ma la porta a nuovi, spettacolari livelli. Ovviamente dare spazio e gestire eventi di questo genere per la Cina è un modo fondamentale di acquisire una posizione culturale di livello mondiale adeguata a quella politica ed economica che ha recentemente raggiunto, affermando la nuova importanza di una comunità creativa prima isolata.
La Grande Sala del Popolo. Foto Nelly Ben Hayoun
La Grande Sala del Popolo. Foto Nelly Ben Hayoun
Alla cerimonia inaugurale tenuta al China Millennium Monument i presentatori non hanno deluso le aspettative quanto a elementi di spettacolo. Sul filo di un'evidente riferimento a Incontri ravvicinati del terzo tipo il pezzo forte era costituito da una bizzarra, futuristica struttura dotata di pinnacolo, architravi di bronzo, fontane e di una cosa battezzata "sacro Quadrato di Fuoco" – tutto di forte carica simbolica.

Sono poi comparsi i presentatori, che hanno invitato a raggiungerli gli onorevoli ambasciatori del design al seguito della manifestazione internazionale: siamo riusciti a riconoscere Alberto Alessi, Paul Cocksedge, il presidente del London Design Festival Sir John Sorrell, la direttrice del Dansk Design Center Merete Brunander e altri ancora. È seguita una serie stupefacente di scene che comprendevano un bimbo, una lavagna, una domanda ad Alessi su come vede il futuro, una risposta incomprensibile che tutti hanno applaudito e infine l'ingresso di cinque membri del governo che hanno azionato cinque giganteschi cicalini scatenando gli effetti stroboscopici dell'astronave.
Tappeto rosso nella Grande Sala del Popolo. Foto Nelly Ben Hayoun
Tappeto rosso nella Grande Sala del Popolo. Foto Nelly Ben Hayoun
Musica pop a tutto volume scaturiva da altoparlanti giganteschi nel corso dello spettacolo luminoso e a stento riuscivo a scorgere la cima del Millennium monumento a causa della fitta nebbia che copriva la scena… e, dato che anche l'emittente televisiva statale CCTV riprendeva l'evento dal vivo, all'inaugurazione della triennale hanno assistito miliardi di cittadini cinesi.

Queste concessioni alla spettacolarità hanno messo in ombra le mostre, che comprendevano Creative Junctions, Good Guys, Rethinking Bamboo, Reason Design Emotion, oltre alla già citata What if… Mi sono venuti in mente i problemi della città ospite, città di cui Ai Weiwei ha dato una celebre definizione: "Un incubo… un incubo continuo".
La cerimonia d'apertura. Foto Nelly Ben Hayoun
La cerimonia d'apertura. Foto Nelly Ben Hayoun
La Triennale era enorme, complessa, senza tregua, originale e rossa… Se l'esigenza di 'buon design' è relativamente semplicistica, con la sua affermazione che "l'obiettivo finale […] è favorire la trasformazione da 'Prodotto in Cina' a 'Progettato in Cina'", i suoi imperativi sono in contraddizione con la formazione da un lato e dall'altro con l'affermazione che la Cina è alla testa della creatività asiatica. Tutto ciò è 'permesso' perché il design è ancora considerato una forma 'sicura' di creatività? Design significa compromesso?

O non sta piuttosto crescendo in questo momento una diffusa, genuina curiosità? Sarebbe scorretto non sottolineare il fatto che i contenuti di questo festival mostrano una qualità crescente, che molti eventi si sono svolti in quartieri relativamente piccoli del denso tessuto urbano di Pechino e che i responsabili degli eventi hanno scelto proposte d'avanguardia di curatori e designer internazionali. Va riconosciuto che ciò, nel contesto politico attuale, rappresenta un passo avanti.
<i>What is your vision of the future</i>. Foto Nelly Ben Hayoun
What is your vision of the future. Foto Nelly Ben Hayoun
Ma dove sta il limite? Era praticamente impossibile capire dove si svolgevano gli eventi: se facessero parte del festival del design oppure delle celebrazioni per la festa nazionale dell'anniversario di fondazione del Partito Comunista Cinese. Tra le numerose manifestazioni cui ho assistito, come facevo a sapere che sfilava per che cosa? Mi sono portato a casa sei borse, dieci spilline, sette volumi per la stessa manifestazione, due distintivi e cinque inviti a cerimonie ufficiali. Mi sono anche comprato un paio di scarpe la cui etichetta ammonisce a "tenerle al riparo dagli alimenti e dalle fonti di calore" – ovviamente Made in China. Come lo stupefatto K del Castello di Kafka ho cercato disperatamente di identificare le misteriose autorità che per ignoti motivi governavano quel villaggio, da quelli che in Cina producono ai funzionari che gestivano l'intera manifestazione. Quel che ho trovato è stato un gran numero di funzionari, una buona dose di surrealismo; ma credo di essermi perduto sulla Grande Muraglia… Nelly Ben Hayoun
Interno della Grande Sala del Popolo. Foto Nelly Ben Hayoun
Interno della Grande Sala del Popolo. Foto Nelly Ben Hayoun
Preparazione per la giornata di festa nazionale. Verifica anti esplosione
Preparazione per la giornata di festa nazionale. Verifica anti esplosione
Bandiere rosse. Foto James Auger
Bandiere rosse. Foto James Auger
<i>Do not expose to intense meat and hot vehicles.</i> Foto James Auger
Do not expose to intense meat and hot vehicles. Foto James Auger

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