In una capitale dalla riconosciuta bellezza architettonica e l'indiscusso primato nel campo delle arti tutte, dalla musica classica, al teatro e alla danza — Vienna è la città europea con la maggior offerta annuale di eventi culturali — l'idea che ha mosso cinque anni fa i fondatori del festival (la curatrice Tulga Beyerle, il designer e ricercatore all'Università di Arti Applicate di Vienna, ora curatore al MAK Thomas Geisler e la giornalista Lilli Hollein, oggi il team è tutto al femminile) è quella di creare un'occasione di sperimentazione e indagine sul design contemporaneo che ne evidenzi i processi creativi più che le dinamiche di mercato tout court, a indicare che la ricerca è più preziosa del prodotto finito.
Anche se l'Austria non ha avuto in passato una significativa produzione industriale in termini di mass market, negli ultimi dieci anni Vienna ha subito una forte accelerazione in questa direzione che le ha permesso di aprirsi a livello internazionale. Propulsore importante, il Vienna Design Festival.

Il DesignSafari – speciale press tour che chi non ha paura di camminare — ci porta ala scoperta di luoghi dove, dice la Beyerle, anche i viennesi vengono raramente o addirittura non hanno mai visitato: si parte dallo Stilwerk dove il giovane designer Konstantin Schmölzer in collaborazione con Nora Stalzer di Verdarium costruisce un Hochstande, la tradizionale postazione per controllare la natura, in un budello stretto e angusto del palazzo di cristallo al fianco del giardino verticale di Patrick Blanc; con l'aiuto di un esercito di falegnami Smotler costruisce una comoda seduta — comoda una volta raggiunta! — in cima a una castello di scalini alto oltre 4 metri, con rustici pezzi di legno per osservare l'orizzonte e per studiare una nuova prospettiva sull'architettura contemporanea.

Guest Country per il 2011, in onore alla presidenza europea iniziata a luglio di quest'anno, la Polonia, paese recentemente impegnato e presente nel panorama del design internazionale grazie a una politica illuminata del governo capace di finanziare l'apertura di diverse scuole (una fra tutte a Poznan, a firma della carismatica Li Edelkoort) e che ha agevolato cosi le giovani imprese del settore; manovre che queste che hanno visto crescere sempre più talenti negli ultimi anni. La curatrice Agnieska Jacobson-Cielecka presenta una mostra dal titolo Just A Thing tratteggiando le tendenze di questi giovani talenti polacchi. Completa la presenza della Polonia un solo show di Oskar Zieta che nella sede di Sotheby's, il prestigioso palazzo storico Wilczek, presenta Reflections, un'installazione composta da cinque scatole magiche che racchiudono i suoi oggetti gonfiati (realizzati con la nota tecnologia FiDU) su pattern psicadelici. Zieta gioca con curiosi effetti ottici per affermare che il design può anche essere un modo per leggere la realtà e diventare una deliberata e giocosa illusione.
Il design è molto di più di una serie di oggetti in mostra noi puntiamo sul processo e sulla sperimentazione, attraverso il confronto e il dibattito con la tradizione locale, con la nostra storia.







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