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Vienna Design Week 2011

Una selezione degli eventi e progetti più interessanti alla settimana del design austriaca, che punta sulla sperimentazione e il confronto con la tradizione locale.

Ha inaugurato il 29 Settembre la 5a edizione della Vienna Design Week, la maratona viennese di undici giorni che passa in rassegna le ultime tendenze del disegno industriale con una particolare attenzione alla tradizione austriaca grazie alla stretta collaborazione con le più prestigiose aziende nazionali tra cui J.&L. Lobmeyr, Wiener Silbermanufaktur e Mühlbauer — che sostengono il progetto Passionswege — e istituzioni della capitale tra cui il Museo MAK, l'University of Applied Arts, il Liechtenstein Museum e il Vienna Museum Of Technology.

In una capitale dalla riconosciuta bellezza architettonica e l'indiscusso primato nel campo delle arti tutte, dalla musica classica, al teatro e alla danza — Vienna è la città europea con la maggior offerta annuale di eventi culturali — l'idea che ha mosso cinque anni fa i fondatori del festival (la curatrice Tulga Beyerle, il designer e ricercatore all'Università di Arti Applicate di Vienna, ora curatore al MAK Thomas Geisler e la giornalista Lilli Hollein, oggi il team è tutto al femminile) è quella di creare un'occasione di sperimentazione e indagine sul design contemporaneo che ne evidenzi i processi creativi più che le dinamiche di mercato tout court, a indicare che la ricerca è più preziosa del prodotto finito.

Anche se l'Austria non ha avuto in passato una significativa produzione industriale in termini di mass market, negli ultimi dieci anni Vienna ha subito una forte accelerazione in questa direzione che le ha permesso di aprirsi a livello internazionale. Propulsore importante, il Vienna Design Festival.
Foto di apertura: Hermann Trebsche da Ballons & Ballons. Photo© Kollektiv Fischka. Qui sopra: <i>Refections by Oskar Zieta</i>. Photo © Kollektiv Fischka.
Foto di apertura: Hermann Trebsche da Ballons & Ballons. Photo© Kollektiv Fischka. Qui sopra: Refections by Oskar Zieta. Photo © Kollektiv Fischka.
"Il design è molto di più di una serie di oggetti in mostra", afferma la Bayerle, "noi puntiamo sul processo e sulla sperimentazione, attraverso il confronto e il dibattito con la tradizione locale, con la nostra storia". Il festival continua crescere anno dopo anno per invadere tutta la città, non più solo il centro storico. Quest'anno il quartiere Leopoldstadt, il secondo distretto, con l'imponente Stilwerk a firma di Jean Nouvel, è il centro nevralgico del progetto di Talks e Laboratory: "anche per questa edizione avremmo un occhio di riguardo alla scena locale grazie a diversi workshop e lecture che si terranno in quartieri dove il design non è meno familiare", commenta Tulga Beyerle. Perfino Ballons&Ballons, un colorato negozio di palloni e gadget per feste e celebrazioni diventa teatro di un esperimento con ghiaccio, aria e acqua intrappolati dentro palloncini di Hermann Trebsche.

Il DesignSafari – speciale press tour che chi non ha paura di camminare — ci porta ala scoperta di luoghi dove, dice la Beyerle, anche i viennesi vengono raramente o addirittura non hanno mai visitato: si parte dallo Stilwerk dove il giovane designer Konstantin Schmölzer in collaborazione con Nora Stalzer di Verdarium costruisce un Hochstande, la tradizionale postazione per controllare la natura, in un budello stretto e angusto del palazzo di cristallo al fianco del giardino verticale di Patrick Blanc; con l'aiuto di un esercito di falegnami Smotler costruisce una comoda seduta — comoda una volta raggiunta! — in cima a una castello di scalini alto oltre 4 metri, con rustici pezzi di legno per osservare l'orizzonte e per studiare una nuova prospettiva sull'architettura contemporanea.
Festival Talk con Jerszy Seymour. Photo © Kollektiv Fischka.
Festival Talk con Jerszy Seymour. Photo © Kollektiv Fischka.
"È una postazione sopraelevata che permette una percezione analitica delle cose che ci circondano, una metafora dell'atteggiamento austriaco di essere pragmatici e rispettosi dei valori reali della tradizione con un occhio per la natura", dice, ecco perché posizionato vicino alla parete verde del francese. Un modo per portare la natura in città, per scoprire uno scenario obbligatorio, per starsene un po' da soli lassù in alto; interpretazione del giovane designer della teoria della città verticale già indagata da architetti come Yona Friedman e Rem Koolhaas.

Guest Country per il 2011, in onore alla presidenza europea iniziata a luglio di quest'anno, la Polonia, paese recentemente impegnato e presente nel panorama del design internazionale grazie a una politica illuminata del governo capace di finanziare l'apertura di diverse scuole (una fra tutte a Poznan, a firma della carismatica Li Edelkoort) e che ha agevolato cosi le giovani imprese del settore; manovre che queste che hanno visto crescere sempre più talenti negli ultimi anni. La curatrice Agnieska Jacobson-Cielecka presenta una mostra dal titolo Just A Thing tratteggiando le tendenze di questi giovani talenti polacchi. Completa la presenza della Polonia un solo show di Oskar Zieta che nella sede di Sotheby's, il prestigioso palazzo storico Wilczek, presenta Reflections, un'installazione composta da cinque scatole magiche che racchiudono i suoi oggetti gonfiati (realizzati con la nota tecnologia FiDU) su pattern psicadelici. Zieta gioca con curiosi effetti ottici per affermare che il design può anche essere un modo per leggere la realtà e diventare una deliberata e giocosa illusione.
Il design è molto di più di una serie di oggetti in mostra noi puntiamo sul processo e sulla sperimentazione, attraverso il confronto e il dibattito con la tradizione locale, con la nostra storia.
Passionswege 2011: Hermann Trebsche da Ballons & Ballons. Photo © Kollektiv Fischka.
Passionswege 2011: Hermann Trebsche da Ballons & Ballons. Photo © Kollektiv Fischka.
L'austriaca di origine polacca Patrycia Domanska, all'interno del progetto Passsiowege — che porta le due direttrici del festival a scegliere quale designer lavorarerà con una specifica azienda — si cimenta con il tradizionale costume femminile dirndl lavorando a stretto contatto con la storica azienda Trachten Tostmann. La designer ha creato con le sue mani un marchingegno dalla foggia delle tradizionali macchine da cucire che funziona invece con piccoli timbri a inchiostro, un nuovo modo per combinare tradizione e innovazione: i visitatori sono invitati a creare i loro decori con la macchina della Domanska e i tre pattern dai nomi femminili Margarete, Rosemarie e Yasmina.
Guided Tours: Design Museal, Design Funktional, Design Überall. Photo © Kollektiv Fischka.
Guided Tours: Design Museal, Design Funktional, Design Überall. Photo © Kollektiv Fischka.
Anche il Social Design gioca un ruolo molto importante in questa edizione del festival con il programma Carte Blanche; il designer Michael Fetz in collaborazione con il sociologo e fotografo Florian Rainer indaga il mondo degli homeless della città; Greta Hauer e Delphine Rumo lavorano sulla relazione tra gli uomini e gli animali mentre Anna Rosinke, Balazs Fenyes e Maciej Chmara si interrogano sulla coscienza green. Vera Wiedermann prende possesso di una panetteria per indagare l'insolito approccio con il prodotto principale, facendo diventare il pane sinonimo della cultura consumista dello spreco con un tripudio di farina che avvolge il piccolo negozio, mentre il team inglese Postler Ferguson crea un imperdibile pop up shop al Café Sonya. All'Atelier Diana und Philippe Telliez, una miniera d'oro per chi è alla ricerca della tappezzeria più rara e sofisticata dagli anni '50 in poi, le due polacche di Beza Projekt dopo aver indagato l'archivio delle stoffe aggiungono della pelle scultoria a sedute a dondolo dal grande cuscino trapuntato invadendo il negozio e facendo di queste altalene raffinati e preziosi pezzi per l'interno e non più per il giardino. "L'altalena ha un che di romantico. La seduta ha uno stile tradizionale e raffinato per l'impiego delle stoffe iridescenti e della pelle per lo schienale ma il solo fatto di poterci dondolare gli attribuisce un che di moderno", sottolineano le due designer polacche. Non poteva mancare una competition promossa da Nespresso e un Premio, il Young Design Prize di Rado, l'azienda svizzera di orologi. E ancora Kikkoman, la tradizionale salsa di soia giapponese, rinfresca la sua tradizionale bottiglia con multicolorate strisce concentriche: l'edizione limitata del prodotto va a ruba durante il festival.
esterni: Volkertplatz Is A Great Place To Be.
esterni: Volkertplatz Is A Great Place To Be.
Delizioso il lavoro del designer Christian Haas che reinterpreta il tradizionale vetro viennese in chiave contemporanea. Ma a stravolgere il cristallo ci pensa Philippe Maloin, canadese passato per Eindhoven e ora di base a Londra – per anni al fianco di Tom Dixon — invitato a lavorare con lo storico marchio Lobmeyer: il suo progetto dal titolo Time Elapse vuole esprimere il valore del tempo e ci restituisce un'interpretazione accattivante della lentezza e della fragilità caratteristica dei prodotti dell'azienda utilizzando la sabbia, materiale base per la produzione del cristallo e già materiale utilizzato da secoli per scandire il tempo. Tre clessidre in tre dimensioni diverse dalla forma del grande cavo del bicchiere rovesciato rispecchiano registrano i secondi che vanno come indicato da impercettibili linee concentriche intarsiate ad arte; ogni linea rappresenta un minuto di lavoro. Le tre clessidre sono poi accompagnate da un marchingegno in ottone alto oltre due metri che, grazie a bilancieri e rotando come una spirale, fa cadere la sabbia a terra e ci regala il disegno del tempo sul pavimento. "L'ispirazione per questo articolato congegno proviene dai fantastici candelabri dalla lavorazione certosina, che Lobmeyer produce insieme ai più noti cristalli", dice Malouin.
Passionswege 2011: Tapessier Telliez & Beza Projekt. Photo © Kollektiv Fischka.
Passionswege 2011: Tapessier Telliez & Beza Projekt. Photo © Kollektiv Fischka.
Per visitare tutti gli eventi senza farsi sviare dalla bellezza della città e alla sua offerta culturale - non ultima quella gastronomica - servirebbero davvero più di undici giorni; bravi gli organizzatori del Festival a invitare i tanti pellegrini alla maratona e alla scoperta di inediti itinerari. "Il numero di visitatori ha raggiunto le 26.000 presenze quest'anno e non si tratta soltanto di viennesi, abbiamo molti ospiti internazionali" dichiara Lilli Hollein; "grazie al Festival la percezione del design in città è considerevolmente aumentata e la relazione di scambio che si instaura tra i designer internazionali e le aziende nazionali è per noi il simbolo del successo di questo progetto". Procedere in questa direzione!
Philippe Malouin da Lobmeyr. Photo © Kollektiv Fischka.
Philippe Malouin da Lobmeyr. Photo © Kollektiv Fischka.
Just A Thing da Heiligenkreuzerhof. Photo © Kollektiv Fischka.
Just A Thing da Heiligenkreuzerhof. Photo © Kollektiv Fischka.

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