Per comprendere il pensiero, il metodo e il lavoro di Enzo Mari – quasi 1.800 progetti in oltre cinquant’anni – non si poteva che partire da due punti fermi: lo sforzo verso la qualità totale e l’etica da applicare a ogni singolo aspetto del progetto.

È quanto hanno fatto due suoi ex collaboratori, Alessio Bozzer e Beatrice Mascellani, fondatori con Marco Minuz dell’Associazione Culturale Terre d’Arte e curatori della bella mostra “Questo non è uno scolapasta”, allestita nelle sale di Palazzo Gopcevich dall’11 aprile al 21 maggio. Anche attraverso le voci di alcuni designer, giornalisti, imprenditori e architetti (Ettore Sottsass, Andrea Branzi, Alberto Alessi, Alberto Bassi e Cini Boeri), l’itinerario ci guida alla scoperta di uno dei principali artisti e designer dei nostri tempi.

L’invito rivolto ai visitatori, e suggerito fin dal titolo di sapore surrealista, è a giudicare ciò che vedono con i propri strumenti perché, spiegano i curatori, “un oggetto di design non è solo quello che si vede, ma tutto ciò che esso rappresenta”. E.S.