Pubblicato in origine su Domus 531 / febbraio 1974

L'ultima opera di Robert Smithson

In un paesaggio arido e astratto, bruciato dal sole per 350 giorni l'anno, si è compiuta l'ultima opera di Robert Smithson (1938-1973), che con questo lavoro concludeva la trilogia, iniziata con Spiral Jetty 1970, a Great Salt Lake, nello Utah, e con The Broken Circle 1971, a Emmen, in Olanda. Amarillo Ramp è infatti situata a Tevocas Lake, un lago artificiale della Fattoria Marsh a 17 miglia a nord di Amarillo, nel Texas Panhandle.

L'idea di realizzare un lavoro in un lago artificiale era data dall'esigenza, analogica e storica, di integrare o affiancare a un'opera utilitaria di irrigazione, un intervento artistico, di esteticizzazione del territorio. L'ambiente semiarido, attraversato da continui tornados, era stato scelto per le sue caratteristiche fisiche e atmosferiche, capaci di mutare il colore della terra e delle rocce con il variare dell'incidenza solare.

La rampa, di pietre di roccia sabbiosa con venature bianche, parte dalla sponda del lago e vi si addentra per 120 metri. La sua direzione e posizione è dettata dai contorni naturali ed il suo diametro, oscillante da 45 a 50 metri, interno ed esterno, è il massimo realizzabile per la capienza del lago. Quando il lago non è asciutto, al normale livello dell'acqua, la rampa, che parte da zero, emerge di tre metri, ed occupa metà del lago.

Percorrendola si ha la sensazione di addentrarsi in uno spazio senza fine che oscilla, dalla terra al cielo, fuori del tempo.