Dopo 15 anni, la piscina galleggiante di New York sta per diventare realtà

Dalla campagna Kickstarter alla possibile apertura nel 2027, abbiamo ricostruito la storia di Pool+, la futuristica piscina filtrante dell'East River, con Kara Meyer, Managing Director del progetto.

+POOL, Pier 35, New York

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Il progetto + Pool, la piscina galleggiante capace di filtrare l’acqua del fiume, entra nella fase di prototipazione in esercizio.  Dopo la realizzazione, quest’anno, della prima struttura galleggiante — pari a un “braccio” della “+” di circa 185 mq — il team sta costruendo la vasca e il sistema di filtrazione integrato. L’obiettivo è completare la validazione sul campo delle regole approvate di recente e definire procedure operative e manutentive prima della versione completa. In occasione del festival Utopian Hours — nona edizione, tema “United Cities”, dal 17 al 19 ottobre 2025 alla Centrale — Nuvola Lavazza di Torino — Kara Meyer, direttrice del progetto, interverrà in uno dei panel dedicati ai waterfront urbani e alle infrastrutture pubbliche che abilitano nuovi usi dell’acqua.

L’idea nasce nel 2010 come risposta diretta a un bisogno urbano e attiva subito una comunità che consente di finanziare una campagna Kickstarter. Nel 2015 viene poi costituita la non profit incaricata di sviluppare il progetto; la pandemia rallenta il percorso per circa un anno e mezzo, mentre il baricentro del lavoro si sposta progressivamente sul quadro regolatorio. “Una delle cose di cui andiamo più fieri è il lavoro normativo”, spiega Kara Meyer, managing director del progetto. “Se posso dire qualcosa alla comunità del progetto e del design è: andate a vedere queste nuove regole e proponete progetti sull’acqua a New York, perché oggi c’è un percorso per farli. E non deve essere per forza una piscina a forma di “più”: c’è un percorso e delle varianti. Leggetele, traetene ispirazione e proponete altre idee”.

Utopian Hours, Torino

Questo rende il prototipo non solo un test tecnico, ma un banco di prova per replicabilità e governance. Il risultato meno visibile ma più strutturale è oggi un precedente amministrativo: un percorso ufficiale, pubblicato sui siti dei dipartimenti competenti, che consente di proporre non solo interventi tecnicamente simili, ma anche processi bottom-up. “Ci muoviamo sul terreno del cambiamento di policy e dell’avvio del progetto. E credo che questa sia la parte interessante di + Pool: i cittadini possono chiedere qualcosa per la propria città, innescarla e lavorare sodo per svilupparla, senza che debba per forza essere un processo top-down”, continua Meyer. “Ci sono esempi più infrastrutturali come Parigi, dove dieci anni fa la sindaca ha dichiarato di voler rendere balneabile la Senna. Ma possiamo anche partire da progetti meno ambiziosi: noi abbiamo acceso un movimento nato dalla comunità”.


Sul piano economico-gestionale, i promotori ipotizzano un modello potenzialmente più accessibile rispetto a una piscina pubblica tradizionale, grazie alla minore incidenza fondiaria e all’uso dell’acqua del fiume. La timeline, ad oggi, è scandita da due passaggi: ulteriori test a scala reale nell’estate 2026 e, se positivi, prima stagione di apertura al pubblico nell’estate 2027. “Questa è la timeline; partner pubblici e percorso ci sono. A meno che la scienza non fallisca — e i test su scala minore sono incoraggianti — puntiamo a quella data”. Restano variabili l’iter autorizzativo, la verifica del rendimento dei filtri in esercizio e la definizione dell’assetto gestionale.

Parallelamente al cantiere, la non profit ha attivato programmi educativi e sociali per preparare l’utenza e ridurre barriere economiche e culturali: corsi learn-to-swim per migliaia di bambini e adulti, percorsi nelle scuole e strumenti di divulgazione sulla qualità dell’acqua, inclusa un’installazione che visualizzava in tempo reale parametri come pH, ossigeno disciolto ed enterococchi. “Quando avremo la struttura, non tutti ne potranno beneficiare se non sanno stare in acqua in sicurezza: quel lavoro andava iniziato subito”.

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La localizzazione definitiva è prevista in un’area con storiche criticità ambientali, su richiesta attiva della comunità locale. All’orizzonte, l’eventuale trasferimento del modello in altri punti della città — o in altre città — è oggi più praticabile grazie al combinato di know-how tecnico e percorso regolatorio. “Ora sappiamo come costruirla e, se la vostra città non ha un processo, possiamo consigliare come impostarlo. Possiamo supportare movimenti dal basso e municipalità”. Tutto, però, è iniziato da un sogno ingenuo di giovani professionisti. “Io lavoravo a Storefront for Art and Architecture e ho conosciuto i progettisti casualmente. L’idea era semplice, aspirazionale e bella: un esempio di come il design possa ispirare una comunità. Avevano già fatto studi di fattibilità, raccolto fondi su Kickstarter e volevano seguire il modello della High Line creando una non profit. Mi chiesero di guidarla. All’inizio dissi di no, ma mi hanno convinta. Era dieci anni fa”.

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  • Utopian Hours 2025
  • 17—19 ottobre 2025
  • La Centrale Nuvola Lavazza + Dorado, Torino, Italia
  • I biglietti per Utopian Hours 2025 a Torino vanno da €10 a €300, con prezzi ridotti per under 30, opzioni giornaliere e pass completi di 3 giorni per professionisti e pubblico generale.
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