Posizionato all’interno dell’Inner Harbor della città americana, il prestigioso National Aquarium di Baltimora ha collaborato con lo studio Ayers Saint Gross per produrre una zona umida galleggiante sostenibile per espandere l’habitat naturale del suo campus.
L’ambizione dell’istituto è quella di ispirare la conservazione dei tesori acquatici del mondo, attraverso la trasformazione del suo campus in un paesaggio dimostrativo. Chiamato Harbor Wetland, l’habitat naturale ha recentemente aperto al pubblico con una superficie totale di circa 1.000 mq di palude salata.
Il progetto è uno spin off del precedente Waterfront Campus Plan, anch’esso completato da Ayers Saint Gross. Quel progetto ha portato a un prototipo di zona umida galleggiante, per il quale lo studio ha collaborato con il National Aquarium e Biohabitats, McLaren Engineering Group e Kovacs, Whitney & Associates, in continuità con EcoSlip, un concept sviluppato da Studio Gang proprio per creare paludi artificiali.
Le conoscenze acquisite in anni di studio e perfezionamento del prototipo sono diventate la base per il processo di progettazione della realizzazione dell’Harbor Wetland in scala reale.
Architetti e personale dell'acquario hanno ideato un'innovativa tecnologia a pontoni per creare una versione artificiale delle zone umide naturali che un tempo definivano il litorale della regione. Il progetto, costato 14 milioni di dollari, è in grado di attirare molluschi, pesci e uccelli marini. Durante l'orario di apertura, la zona umida funziona anche come parco galleggiante, con una passerella sopraelevata, posti a sedere e strutture ombreggianti progettate per attirare anche i visitatori terrestri.
Oltre a essere uno spazio sociale, la zona umida utilizza oltre 30.000 erbe e arbusti combinati con una tecnologia di aerazione dell’acqua. Una volta che le piante saranno maturate, la mostra fungerà da infrastruttura verde per promuovere acque sane e pulite, attirare specie autoctone e fornire una varietà di habitat per sostenere un ecosistema forte.