Un'indagine condotta dai ricercatori della Università di Miami ha riscontrato che ben 35 edifici delle isole Keys di Miami sono sprofondati fino a otto centimetri nel suolo dal 2016. Le architetture, tra cui la Porsche Design Tower, il Faena Hotel e la Trump Tower III, sono state monitorate per un periodo di sette anni utilizzando un dispositivo chiamato Interferometric Synthetic Aperture Radar (InSAR), un dispositivo sensibile in grado di misurare cambiamenti nella geologia di appena un millimetro, spesso utilizzato per l’ingegneria strutturale.

Lo studio ha preso in esame i grattacieli della fascia di isole costiere al largo della Florida continentale, in centri abitati come Miami Beach, Surfside, Bal Harbor e Sunny Isles Beach. I ricercatori hanno quindi esaminato molti grandi edifici costruiti sulla striscia, metà dei quali costruiti nel 2014 e successivamente, e ha scoperto che 35 erano stati colpiti da sprofondamenti o “cedimenti” compresi tra due e otto centimetri.
Lo studio suggerisce che l’attività di costruzione potrebbe “istigare” la “deformazione” degli strati geologici che forniscono supporto agli edifici. “Attribuiamo il cedimento osservato alla deformazione per scorrimento prolungata, indotta dal carico, degli strati sabbiosi all’interno della pietra calcarea, accelerata, se non addirittura istigata, dalle attività di costruzione”, si legge nel report.
Nonostante l’incertezza sulla stabilità delineata nello studio e le preoccupazioni per l’innalzamento del livello del mare dovuto ai cambiamenti climatici in città, nell'area si continua a costruire strutture imponenti. Recentemente, lo studio Arquitectonica ha completato il grattacielo Five Park di 48 piani a Miami Beach, il più alto della città. Kengo Kuma and Associates sta attualmente lavorando alla struttura di una torre residenziale Aman di 18 piani a Miami Beach.
Immagine di apertura: Miami, Florida Keys. Foto Ryan Parker via Unsplash