Una delle opere d'arte più affascinanti in circolazione è fatta registrando i suoni della montagna

L'artista Yuval Avital attraversa la Valtellina con microfoni e registratori, trasformando voci e suoni del territorio in tre sculture sonore per Milano Cortina 2026.

Dietro le quinte di “Mountain Echoes” Val Madre, Parco della Orobie Valtellinesi

Courtesy l'artista
Foto: Yuval Avital Studio 

Dietro le quinte di “Mountain Echoes” Lago di Belviso,  Parco della Orobie Valtellinesi

Courtesy l'artista
Foto: Yuval Avital Studio 

Dietro le quinte di “Mountain Echoes” Chiesa di San Giorgio, Grosio.
Registrazione storie in dialetto.

Courtesy l'artista
Foto: Yuval Avital Studio 

Dietro le quinte di “Mountain Echoes” Albosaggia

Courtesy l'artista
Foto: Yuval Avital Studio 

Dietro le quinte di “Mountain Echoes” Scargaamuut, Albosaggia.
Registrazione corni svizzeri.

Courtesy l'artista
Foto: Yuval Avital Studio 

Dietro le quinte di “Mountain Echoes” Livigno

Courtesy the artist
Foto: Yuval Avital Studio 

Negli ultimi anni la montagna è tornata al centro del discorso culturale italiano. Non solo come paesaggio, ma come archivio di identità, pratiche e memorie. Una montagna da raccontare, da valorizzare, da “ascoltare”. Ma anche una montagna attraversata da trasformazioni rapide: turismo intensivo, infrastrutture, grandi eventi, nuove economie che convivono, non sempre pacificamente, con tradizioni e forme di vita radicate.

È dentro questa tensione che si colloca "Mountain Echoes", il progetto dell'artista Yuval Avital presentato in Valtellina in vista dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali di Milano Cortina 2026.

Dietro le quinte di "Mountain Echoes". Courtesy l'artista. Foto: Yuval Avital Studio

L’opera nasce da un’esplorazione diretta del territorio, durata alcuni mesi, durante i quali Avital ha attraversato la Valtellina con microfoni, macchina fotografica e videocamera, raccogliendo centinaia di registrazioni: suoni della natura, dell’artigianato e della produzione, voci degli abitanti di ogni età e professione. Un lavoro sul campo che privilegia l’ascolto diretto e la relazione, più che la rappresentazione dei luoghi.

Il materiale raccolto ha dato forma a tre sculture sonore antropomorfe di grande formato, al cui interno sistemi di altoparlanti diffondono una composizione polifonica e stratificata. 


Selezionato da Regione Lombardia nell’ambito dei Giochi della Cultura, "Mountain Echoes" aprirà al pubblico il 23 e 24 gennaio 2026 sotto forma di un percorso diffuso che attraversa i comuni di Sondrio, Tirano e Bormio: un viaggio che dal capoluogo della Valtellina conduce fino all’alta montagna, articolandosi in tre esperienze artistiche distinte, ciascuna radicata in un contesto architettonico, urbano e sociale specifico. L'esposizione delle sculture sarà accompagnata da mostre multimediali che contestualizzano il percorso di ricerca dell’artista nel territorio, restituendo il progetto come un processo prima ancora che come oggetto finito.

Dietro le quinte di "Mountain Echoes". Courtesy l'artista. Foto: Yuval Avital Studio

Il progetto accompagna così il territorio Valtellinese in un passaggio preciso: quello dall’esperienza locale a una narrazione pubblica e condivisa pensata per una ciroclazione più ampia. L'opera privilegia elementi culturali, ambientali, identitari e simbolici.

Restano sullo sfondo, le condizioni materiali che segnano il presente della montagna: dal lavoro stagionale alla pressione immobiliare, dallo spopolamento dei centri minori alla trasformazione dei paesaggi attraverso nuove infrastrutture. Dinamiche che incidono quotidianamente sull’equilibrio sempre più fragile tra economia locale, ambiente e vita contemporanea in queste aree.

Dietro le quinte di "Mountain Echoes". Courtesy l'artista. Foto: Yuval Avital Studio

In primavera, l’intera installazione sarà trasferita a Milano, portando l’eco della montagna nel contesto urbano. Al termine del progetto le sculture entreranno a far parte del patrimonio culturale dei Giochi, con l’obiettivo dichiarato di lasciare un contributo duraturo nella percezione pubblica delle Alpi lombarde.

  • Mountain Echoes
  • 23–24 gennaio 2026
  • Valtellina (Sondro, Tirano, Bormio)
Dietro le quinte di “Mountain Echoes” Courtesy l'artista
Foto: Yuval Avital Studio 

Val Madre, Parco della Orobie Valtellinesi

Dietro le quinte di “Mountain Echoes” Courtesy l'artista
Foto: Yuval Avital Studio 

Lago di Belviso,  Parco della Orobie Valtellinesi

Dietro le quinte di “Mountain Echoes” Courtesy l'artista
Foto: Yuval Avital Studio 

Chiesa di San Giorgio, Grosio.
Registrazione storie in dialetto.

Dietro le quinte di “Mountain Echoes” Courtesy l'artista
Foto: Yuval Avital Studio 

Albosaggia

Dietro le quinte di “Mountain Echoes” Courtesy l'artista
Foto: Yuval Avital Studio 

Scargaamuut, Albosaggia.
Registrazione corni svizzeri.

Dietro le quinte di “Mountain Echoes” Courtesy the artist
Foto: Yuval Avital Studio 

Livigno