Pastorale americana

Alla Aicon Gallery di New York le opere di Bernando Siciliano immortalano attimi raccontando questi due anni pandemici, con una esplicita ispirazione da Philip Roth.

La pittura molto spesso si fa interprete del presente, di ciò che accade, dei sentimenti sociali più tumultuosi o più silenziosi. La pittura da sempre sintetizza l’attualità culturale, la filosofia, la letteratura, la musica, se ne fa interprete e narratrice, diventandone metafora. Questo è il compito dell’arte. Forse.

Aicon Gallery, NoHo, Manhattan, New York. Una “Pastorale Americana”, una riflessione su questi ultimi due anni pandemici, rivoluzionari per le nostre abitudini e quindi pieni di difficoltà vengono narrati attraverso la pittura di Bernardo Siciliano. Un compito urgente il suo, una ricostruzione del tempo e degli spazi dove di fondo il contesto psicologico dei personaggi descrive tematiche ben precise. Cambiamenti, unioni, decadimento della società, smarrimento.

Bernardo Siciliano, Summertime, 2019

“Io dipingo per ragioni private, la mia pittura ha a che fare con le mie ansie, le mie nevrosi e quasi per osmosi, le trasmetto sulla tela, in maniera silente, soprattutto in questo momento storico”

Si racconta così Bernardo Siciliano, artista italiano e figlio d’arte. Si trasferisce a New York nel 1996 e inizia a curare la sua ansia attraverso la pittura. Le sue tele iniziano a vedere soggetti spesso diversi ma sempre intimi, sino ad arrivare a questi ultimi lavori raccolti negli spazi della Aicon Gallery.

“ Una mostra che racconta un vissuto, il mio vissuto, quello che vedevo, quello che sentivo in giornate di forte smarrimento, non solo personale. Uno smarrimento politico, sociale ed economico, un momento in cui il caos la faceva da padrone”

Il titolo della mostra “Pastorale Americana” è ispirato ad una delle opere più note del premio Pulitzer Philip Roth, dove tematiche simili e ancora attuali sembrano coincidere perfettamente con il racconto dell’artista italiano.

Bernardo Siciliano, American Pastoral, 2020-2021

“Bisogna avere il gusto del potere, bisogna avere una certa spietatezza, per accettare la bellezza e non lamentarsi del fatto che essa offuschi ogni altra cosa. Come per ogni carattere eccessivo che isola e rende eccezionali (e invidiabili e, naturalmente, odiabili), per accettare la propria bellezza, per accettarne l’effetto sugli altri, per giocare con essa, per sfruttarla nel modo migliore, occorre sviluppare il senso dello humor”. Roth argomenta un periodo ben preciso, in cui i suoi personaggi vivono la guerra in Vietnam, attentanti, tribune politiche, contesti religiosi particolari e battaglie personali. Siciliano parafrasa Piero della Francesca, argomenta Achille Funi e ci riporta in prospettive perfette come Canaletto. Nella sua pittura le forme vengono accolte come elementi espressivi, rapporti geometrici che sperimentano le prospettive delle sue opere.

Uno stato d’animo il suo che viene interpretato attraverso il ritratto di sua figlia Anna, di sua madre Flaminia o di suo fratello Francesco. La sua Famiglia, proprio come quella di Levov, il protagonista del romanzo di Roth, che insieme a lui affronta la vita, che riesce ad immortalare in attimi infiniti fatti di una materia pittorica di cui l’artista non è il solo artefice ma ne diviene padrone.

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