Casa Futur/Balla

Al di là del Tevere, lontano dalla Roma rinascimentale e barocca, più meno alle spalle di Castel Sant’Angelo, là dove la cupola di San Pietro non ha spazio nella visuale prospettica, c’è un palazzo che contiene un segreto. 

Apre a Roma la straordinaria abitazione di Giacomo Balla. Una casa che riassume tutto il suo universo pittorico, dal dinamismo alla magia degli effetti della luce, dalle forme ai colori. In occasione dei 150 anni dalla nascita di uno dei padri della pittura futurista, Il MAXXI (Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo), apre per la prima volta le porte dello straordinario appartamento di via Oslavia, dove Balla visse dal 1928 sino alla sua morte.

1. Astratto; 2. Dinamico; 3. Trasparentissimo; 4. Coloratissimo e luminoso; 5. Autonomo, cioè somigliante solo a sé stesso; 6. Trasformabile/Drammatico; 8. Volatile; 9. Odoroso; 10. Rumoreggiante;
11. Scoppiettante. Questi i punti fondamentali che Balla riassume, insieme a Depero, per il Manifesto della Ricostruzione Futurista Dell’Universo. Li scrive, li esplicita e li esalta, interpretandoli anche nella realizzazione della sua casa.

La porta d'ingresso di Casa Balla
La porta d'ingresso di Casa Balla. Foto Musacchio Ianniello & Pasqualini

Noi futuristi, Balla e Depero, vogliamo realizzare questa fusione totale per ricostruire l’universo rallegrandolo, cioè ricreandolo integralmente”. Non solo una casa, ma un laboratorio d’arte e sperimentazione dove ogni singola cosa aveva una funzione precisa, tecnica ed estremamente bella. Nel manifesto il pittore non dimentica di citare materiali fondamentali al loro scopo, come vetri colorati, fili metallici, specchi, congegni meccanici ed elettronici, lamine metalliche e sostanze (colori) sgargiantissime. Complessi plastici e pittorici che si compongono e si prestano a dar senso e vita alla sua dimora.

Noi futuristi, Balla e Depero, vogliamo realizzare questa fusione totale per ricostruire l’universo rallegrandolo, cioè ricreandolo integralmente.

Anziché “in basso a destra”, il pittore appone la sua firma sul portone: “FuturBalla”. Dal corridoio inizia l’opera, che poi si snoda nella sua lettura dal soggiorno alla cucina, arrivando poi alle stanze delle figlie, Luce ed Elica, anch’esse pittrici, senza dimenticare il bagno.  Pareti coloratissime dalle forme futuriste, squadrate o tonde che ospitano mobili, dipinti, quadri, sculture, abiti e accessori disegnati dall’artista. 

Lo studiolo rosso di Casa Balla
Lo studiolo rosso di Casa Balla. Foto M3Studio Courtesy Fondazione MAXXI

“La pittura futurista nel distruggere l’immobilità in ogni cosa è trasportata nell’impressionante caos dell’azione dinamica universale dipingendo non solo la successione dei movimenti nel loro spostamento, con analisi oggettive, ma superando immediatamente queste difficoltà è andata nella grande ricerca e nel dominio dello stato d’animo con delle nuove forme astratte ed equivalenti”. 

I soggetti delle tele mutano e si trasformano prendendo forme tridimensionali fruibili da egli stesso e dalla sua famiglia, portandoli a vivere in maniera ancor più diretta i “comandamenti” del movimento  futurista, di cui Balla, appunto, fu uno dei padri fondatori. Dalla casa emerge l’eccentricità che ha sempre caratterizzato lo stile del pittore, nonché il travolgente interesse per il progresso di cui Balla, e tutti i futuristi, furono grandi sostenitori. 
Ogni cosa racconta un sapere, delle idee, fantasia. Tutto esalta ciò che l’artista pensa, articolando l’evoluzione e il dinamismo a cui egli aspirava. Una scatola del tempo che si apre e si offre, come le sue opere, al grande pubblico.

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