Indaga la nascita del Barocco a Roma la mostra in programma al Rijks Museum di Amsterdam “Caravaggio/Bernini. Baroque in Rome”. Si tratta di un importante omaggio alla rivoluzione estetica di inizio Seicento che ha visto Roma come epicentro. Sono lo scultore Gian Lorenzo Bernini e il pittore Caravaggio/Michelangelo Merisi, i protagonisti di uno sconvolgimento artistico che, presto ha trovato un seguito in tutta Europa.

La mostra prende forma su una superficie di 1.000 mq dove dipinti e sculture dialogano generando un’ambientazione emozionale scandita da una serie di grandi pannellature in tessuto. Un movimento di emozioni che il curatore Frits Scholten ha voluto sottolineare attraverso l’individuazione di otto sezioni: meraviglia e stupore, orrore e terribilità, amore, visione, passione e compassione, moto e azione, vivacità, scherzo. Emozioni che testimoniano l’intensa interazione tra dipinti e sculture. Uno spirito condiviso da artisti e scultori che hanno come obiettivo lo stupore, fine ultimo dell’arte barocca. Del resto, il successo del Barocco romano è dovuto proprio al dialogo tra le arti che porta i pittori a ispirarsi a forme scultoree e gli scultori a sviluppare tecniche che danno vita al loro lavoro in modo quasi pittorico.

Il vivace mix di realtà e immaginazione e il carattere altamente emotivo delle opere in mostra sono gli elementi da cui sono partiti Andrea Trimarchi e Simone Farresin di Studio Formafantasma nell’impaginare il display della mostra. Sono il colore e la luce diffusa i vettori privilegiati per restituire ed esaltare i valori estetici dei dipinti e delle sculture esposte. Una selezionata scansione cromatica enfatizza le qualità contemporanee e radicali delle opere. Il Narciso di Caravaggio è immerso in un rosa che esalta l’incarnato della figura attivando un dialogo con il basamento de La Medusa di Bernini. L’effetto è quello di una sospensione che crea una dimensione ambientale lontana dai canoni espositivi che solitamente privilegiano ambienti bui con un’illuminazione drammatica.

Formafantasma strizza l’occhio alle ricerche sul colore e gli ambienti di Ettore Spalletti e al sapiente cesello spaziale di Carlo Scarpa, in particolare nell’allestimento di Palazzo Abatellis a Palermo. Campiture di tessuto costruiscono delle isole percettive in cui è possibile leggere i frammenti di un racconto che procede di emozione in emozione fino allo scherzo finale. Un alternarsi di colori terrosi e notturni sottolinea l’evocazione emozionale di 70 capolavori di Caravaggio, Bernini e dei loro contemporanei: Ludovico e Annibale Carracci, Guido Reni, Stefano Maderno, Artemisia Gentileschi, Bartolomeo Manfredi e Guercino. “È del poeta il fin la meraviglia. Parlo dell’eccellente, non del goffo, chi non sa far stupir, vada alla striglia” afferma Giambattista Marino in uno degli 81 sonetti de La Murtoleide, fotografia definitiva che coglie il senso dell’arte barocca.

Proprio questo sentimento senza tempo sembra voler lasciar deflagrare il raffinato e puntuale lavoro di allestimento di Formafantasma. Ogni opera rilascia indizi, dettagli, tracce che emergono e si susseguono in un climax che conduce il visitatore alla scoperta di una vera e propria poetica basata su una stupefacente moltiplicazione di invenzioni. Il ragazzo morso da un ramarro di Caravaggio e l’intenso e poco conosciuto Davide decapita Golia di Orazio Borgianni insieme alla scultura di Bernini che raffigura l’Estasi di Santa Teresa sono alcuni dei punti di snodo più potenti di una mostra che attiva con sensibilità e accuratezza interessanti riverberi sulla cultura del nostro tempo.