A due ore di strada da Città del Messico, c’è una cittadina coloniale riconosciuta dall’Unesco come Patrimonio Mondiale, nota per conservare oltre 2500 edifici storici costruiti tra il XVI e il XIX secolo: si tratta di Puebla, dove la Cappella del Rosario e la Cattedrale spiccano come esempi di architettura barocca.
Proprio nel centro storico, un’antica dimora costruita tra il Sei e Settecento ritrova il suo posto nell’abitare contemporaneo con il progetto dello studio messicano Taller Ezequiel Aguilar Martínez Workshop (Team), che lo ha trasformato dando vita ai Los Pacheco Apartments, un complesso di 1.375 metri quadrati composto da sei unità abitative.
Il progetto si colloca in un intervento più ampio di rivitalizzazione del centro storico della città, dove per arginare l’abbandono e riattivare la vitalità locale, si è scelto di rendere nuovamente abitabili gli edifici appartenenti a epoche passate, che ancora conservano un potenziale enorme. Per questo, Team ha scelto un approccio che mette al centro la memoria del luogo ma anche (e soprattutto) la sua capacità di adattarsi al presente.
Il progetto si colloca in un intervento più ampio di rivitalizzazione del centro storico della città, dove per arginare l’abbandono e riattivare la vitalità locale, si è scelto di rendere nuovamente abitabili gli edifici storici.
Affrontare i segni del tempo
Inserita nel registro dei monumenti dell’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (Inah), la residenza era in stato di avanzato degrado: crolli, superfetazioni e segni del tempo ne avevano oscurato la struttura originaria. Dunque, restituire alla casa la sua forma iniziale è stato il primo passo: un’operazione di scavo architettonico che ha permesso di riportare alla luce cortili, arcate e aperture murate, restituendo al complesso la leggibilità delle sue proporzioni storiche.
Il progetto non si limita a restaurare, ma punta a reinterpretare: di fronte ai vincoli imposti dal valore monumentale dell’edificio – che vietavano nuove aperture su cortili e facciate – i progettisti hanno elaborato una risposta spaziale verticale. Attraverso doppi e tripli volumi interni, lucernari e tagli di luce in copertura, gli ambienti si aprono verso l’alto, in un dialogo continuo tra pieni e vuoti. La luce diventa rivelatrice dello spessore dei muri in pietra e scandisce al tempo stesso la vita domestica.
Lo sviluppo del progetto
Per le sei residenze ricavate dal complesso, distribuite su uno, due o tre livelli, Team sceglie di rimuovere tutti gli strati eccedenti accumulati negli anni, per far risaltare nuovamente il pregio dell’edificio originale: le aperture murate vengono riaperte, gli intonaci non vengono rifatti ma liberati, facendo riaffiorare le cromie originali nascoste sotto le stratificazioni e raccontando la lunga vita della casa.
Accanto a queste materie antiche, si inseriscono elementi nuovi – piastre d’acciaio, cementine decorate, arredi su misura – che instaurano un dialogo discreto tra permanenza e innovazione. Il vetro degli spazi di passaggio si confronta con la pietra storica esistente.
Il risultato è un insieme coerente, fatto di antico e nuovo, che apre una riflessione sul ruolo dell’abitare nel patrimonio architettonico disponibile. Restituendo una funzione a questi edifici, Puebla propone un modello di rigenerazione urbana sostenibile e soprattutto replicabile. Non a caso, il progetto ha ricevuto il Dna Paris Awards 2025 nella categoria Refurbishment ed è stato finalista alla Biennale Panamericana di Architettura di Quito 2024 – riconoscimenti che ne confermano il valore.
