Gli Anganwadi sono piccoli presidi del territorio rurale indiano dedicati alla prima infanzia, con spazi per la salute, servizi di base e prime forme di apprendimento attraverso il gioco. La parola si traduce con cortili protetti e raramente sono spazi di qualità. Quello progettato da Fahed + Architects a Kochi ribalta questa concezione e introduce spazi di qualità inaspettati in un lotto che si presentava come uno spazio urbano liminare, compresso tra la strada e gli alberi.
Il nuovo edificio si presenta come una successione di drappi materici che, sollevandosi, creano un contatto visivo al piano terra tra interno ed esterno. Frontalmente, invece, le superfici rimangono spoglie, come tele disegnate dalle ombre dei vicini alberi. Tra una vela e l’altra si trovano fessure chiuse da serramenti a tutta altezza che rinforzano il senso di leggerezza che si ha avvicinandosi.
Pannelli solari e strategie di ventilazione naturale contribuiscono a contenere emissioni e consumi integrandosi in questa scultura architettonica tra gli alberi. Le ragioni dietro queste forme inaspettate non ricadono nella volontà di stupire ma nella possibilità di creare legami identitari e di appartenenza verso la comunità che userà questo presidio dedicato ai più piccoli, dimostrando che anche il più semplice del programma può essere affrontato con idee ardimentose.
