Queste foto ti raccontano la nuova Oslo: architettura, paesaggio e ambiente

La capitale norvegese ha avuto il coraggio di cambiare molto negli ultimi anni, delineando un modello di città del futuro: attraverso le foto, diamo uno sguardo sulle trasformazioni recenti, tra infrastrutture culturali e nuove forme dell’abitare.

La Deichman Library progettata da Lundhagem Architect in collaborazione con Atelier Oslo

Foto Marco Buratti, 2025

L' Aker Brygge sul lungo mare di Oslo

Foto Marco Buratti, 2025

Mobilità elettrica a Oslo

Foto Marco Buratti, 2025 

Diversi spazi pubblici a Oslo promuovono la "Friluftsliv" (vita all'aria aperta)

Foto Marco Buratti, 2025

Quartieri ecologici, Oslo

Foto Marco Buratti, 2025

Losæter, la prima fattoria urbana di Oslo

Foto Marco Buratti, 2025

Una Sørenga (sauna)

Foto Marco Buratti, 2025

Aker Brygge, il lungo mare di Oslo

Foto Marco Buratti, 2025

Operahuset, il teatro dell'opera di Oslo

Foto Marco Buratti, 2025

Operahuset, il teatro dell'opera di Oslo

Foto Marco Buratti, 2025

All'interno dell' Operahuset di Oslo

Foto Marco Buratti, 2025

Aker Brygge, il lungo mare di Oslo

Foto Marco Buratti, 2025

Il complesso di edifici Barcode

Foto Marco Buratti, 2025

Un traghetto elettrico utilizzato per muoversi tra i fiordi

Foto Marco Buratti, 2025

Un fiordo

Foto Marco Buratti, 2025

Il complesso di edifici Barcode

Foto Marco Buratti, 2025

Parco giochi a Oslo

Foto Marco Buratti, 2025

Tram elettrico

Foto Marco Buratti, 2025

Oslo è una capitale in costante trasformazione dove la sostenibilità si traduce in paesaggi costruiti, in luoghi pubblici e in una vita urbana in profonda sintonia con l’ambiente: progetti in cui tecnologia e natura, anziché́ essere posti in alternativa o in antitesi, convivono in una relazione dialettica in condizione di confrontarsi e fondersi. 

Nel suo reportage Oslo. La città del presente il fotografo Marco Buratti racconta la capitale della Norvegia e la sua trasformazione. Le sue immagini sono frutto di un lavoro meticoloso di ricerca e di composizione: è la vita ad occupare il centro della scena, mentre gli edifici restano sullo sfondo come quinta teatrale, cornice e contenitore della quotidianità delle persone. Nelle sue foto la luce radente dell’estate nordica trasforma Oslo in una terra diurna, contraltare luminoso delle terre notturne nordiche. Le ombre si allungano sui profili degli edifici, esaltando dettagli e trame costruttive, mentre la città nel suo complesso si dispiega come un laboratorio di sperimentazione che intreccia tecnologia e ambiente.

Tra gli edifici simbolo della nuova Oslo catturati dal fotografo, la biblioteca Deichman a Bjørvika – progettata da Lundhagem e Atelier Oslo – è il manifesto di una città che investe nella cultura come luogo di incontro e di scambio tra le persone. Luminoso, inclusivo e aperto, l’edificio si affaccia sul mare con ampie vetrate e terrazze, offrendo viste panoramiche e angoli di quiete, lettura e studio. Poco distante, l’Operahuset, progettata da Snøhetta, emerge marmorea dal mare come una lastra di ghiaccio: il suo tetto è un’ampia promenade architecturale che fonde paesaggio naturale e antropico, indirizzando lo sguardo verso quel fiordo così ricorrente nei dipinti del più noto pittore norvegese.

Operahuset, Il Teatro dell'Opera di Oslo progettato da Snøhetta. Foto Marco Buratti, 2025

Il lungomare di Aker Brygge è un esempio di rigenerazione riuscita: dove un tempo c’erano container e traffico portuale, oggi si alternano moli e parchi con panchine profonde quanto un letto, frequentate da famiglie, giovani e anziani per una utepils (neologismo norvegese che indica una birra gustata all’aperto in compagnia degli amici). Anche Tjuvholmen e Sørenga, con le loro saune pubbliche sul mare e gli spazi comuni per il nuoto e la socialità, attestano come l’acqua – elemento centrale nell’identità norvegese – sia diventata parte integrante del paesaggio urbano condiviso.

Dal punto di vista tecnologico Oslo sta oggi attraversando una massiccia transizione all’elettrico, con ambiziosi obiettivi di neutralità climatica entro il 2030. Oltre il 70% delle nuove auto è elettrico, i traghetti sui fiordi sono a emissioni zero e l’intero sistema di trasporto pubblico – tram, bus, metropolitana – si muove verso l’elettrificazione totale. Anche la gestione dei rifiuti segue logiche circolari: il biogas prodotto alimenta autobus e teleriscaldamento urbano, mentre i biofertilizzanti vengono reimpiegati in agricoltura. Ma questa sostenibilità si inserisce in un contesto piuttosto ambiguo: la Norvegia resta infatti il principale produttore di petrolio in Europa e la sua stabilità economica è ancora prevalentemente legata all’industria estrattiva.

Il Norsk Folkemuseum, inauguarto nel 1894, è un museo all’aperto situato a Bygdøy che raccoglie esempi di architettura vernacolare del Paese, con case in legno, tetti in erba e costruzioni che raccontano secoli di relazione simbiotica tra uomo e natura; le coperture verdi testimoniano una millenaria tradizione costruttiva capace di affrontare i climi rigidi mitigando naturalmente le estreme condizioni ambientali. Esse dimostrano come la sostenibilità non sia solo un obiettivo futuro ma anche un’eredità del passato. Dalla post-industriale Grünerløkka agli eco-quartieri di Vulkan e Barcode, Oslo sperimenta nuove forme di sviluppo urbano a misura d’uomo: il progetto Barcode, in particolare, alterna spazi pubblici, piste ciclabili, parchi lineari e terrazze panoramiche con dodici edifici alti che formano, in pianta, un gigantesco codice a barre.

Norsk Folkemuseum, Oslo. Foto Marco Buratti, 2025

Un altro esempio significativo è Losæter, la prima fattoria urbana di Oslo: su un terreno bonificato di un’ex area industriale, ogni mercoledì la comunità si ritrova per raccogliere ortaggi e cucinare in compagnia: una pratica collettiva che unisce agricoltura urbana, educazione ambientale e socialità, rendendo concreto il concetto di friluftsliv (la vita all’aria aperta) così centrale nella cultura norvegese.

In questo viaggio nordico Marco Buratti ci restituisce l’immagine di una città – un organismo vivo, in cui architettura e natura sono in continuo dialogo – che non si limita a convivere con il paesaggio ma che lo reinterpreta costantemente e lo abita con rispetto. Come la luce che sfiora le facciate e scivola sull’acqua dei fiordi, le sue fotografie ci invitano a guardare più a fondo: a scorgere nel paesaggio urbano la trama delle relazioni tra uomo e ambiente, tra passato e futuro, tra ciò che si costruisce e ciò che perdura, un luogo in cui il genius loci trova ancora la sua voce.

La Deichman Library progettata da Lundhagem Architect in collaborazione con Atelier Oslo Foto Marco Buratti, 2025

L' Aker Brygge sul lungo mare di Oslo Foto Marco Buratti, 2025

Mobilità elettrica a Oslo Foto Marco Buratti, 2025 

Diversi spazi pubblici a Oslo promuovono la "Friluftsliv" (vita all'aria aperta) Foto Marco Buratti, 2025

Quartieri ecologici, Oslo Foto Marco Buratti, 2025

Losæter, la prima fattoria urbana di Oslo Foto Marco Buratti, 2025

Una Sørenga (sauna) Foto Marco Buratti, 2025

Aker Brygge, il lungo mare di Oslo Foto Marco Buratti, 2025

Operahuset, il teatro dell'opera di Oslo Foto Marco Buratti, 2025

Operahuset, il teatro dell'opera di Oslo Foto Marco Buratti, 2025

All'interno dell' Operahuset di Oslo Foto Marco Buratti, 2025

Aker Brygge, il lungo mare di Oslo Foto Marco Buratti, 2025

Il complesso di edifici Barcode Foto Marco Buratti, 2025

Un traghetto elettrico utilizzato per muoversi tra i fiordi Foto Marco Buratti, 2025

Un fiordo Foto Marco Buratti, 2025

Il complesso di edifici Barcode Foto Marco Buratti, 2025

Parco giochi a Oslo Foto Marco Buratti, 2025

Tram elettrico Foto Marco Buratti, 2025