Una casa rivoluzionaria nel sobborgo ordinario di Long Island

Architensions decontestualizza gli elementi di un’abitazione unifamiliare con l’obiettivo di sovvertire la suburbia americana verso un’architettura più contemporanea.

Questo articolo è stato pubblicato in origine su Domus 1067, aprile 2022.

Architensions sconvolge una tipica casa unifamigliare di Long Island con una sopraelevazione non ordinaria. Un committente coraggioso lascia carta bianca allo studio di Alessandro Orsini e Nick Roseboro per elaborare un’architettura apertamente “critica” verso l’american way of life e gli standard del mercato, che lo traducono in abitazione.

La vicina Levittown, enclave di villette-catalogo concepite per la middle class bianca, conservatrice e patriarcale, è l’odioso contro-modello da cui “House on House” prende le distanze: alla standardizzazione contrappone l’eccezione, alla ripetizione dei codici noti la sperimentazione, alla limpidezza l’ambiguità. Così facendo, spazializza e rappresenta la possibilità di stili di vita se non anticonvenzionali per lo meno personalizzati.

Il progetto ha l’obiettivo dichiarato di “hackerare la tipologia dell’abitazione suburbana” (Orsini), attraverso la decontestualizzazione dei suoi elementi tipici. All’esterno, un solido scultoreo si sovrappone al volume esistente, semplice padiglione con struttura a balloon frame, ne caricaturizza il profilo a falda, si espande verso il basso innestando superfici piastrellate sull’involucro in doghe di vinile. Un frammento di patio in quota rivolge la sua facciata curva verso la strada pubblica, contraddicendo un principio fondante della riservatezza borghese.

House on House, Architensions. Foto Michael Vahrenwald / ESTO
House on House, Architensions, Long Island, New York. Foto Michael Vahrenwald / ESTO

La geometria del cerchio caratterizza anche la più sovversiva delle soluzioni interne. Il cilindro della scala, evidenziato di giallo, agisce come un “cavallo di troia” che attraversa tutti i piani e ovunque scardina la configurazione classica delle stanze chiuse accostate. Gli ambienti si fanno tra di loro permeabili, spazi di curiosità reciproca più che di privacy individuale. La riconfigurazione delle soglie enfatizza anche l’apertura verso la città intorno, paesaggio costruito e umano con cui relazionarsi e non più alterità assoluta dell’interno domestico.

“House on House” è un esercizio di pensiero e di stile innestato nel cuore della suburbia pacificata, disturbante testa di ponte della cultura architettonica contemporanea in un territorio ancora da conquistare.

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