A Torino, La Pista 500 accompagna il Lingotto nei nuovi anni ‘20

L’intervento di Benedetto Camerana porta biodiversità locale e mobilità elettrica sul tetto dell’iconico ex stabilimento Fiat: la pista come questi anni la vorrebbero.

È il 1934, e un baldanzoso Charles Edouard Jeanneret, ormai più noto come Le Corbusier, posa alla guida di una Balilla Spider Corsa, per una foto destinata a diventare iconica, suo manifesto del vivere e pensare moderno. 
È poi il 2021, e una macchia di ranuncoli viene mossa dalla fiancata di una 500 elettrica, che li passa a sfioro.
Cosa hanno in comune le due scene? Il punto dello spazio in cui si svolgono: un rettangolo di asfalto affacciato sulla collina di Torino da ormai quasi un secolo, appartenente alla celebre pista prove che corona l'ex stabilimento Fiat del Lingotto.

benedetto camerana  - la pista 500 - lingotto torino - domus
Foto: Marco Schiavone. Courtesy Benedetto Camerana

La seconda scena, poi, esiste come conseguenza del progetto completato da Benedetto Camerana nel 2021, La Pista 500.
Il tracciato torna alla sua funzione originaria — ci si possono provare dei veicoli, le nuove 500e di Fiat — ma viene anche invaso da quello che il progettista ha voluto descrivere come un “terzo paesaggio” alla Gilles Clément: 28 isole in cui crescono piante ed erbe di 300 specie, autoctone (“da non più distante di 200 km”), spesso spontanee e di poca richiesta in termini di manutenzione, che attraggono diversità di fauna come libellule, farfalle, insetti di terra e diverse specie di uccelli. Il tutto a formare un parco pensile dove si incastonano anche aree relax e fitness, un ristorante e Casa 500, vetrina del nuovo progetto di elettrificazione della gamma Fiat.

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Foto: Marco Schiavone. Courtesy Benedetto Camerana

Per quante domande una simile idea abbia potuto sollevare al suo annuncio (il landmark, il valore storico, il verde come soluzione universale…), il progetto ci consegna esattamente la pista così come questi anni ‘20 ce la stanno chiedendo.
Prima di tutto, La Pista 500 è uno degli ormai innumerevoli capitoli in una vicenda di continua trasformazione: dalla sua costruzione, ma soprattutto dalla chiusura delle attività nel 1982, il Lingotto è un tassello di Torino che ha catalizzato e spesso anticipato sperimentalmente tutte le trasformazioni che hanno poi cambiato la città (piano regolatore, Olimpiadi 2006,  potenziamento del sistema universitario ad esempio) sempre mantenendo un suo carattere di indipendenza.
La storia oltretutto è andata avanti. Non è più la produzione a legare un brand, oggi sempre più globalizzato, e la sua one company town nel presente. Al massimo è più un legame costruito sull’ immagine e sul ruolo di un heritage culturale connesso all’oggi. 

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Foto: Marco Schiavone. Courtesy Benedetto Camerana

Le forme de La Pista 500 infatti rispecchiano le forme dominanti della mobilità odierna, che pur tra tanti contrasti va verso veicoli stradali elettrici. Rispondendo a queste tendenze, il progetto risponde poi ad un’ottica di riattivazione di uno spazio che era ormai devitalizzato a suon di dissuasori e paracarri, e lo fa in un'ottica di reversibilità completa: le isole di vegetazione curate da Giardino Segreto - Cristiana Ruspa, oltre a “lavorare” assieme alla copertura dell'edificio per mitigare l'impatto termico e le conseguenti richieste di climatizzazione interna, sono agevolmente rimovibili e, in ultima istanza, si pongono con il loro “terzo paesaggio” locale come evoluzione del giardino esotico voluto da Renzo Piano fin dal 1982 in una delle corti sottostanti.

Il progetto, più che trovarsi ad incarnare un non meglio definito spirito dei tempi, è in fin dei conti specchio aperto dei discorsi e dei temi ancora aperti che a questi tempi stanno dando struttura.
Unico aspetto forse in controtendenza: il tetto del Lingotto sta diventando un parco pubblico, in un periodo dove invece privatizzazione, segregazione e creazione di nuovi recinti sono state risposte tutt'altro che minoritarie alla crisi pandemica. 

benedetto camerana  - la pista 500 - lingotto torino - domus
Foto: Marco Schiavone. Courtesy Benedetto Camerana
Progetto:
La Pista 500
Architetto:
Benedetto Camerana
Collaboratori progetto:
Mattia Greco, Alberto Domini, Laura Acito, Gabriele Rossi, Antonio Pangallo, Andrea Tomasino
Progetto del paesaggio:
Benedetto Camerana, Cristiana Ruspa (Giardino Segreto)
Progettazione botanica e delle essenze:
Cristiana Ruspa (Giardino Segreto)
Consulenza specialistica e certificazione Dekra:
DROMO Engineering Architecture and Landscape
Progetto impianti meccanici e consulenza strutturale:
Francesco Guarino (Gierregi Ingegneria)
Progetto impianti elettrici:
Alberto Richiero (Gierregi Ingegneria)
Consulenza antincendio:
Massimo Pasquero (Pi Greco Engineering)
Cliente:
Stellantis Group
Forniture:
iGuzzini
Data inaugurazione:
22 settembre 2021

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