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Le architetture gonfiabili per ripensare la città

Il progetto realizzato per Kenzo dallo studio Dosis a Parigi è solo l'ultimo esempio del ritorno di un'architettura effimera, spesso ispirata a esperimenti utopici.

Negli ultimi anni le strutture gonfiabili sembrano essere “tornate di moda”. Questa particolare forma di architettura effimera e istantanea è sempre più utilizzata come piattaforma di supporto per eventi e manifestazioni che scompaiono subito dopo la loro fine, ma la cui stratificazione è in grado di cambiare il carattere dello spazio pubblico. Di questa tendenza fa parte lo studio Dosis, che a fine febbraio ha realizzato a Parigi un padiglione gonfiabile per ospitare la sfilata di un noto marchio di moda.

“La mattina del 26 febbraio 2020, Felipe Baptista Oliveira ha presentato la sua prima collezione autunno-inverno come direttore creativo di Kenzo, nel V distretto di Parigi, nello stesso luogo dove una volta si stabilirono i romani, René Descartes alternava pensieri di geometria e filosofia, Pierre e Marie Curie passeggiavano discutendo dei loro punti di vista sulla radioattività, o i situazionisti praticavano le derive”, ci raccontano Isabel Collado e Ignacio Peydro, fondatori dello studio che ha sede a Madrid e a Londra.

Dosis, Pipeline, Parigi, 2020
Dosis, Pipeline, Parigi, 2020

Ispirati dagli esperimenti utopici di architetti come Ant Farm, UFO, Archigram e Hans Hollein, gli autori contemporanei utilizzano le strutture pneumatiche come dispositivi non sono spaziali ma anche di comunicazione, Instagram Architecture che scompaiono velocemente come i trending topic sui social media. Il progetto è un tassello fondamentale della strategia di comunicazione del brand, la cui collezione ha come tematica principale le nuove forme nomadismo contemporaneo.

“I luoghi rimangono e il tempo scorre. Da tempo cerchiamo di progettare città istantanee, ispirate a quelle immaginate da Archigram. Città che scorrono nello spazio-tempo, che si muovono dove la società ne ha bisogno. Prima ancora di finire i nostri studi di architettura, alla Bartlett, all'epoca in cui Peter Cook stesso era direttore della scuola, avevamo già immaginato e progettato facciate che volavano e si muovevano attraverso la città staccate dall'edificio che le ospitava,” affermano gli architetti spagnoli.

La struttura pneumatica è stata concepita per essere utilizzata più volte e in diverse configurazioni, adattandosi flessibilmente alle diverse tipologie di spazio pubblico. 

Progetto:
Pipeline
Luogo:
Parigi
Tipologia:
padiglione temporaneo
Architetto:
Dosis
Team di progetto:
Isabel Collado, Ignacio Peydro, Luis Francisco Núñez, Irache Portillo, Claudia Alonso, Alberto Bandín, Beatriz Sanz
Produzione:
Bureau Betak
Consulenza ingegneristica:
Tristan Simmonds, Juan Lastra
Produzione membrana:
Arquitextil - Lastra & Zorrilla
Superficie:
1.500 mq
Completamento:
2020

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