Dentro le Scam City: infrastrutture urbane del crimine digitale

Nel Sud-est asiatico stanno nascendo agglomerati urbani destinati alle frodi online: spazi mimetici e funzionali, dove l’architettura diventa infrastruttura reale del lato oscuro del web.

Le acque del fiume Mekong scorrono per quasi cinquemila chilometri, dall’altipiano del Tibet al Mar Cinese Meridionale, attraversando l’intera penisola indocinese, dove si trova una regione – tra Thailandia, Myanmar e Laos – soprannominata Triangolo d’Oro. Storicamente noto come uno dei più grandi centri di produzione e traffico di oppiacei nel mondo, negli ultimi decenni, questo territorio in gran parte poco controllato dalle autorità nazionali ha assunto un ruolo chiave anche in altre forme di criminalità organizzata.

Come documentato da un rapporto della Global Initiative Against Transnational Organized Crime del 2025, la stretta normativa della Cina sulle piattaforme di gioco d’azzardo ha dirottato ingenti capitali verso questi paesi, promuovendo lo sviluppo di intere zone urbane dedicate alle frodi digitali: le Scam City, dimensione fisica del crimine digitale, costituite da infrastrutture reali dalle quali ha origine una delle parti più oscure del cyberspazio.

Il Triangolo d'Oro del Sud-Est asiatico, area in cui i confini di Thailandia, Laos e Myanmar si incontrano alla confluenza dei fiumi Ruak e Mekong. Chiang Saen, Chiang Rai, Thailandia settentrionale. Via Wikimedia Commons © Vyacheslav Argenberg

Se questa definizione potrebbe essere il titolo di un film di Steven Soderbergh, la realtà è che il termine “truffa” non basta a descrivere la brutalità del ginepraio che si nasconde in questi luoghi, spiegano Emanuele Giordana e Massimo Morello in Asia criminale I Nuovi Triangoli d’Oro tra Scam City, armi, droga, pietre preziose ed esseri umani (Baldini + Castoldi, 2025). Lo schema è il seguente: le vittime delle truffe online, adescate in tutto il mondo tramite finte relazioni sentimentali, investimenti fittizi e phishing informatico, vengono raggirate per essere svuotate di tutti i loro risparmi; ma chi si trova al di là dello schermo del computer o dello smartphone, i truffatori, sono anch’essi vittime e prigionieri. Si tratta di persone reclutate con l’inganno, con offerte di lavoro-fake eccellenti, a cui viene ritirato il passaporto e sono detenute in condizioni spesso disumane in questi complessi urbani blindati, le Scam City per l’appunto, che a volte includono anche casinò, bordelli e alberghi.

Mae Sot, Mae Sot District, Tak 63110, Thailandia. Via Wikimedia Commons, foto di Mozhar

Come sono fatte le Scam City, nuove costruzioni in espansione

Le Scam City si presentano per la maggior parte come insediamenti costruiti da zero, soprattutto nelle periferie delle città, spesso lungo i confini tra i vari stati, nelle “Special Criminal Zones” che in quest’area geografica si sovrappongono alle Special Economic Zones cinesi. A Mae Sot, in Thailandia, come nella zona di Myawaddy, in Myanmar, sorgono complessi edilizi composti da torri multipiano, blocchi per uffici e dormitori integrati, strutture mediche e logistiche, seguendo un’organizzazione spaziale che ricalca quella dei parchi tecnologici o delle free economic zone. Non appaiono infatti diversi dalla periferia di una qualunque megalopoli asiatica, un agglomerato di edifici e stabilimenti produttivi, se non fosse per qualche non trascurabile dettaglio: le finestre degli edifici sono oscurate, e le aree sono delimitate da recinzioni perimetrali, filo spinato e sorveglianza armata. Secondo un articolo del novembre 2024 pubblicato su The Diplomat, si tratta della rete criminale più potente dell’era moderna.

Sihanoukville, Cambogia. Foto David da Adobe Stock

Compound capitalism: il caso di Sihanoukville

Oltre alle costruzioni ex novo, le Scam City si annidano anche all’interno del tessuto urbano, sfruttando lo stock edilizio inutilizzato o incompiuto. Il caso più emblematico è quello di Sihanoukville, in Cambogia. Nota un tempo per le sue spiagge e per il ruolo di porto principale del Paese, la città ha vissuto tra il 2015 e il 2019 un’esplosione edilizia alimentata dagli investimenti cinesi nel settore del gioco d’azzardo, arrestatasi nel 2020 a causa del Covid e del divieto imposto da Pechino al gambling, motivo per il quale molti casinò e hotel sono stati abbandonati o non completati, rendendola una città fantasma. In questo vuoto funzionale, a partire dal 2024, Sihanoukville ha visto un periodo di rinascita in cui però hanno trovato spazio anche le truffe digitali, grazie alla creazione dei cosiddetti “compound”, strutture riassegnate al crimine digitale e trasformate in Scam City mimetizzate. Bere un caffè in pieno centro e notare un palazzo il cui perimetro è delimitato dal filo spinato, come si legge in Asia criminale (Baldini+Castoldi, 2025), non è insolito, ed è facile immaginare come, individuato il primo edificio così magistralmente blindato, a un secondo sguardo le vibes della città cambino drasticamente, da Las Vegas asiatica a capitale del distopico mondo del capitalismo predatorio, definito dagli autori proprio come “compound capitalism”.

Vista aerea della spiaggia di Otres con numerosi hotel e resort, Sihanoukville, Cambogia. Foto Nhut da Adobe Stock

Il rapporto pubblicato da Amnesty International nel giugno di quest’anno ha documentato la presenza di centinaia di lavoratori stranieri detenuti in questi edifici, privati del passaporto e sottoposti a violenze sistematiche anche in altre città cambogiane, come Poipet e Phnom Penh.

La replicabilità del modello delle Scam City oltre il Sud-est asiatico

Sebbene nate in contesti specifici del Sud-est asiatico, le Scam City non sono un fenomeno isolato. Nel report Inflection Point del United Nations Office on Drugs and Crime, datato aprile 2025, si osserva come in altre regioni del mondo siano in atto tentativi di replicare il modello del compound: in America Latina, in particolare in Colombia e Brasile, alcune operazioni di polizia hanno scoperto call center clandestini in aree lontane dal controllo statale, utilizzate come basi logistiche della truffa online. Anche in Africa occidentale, soprattutto in Nigeria, ma anche in Zambia e Angola, sono emerse strutture analoghe, spesso ricavate da edifici incompleti o abbandonati.

Immagine di apertura: Cambogia - Sihanoukville, vista della città. Via Wikimedia Commons, © Dmitry Makeev