Bangkok Project Studio: “La mia architettura, fondata sull’incertezza”

Boonserm Premthada, fondatore dello studio tailandese, racconta a Steven Holl del suo approccio ai materiali, qualcosa di estremamente vicino all'imperfezione umana.

Questa intervista è pubblicata su Domus 1079, in edicola a Maggio 2023.

In questo numero di Domus esploriamo il regno aptico. Che relazione ha il tuo lavoro con i dettagli e i materiali? 
I miei progetti sono realizzati con materiali e finiture aptici naturali. Esprimo i significati sottesi al mio lavoro attraverso materiali lavorati a mano e sono sugli istinti umani. Ciascun edificio trasforma una materia altrimenti trascurata in forme differenti per inglobare o per fare da fondale all’atmosfera del luogo. I materiali lavorati a mano trasudano un senso di umanità diverso da quelli prodotti con macchine, o meglio, esprimono un aspetto differente dell’essere umano: conferiscono una tattilità che evoca sentimenti di crudezza, imperfezione ed errore. Essi costituiscono l’anima della mia pratica, che è centrata sull’incertezza espressa attraverso materialità e dettaglio. Con il Kantana Film and Animation Institute (Tailandia, 2011) ho espresso il mio punto di vista sull’attuale condizione generale delle scuole, sottolineando l’importanza del fattore umano spesso trascurato e sottovalutato, perché essenziale. Oggi il sistema formativo è incentrato sull’eccellenza della carriera accademica. Ecco perché il Kantana Institute è stato creato sulla base dell’atmosfera per offrire agli utenti sensazioni da trasformare in emozioni e da conservare come memorie. Le impronte delle mani e dei piedi lasciate sui mattoni nel corso del processo di fabbricazione, assieme alle pareti di mattoni irregolari e porose, creano una sonorità silenziosa, una luminosità tenue, una brezza che porta con sé la fragranza degli alberi e le temperature che toccano la pelle. Queste piccole cose ci fanno sentire vivi e umani. Back of the House (Tailandia, 2023), invece, mostra una tecnica muraria basata sui mattoni che dà l’impressione di una costruzione non finita. Il padiglione dell’Elephant Theatre (Francia, 2022) usa lo sterco di elefante per realizzare mattoni tondi, ordinati a formare una parete curva. Le fibre vegetali dello sterco presenti nei mattoni sono la rappresentazione della crudezza. Le travi e le tavole di legno di un vecchio fienile sono riutilizzate per realizzare la Rice Tower (2021). Le tavole di legno sono state lavorate a formare una maglia strutturale che permette la ventilazione, con un risultato inatteso: il gioco di luce e ombra in cui reale e irreale si sovrappongono. 

Come definiresti il tempo aptico? 
Credo si concretizzi quando un’architettura – qualunque architettura – riesce a trattenere i visitatori abbastanza a lungo da dargli modo assorbire gradualmente un’atmosfera, permettendogli di formare una memoria. Il passaggio del tempo trasforma le sensazioni in un’impressione da registrare. In The Women Restaurant (Tailandia, 2022) ho integrato del vetrocemento inutilizzato in cinque inconsuete forme dalla pianta triangolare con la vita delle donne anziane e la cucina locale in via di sparizione. C’è un crudo contrasto tra il legno e i blocchi di vetro. La Shorea obtusa è un’essenza locale molto diffusa in edilizia, mentre il blocco di vetrocemento è industriale. La combinazione di questi due elementi con la tecnica della muratura a secco, assieme all’uso di strutture di legno e di acciaio in sostituzione della malta tradizionale, stabilisce un equilibrio tra componente naturale e industriale. La luce, che fa parte della prima categoria, crea l’atmosfera inondando la struttura muraria. Le grandi finestre portano il profumo del fiume nell’aria. È l’atmosfera del villaggio. L’iterazione di materiali, forme, dettagli e tecniche costruttive dà luogo alla memoria. Un altro esempio è la Wine Ayutthaya (Tailandia, 2017). Il compensato è il principale materiale costruttivo dell’intero edificio, sta a rappresentare la memoria delle case di legno che stanno gradualmente scomparendo, che erano un elemento visivo ordinario nel quartiere. L’uso di cinque scale a chiocciola identiche per salire e scendere da ciascun livello prolunga il tempo che si passa nell’edificio, trasformando uno spazio fisico in un luogo. Lo schema ripetitivo della struttura di mattoni mi ha permesso anche di giocare sui vuoti, come nella Brick Observation Tower (Tailandia, 2020) o nell’alzato delle pareti di mattoni dell’Elephant Museum (Tailandia, 2020). La ripetizione crea memorie, ed è così che definisco il tempo aptico. 

I materiali lavorati a mano trasudano un senso di umanità diverso da quelli prodotti con macchine, o meglio, esprimono un aspetto differente dell’essere umano: conferiscono una tattilità che evoca sentimenti di crudezza, imperfezione ed errore.

Boonserm Premthada

Come immagini uno spazio aptico? 
Credo che non dovremmo distinguere tra architettura, progettazione d’interni, paesaggio e struttura, perché tutto viene creato simultaneamente. Il Cultural Courtyard dell’Elephant World (Tailandia, 2020) è un esempio di spazio aptico libero da recinzioni. Qui la siccità è la peggiore del Paese. Perciò ho scavato un bacino e usato il fango per creare un anfiteatro coperto da una grande e spessa tettoia che genera ombra. Per tenere insieme il fango e dare ulteriore ombra ho piantato dei grandi alberi. Il Cultural Courtyard è una combinazione di architettura e paesaggio priva di confini. Un altro esempio è il Neramit (Tailandia,2022), una grande tettoia su ruote a elementi sovrapposti che è la rappresentazione dello scambio tra spazi interni ed esterni. L’atmosfera dello spazio cambia secondo il momento e i modi dello spostamento della tettoia. Il che mi dà l’idea che uno spazio aptico all’aperto sia possibile. Per realizzarlo è necesserio porre attenzione primariamente all’atmosfera, piuttosto che esclusivamente alla costruzione.

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