Non ci serve un nuovo modo di costruire, ma un nuovo modo di vivere

La mostra “Imaginando la casa mediterránea” al Museo ICO di Madrid riunisce il lavoro degli architetti che negli anni Cinquanta progettavano abitazioni tra Italia e Spagna.

Al museo ICO di Madrid, la mostra “Imaginando la casa mediterránea”, curata da Antonio Pizza, racconta gli intensi scambi culturali che animano la Spagna e l’Italia negli anni Cinquanta, incentrati sulla ricerca di una tipologia abitativa integrata con il paesaggio e sul recupero dei valori dell’architettura spontanea, propria dell’ambito mediterraneo.

I documenti d’archivio, le fotografie, e i disegni degli interni delle case costruite sulla costa italiana, come Casa Oro a Posillipo e la riproduzione del suo pavimento in ceramica dipinto da Rudofsky, testimoniano la vitalità della ricerca che interpreta lo spazio domestico come una struttura semplice, dalle linee pure, integrata nel contesto originario e in armonia con gli elementi della natura — il mare, il cielo, il sole — e con i suoi abitanti.  “Non ci vuole un nuovo modo di costruire, ma un nuovo modo di vivere”, scriveva Bernard Rudofsky, l’architetto austriaco che inaugura il dibattito sulla “casa mediterranea” sulle pagine di domus, nel 1938.

Luigi Cosenza e Bernard Rudofsky, Casa Oro aPosillipo, Napoli, 1934-1937. Archivo Luigi Cosenza, in Archivio di Stato, Pizzofalcone, Napoli. © Bernard Rudofsky, VEGAP, Madrid, 2019
Luigi Cosenza e Bernard Rudofsky, Casa Oro a Posillipo, Napoli, 1934-1937. Archivo Luigi Cosenza, in Archivio di Stato, Pizzofalcone, Napoli. © Bernard Rudofsky, VEGAP, Madrid, 2019

Documenti e pubblicazioni mostrano il ruolo che alcune figure internazionali, come Gio Ponti e Alberto Sartoris, hanno avuto negli anni del Dopoguerra nel promuovere il “mediterraneismo” come veicolo di un rinnovamento architettonico contro l’uniformità della vita urbana alienante e alla costruzione indifferenziata.

Domus, che negli anni Cinquanta diffonde le relazioni tra Italia e Spagna, è la colonna vertebrale dell’esposizione: la riproduzione degli impaginati accompagna il visitatore nel viaggio attraverso l’architettura. In questi anni infatti, Gio Ponti pubblica sulla rivista i progetti delle case spagnole integrate nei paesaggi inondati di luce, come quelle dell’archtetto catalano Antonio Coderch, e racconta la passione per la dimensione domestica “mediterranea”: “gli spagnoli definiscono la casa con una bella parola, vivienda, “da vivere”, perché vivere è altra cosa che abitare soltanto. È un complesso di abitare, oziare, contemplare, godere, soffrire, ripararsi, isolarsi, amare, immaginare fra muri e cielo, fra muri e sole”.

Gli spagnoli definiscono la casa con una bella parola, vivienda, “da vivere”, perché vivere è altra cosa che abitare soltanto.
José Antonio Coderch e  Manuel Valls, casa Ugalde, Caldes d’Estrach, 1951
José Antonio Coderch e Manuel Valls, casa Ugalde, Caldes d’Estrach, 1951. Foto Francesc Català-Roca © Fondo F. Català-Roca - Arxiu Històric del Collegio d’Arquitectes de Catalunya

In mostra, video, appunti privati e reportage sulle architetture spontanee delle isole, come gli scatti del viaggio di Luigi Figini a Ibiza del 1949, raccontano il rinnovato interesse dell’epoca per l’architettura vernacolare del litorale mediterraneo e le sue architetture anonime, “senza architetti”, come i villaggi dei pescatori, che diventano le nuove fonti di ispirazione per gli architetti italiani e spagnoli.

L’equilibrio tra contenuto visivo e testuale dell’esposizione, supportato da un allestimento che facilita il dialogo tra le fonti eterogenee, permette di cogliere l’approccio diversificato con cui è stato affrontato il tema della “casa mediterranea”, architettonico, ma anche antropologico e paesaggistico.

Immagine di apertura: Peter G. Harnden e Lanfranco Bombelli, Villa Gloria, Cadaqués, 1959. Vista dalla terrazza. Foto Giorgio Casali© Herederos de Harnden y Bombelli / Fondo Harnden-Bombelli Arquitectos - Arxiu Històric del Col·legi d’Arquitectes de Catalunya. Università Iuav di Venezia - Archivio Progetti, fondo Giorgio Casali.

Titolo:
Imaginando la casa mediterránea. Italia y España en los años 50
Date di apertura:
2 ottobre 2019 - 12 gennaio 2020
Curatore:
Antonio Pizza
Sede:
Museo ICO
Indirizzo:
Calle Zorrilla, 3, Madrid.

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