Kengo Kuma

La natura secondo Kengo Kuma

Intervista all’architetto giapponese che ha realizzato The Forest: la nuova installazione visionaria che rende magico il flagship store Valextra di Milano.

Kengo Kuma, Valextra, Milan, 2018

Una passeggiata in un bosco incantato, a pochi passi dal Duomo di Milano. The Forest è la nuova installazione nella boutique di Valextra firmata dall’architetto giapponese Kengo Kuma, che riprende un tema a lui particolarmente caro: portare la natura nel cuore della città. Le 136 stele in legno di cedro del Libano tagliato a vivo, disposte irregolarmente, hanno completamente trasformato il flagship store di via Manzoni 3, per offrire ai visitatori un’esperienza di forte suggestione.

Kengo Kuma, Valextra, Milano, 2018
Kengo Kuma, Valextra, Milano, 2018

The Forest di Kengo Kuma è solo l’ultimo capitolo di un confronto con progettisti di grande talento che per il brand italiano è diventato sistematico: nel 2017 è stata la volta dell’installazione avvolgente e rarefatta degli americani Snarkitecture, e nel tempo si sono avvicendati nomi come Martino Gamper, Peter Seville, David Adjaye, Philippe Malouin, Neri&Yu, Aranda Lash, Bethan Wood, Michael Anastassiades e altri ancora.

Abbiamo chiesto a Kengo Kuma di raccontarci il suo nuovo progetto, e di parlarci di alcune sue esperienze connesse alla natura.

Quale idea ti è nata, quando hai iniziato a lavorare a The Forest? Che cosa ti chiedeva Valextra?

Ci interessava molto il modo in cui Valextra è solita esporre i suoi prodotti: singolarmente e non sui soliti lunghi scaffali che troviamo nei negozi. A partire da questa osservazione abbiano elaborato diverse idee intorno a questo atteggiamento di rispetto per ciascuno degli articoli esposti. Una di queste idee si è sviluppata nel concetto di The Forest.

Kengo Kuma, Valextra, Milano, 2018
Kengo Kuma, Valextra, Milano, 2018

Con The Forest mi pare tu sia andato alla ricerca di un rapporto forte con i visitatori, in grado di provocare una certa interazione. Che cosa cercavi, di fatto? Se mai rimasto sorpreso dalla risposta delle persone ai tuoi lavori?

Nell’idea e nel progetto di The Forest l’interazione tra lo spazio e i visitatori è imprescindibile. Lo spazio espositivo è interamente diffuso nell’ambiente di vendita, e vagando tra le imponenti tavole di legno ci si può sperdere come in un bosco. L’intento è creare una specie di esperienza onirica, che lasci un segno su ogni visitatore. È sempre un grande piacere vedere come le persone abitino gli spazi che progettiamo, e come ciascuna persona trovi un suo modo di interagire con esso e viverlo, talvolta in modo molto sorprendente.

Il tuo progetto mescola materiali naturali (cedro del Libano, marmo di Arzo o Macchiavecchia) trattato con nuove tecnologie ad alte prestazioni. Oltre a ciò hai scelto un tessuto Kvadrat di Raf Simons. Spiegaci queste scelte.

La scelta del legno è stata chiara, dal momento che il nostro scopo era creare un tipo di esperienza astratta ispirato a un bosco. Abbiamo scelto di usare delle tavole di legno pure e semplici, che mantenessero il loro richiamo forte e la loro forma originaria. Ciò crea un contrasto molto netto e interessante con la raffinata semplicità dei progetti Valextra. I banconi di pietra naturale sembrano oggetti minerali, come dei tesori da scoprire in mezzo agli alberi. I tessuti usati per l’arredamento generale introducono un tocco femminile che ricorda l’intimità di un boudoir segreto. Tutti questi materiali servono a ricreare un senso di evasione romantica, una fantasia staccata dalla realtà della frenetica vita urbana milanese.

Ritratto di Kengo Kuma
Ritratto di Kengo Kuma

Secondo te quali esperienze hanno cambiato la tua nozione dell’importanza della natura?

Tutto ciò che creiamo, costruiamo, produciamo parte dalla natura. Ma contemporaneamente il grande terremoto del 2011 nella zona settentrionale del Giappone ci ha mostrato quanto la natura possa essere distruttiva. Comprendere la natura è diventato oggi più che mai essenziale per garantire che tutto ciò che creiamo vada in direzione della natura e non contro di essa.

Una volta hai detto che vivere in un centro urbano, dove si può andare a piedi dappertutto, è un grande vantaggio. Ma lì è difficile trovare la natura. E che ne è della tua passeggiata preferita?

Quando visito una città che si può vivere andando a piedi provo un piacere particolare. Di solito queste città sono costruite e organizzate sulla scala umana. Le si può scoprire camminando senza itinerari particolari e decidere dove andare passo dopo passo, seguendo l’intuizione e la curiosità. Non ci fanno solo scoprire la città, ci fanno anche comprendere noi stessi. Tokyo è una città incredibilmente piacevole… Ha un’estensione smisurata e un imponente numero di abitanti ma è praticamente pedonale per tutta la superficie. Viaggio molto per il mondo e sono sempre compiaciuto e a mio agio quando trovo altre città che, a sorpresa, offrono le stesse qualità di Tokyo.

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