Il basamento sotto l’edificio lo solleva da terra, così come il diaframma in vetro cesellato che segnala la reception su tre facciate. Un continuum spaziale si sviluppa dal bacino al tetto, creando un passaggio tra l’acqua, la terra e il cielo. Questa sequenza ascendente inizia sulla banchina, si apre sulla città con un piazzale rialzato, e continua salendo attraverso i quattro livelli della struttura che portano alla terrazza superiore, che gode di una vista panoramica sul porto e sulla Senna.

La facciata metallica in alluminio anodizzato con i suoi riflessi scuri che variano con le stagioni, l’ora del giorno e il tempo rende la scuola una struttura vibrante, urbana e marina. L’elegante interazione tra pieni e vuoti rivela la struttura interna alternando superfici trasparenti e opache. Il rivestimento, con le sue grandi lacerazioni, sembra sorgere dal terreno seguendo le pieghe della rampa verso l’interno e scomparendo a livello del sottotetto, dove la struttura incontra il cielo. L’inclinazione della sagoma dal belvedere verso la prua, così come la comparsa di camini di luce direttamente sopra la scalinata, rafforza l’impressione di una nave con uno scafo scuro.

Di notte, però, la nave diventa una lanterna grazie alle luci disposte nello spazio tra le due pelli traslucide che rivelano la struttura.

Il progetto è stato sviluppato intorno all’idea di rendere l’edificio uno strumento di apprendimento la cui organizzazione interna rispecchia quella di una nave. L’obiettivo non era quello di creare una barca vera e propria, ma di adottarne i principi strutturali. Gli studenti sono immersi in condizioni vicino alla realtà dell’essere in mare, in particolare con le simulazioni delle sale macchine, un motore marino e dieci simulazioni di pontili distribuiti sui tre livelli.

AIA si è posto la sfida architettonica di considerare tutta la scuola nello spirito di una barca. L’intera struttura è configurata in questo modo: dal piazzale che ricorda una passerella d’imbarco si sale fino al pontile superiore attraverso la sala macchine, i locali tecnici nella stiva, le sedici aule e i quattro anfiteatri con vista sul bacino. Al di là degli spazi specifici, gli interni sono trattati allo stesso modo di una nave, dove gli elementi tecnici sono visibili e onnipresente, in modo che gli studenti possano comprenderne lo scopo e il funzionamento.

Riscaldamento, ventilazione, impianto idraulico ed elettrico sono simili a quelli di una nave a tutti gli effetti.

Come una nave, la ENSM gestisce il proprio consumo di energia e rimane autonoma grazie a processi utilizzati negli edifici energeticamente più. La progettazione bioclimatica e tecnica si basa su quattro principi: riduzione del fabbisogno energetico attraverso un’architettura bioclimatica che favorisce soluzioni passive; realizzazione di sistemi ad altissime prestazioni per ottimizzare il consumo di energia; uso di fonti energetiche rinnovabili locali; monitoraggio delle prestazioni nel tempo con sistemi di gestione tecnica dell’edificio.