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I fantasmi dei rendering

Molto prima di diventare entità fisiche, gli edifici entrano nel mondo come immagini, ma raramente i messaggi impliciti in queste visualizzazioni sono messi in discussione o decodificati. James Bridle si avventura in quel regno delle iperrealtà irraggiungibili che è il rendering di architettura.

Questo articolo è stato pubblicato in origine su Domus 966, febbraio 2013

All'inizio degli anni Novanta, Norbert Kottmann collocò un cartello di cantiere nell'allora terra di nessuno di Potsdamer Platz, dichiarando che vi sarebbe stato costruito il Monumento alla Terza Internazionale di Tatlin. In origine, la torre di Tatlin era stata concepita come quartier generale e, insieme, monumento alla rivoluzione socialista internazionale, ma nel campo dell'arte è da tempo diventata simbolo dei sogni e delle utopie più diverse. Kottmann ha ribattezzato la sua versione "Parlamento delle Nazioni Unite di Eurasia". In barba a tali prospettive visionarie, in pochi anni su quel sito è sorto il Sony Centre, circondato dai suoi angeli custodi—una serie di grattacieli ancora più commerciali. Mentre la torre di Tatlin, mai costruita, è destinata a una ciclica riappropriazione da parte degli artisti, i rendering delle visioni architettoniche di oggi esistono per un motivo simile, ma spesso coronato da maggior successo: portare all'esistenza quanto è costruito dall'immaginazione.

Queste interpretazioni grafiche potrebbero anche essere considerate le forme più visibili, legali e pubbliche di arte urbana del Ventunesimo secolo. Riprodotte su cartelloni pubblicitari da un capo all'altro della metropoli, ci si parano dinanzi ogni giorno sotto specie di futurismo digitale, una versione in pixel di ciò che è ancora di là da venire.Così, all'interno e a fianco dell'architettura e dell'edilizia, a esse è legato l'improvviso apparire di un nuovo settore che si occupa della loro creazione. L'architettura ha sempre avuto un rapporto con la visualizzazione grafica, intesa come qualcosa di separato da piante e schemi. Mentre i disegni tecnici descrivono i requisiti funzionali di un edificio, i bozzetti trasmettono un'impressione della struttura finale altrettanto indispensabile al costruire, dato che parlano non tanto dei limiti fisici di viti, bulloni e materiali da costruzione, ma di ciò che Dan Hill definisce la "materia oscura" del progettare: i processi ambientali e legali, e l'instabile terreno dell'opinione pubblica. In un recente saggio apparso su The New York Times, Michael Graves ha scritto che "i disegni non sono solo un prodotto finale: essi fanno parte del processo di pensiero della progettazione architettonica. I disegni esprimono l'interazione delle nostre menti, degli occhi e delle mani". Secondo Graves, progettare in modo interamente digitale "è analogo all'ascoltare le parole di un romanzo lette ad alta voce, mentre il leggerle sulla carta ci permette per un po' di sognare a occhi aperti, di creare associazioni che superano quelle letterali delle parole stampate sulla pagina". La tesi secondo cui il computer ci ha fatto perdere qualcosa d'importante è un'idea che una nuova generazione di studi di visualizzazione grafica potrebbe contestare.
In apertura: insediamento residenziale nell’area sud di Londra, progettato da John Smart Architects. In questa pagina: complesso di abitazioni Darklass in Scozia, disegnate da Níall McLaughlin Architects. Qui sopra: lo studio londinese di visualizzazione architettonica Picture Plane crea immagini che vanno al di là della rappresentazione fotorealistica, preferendo far ricorso a un approccio pittorico per suggerire qualcosa di intangibile
In apertura: insediamento residenziale nell’area sud di Londra, progettato da John Smart Architects. In questa pagina: complesso di abitazioni Darklass in Scozia, disegnate da Níall McLaughlin Architects. Qui sopra: lo studio londinese di visualizzazione architettonica Picture Plane crea immagini che vanno al di là della rappresentazione fotorealistica, preferendo far ricorso a un approccio pittorico per suggerire qualcosa di intangibile
Le visualizzazioni grafiche sono prodotte per numerosi motivi, ma affiorano in pubblico in modo quasi accidentale. Nella maggior parte dei casi, sono commissionate nelle fasi iniziali dei concorsi o per i brief di progetto, per dare al cliente una prima idea della visione dell'architetto. In seguito, possono essere prodotte per illustrare masse o prospettive, per dimostrare che un nuovo edificio è adatto e si armonizza con l'ambiente circostante. Prima di interessarsi alle possibilità di simulare con un software l'atmosfera di un edificio non ancora costruito, Jörg Majer, dello studio londinese Picture Plane, ha studiato architettura. Con l'impiego di una serie di tecniche diverse, Picture Plane produce immagini straordinariamente eteree, dotate di tutta l'ambivalenza di un'opera d'arte. Esse si pongono deliberatamente sul versante dell'estetica e, in molti casi, sono intese a evocare stati d'animo e atmosfere, piuttosto che viste oggettive ottenute grazie a programmi 3D sempre più potenti e sofisticati. La maggior parte dei rendering, secondo Mejer, "aspira alla qualità fotografica piuttosto che alla pittura". "Tuttavia", aggiunge, "quando crei spazi che ancora non esistono, la pittura è più evocativa".
Alcune prefigurazioni dei Giochi olimpici di Londra 2012, elaborate a partire dal 2008. Photo © Squint/Opera
Alcune prefigurazioni dei Giochi olimpici di Londra 2012, elaborate a partire dal 2008. Photo © Squint/Opera
In una serie di rendering per una proposta di edilizia sovvenzionata nella zona sud di Londra, firmata dallo studio John Smart Architects, Majer inizialmente costruisce gli edifici di base in 3D Max, quindi li unisce a delle mappe fisiche accurate e a effetti luce tratti da diverse biblioteche d'immagini — esistono, per esempio, repertori di alberi e persone, con i quali popolare i dintorni degli edifici e la strada. In seguito, il modello reso graficamente è trasferito su Photoshop e la texture dell'immagine finale è ricavata da dipinti classici del paesaggio inglese. La tavolozza dei colori e le nuvole sono basate sui quadri di George Stubbs: ecco, allora, che un ciclista sta a cavallo della propria bici proprio come farebbe un cavaliere ritratto dal pittore romantico. Un'altra immagine, prodotta per un insediamento proposto in Scozia da Níall McLaughlin Architects, appiattisce la prospettiva per produrre un effetto simile a quello dei quadri naïf, evocando l'innocenza e la semplicità del vivere.
Quello che un tempo era il dominio dell’architetto è ora occupato dal lavoro dell’artista grafico
Una serie di screenshot tratti dai video di presentazione di diversi progetti, filmati prodotti da Squint/Opera, studio londinese con sedi internazionali. Per la comunicazione architettonica, Squint/Opera adotta un linguaggio cinematografico e, per certi versi, pubblicitario, preferendo immagini in movimento e interattive. Alcune prefigurazioni dei Giochi olimpici di Londra 2012, elaborate a partire dal 2008. Il filmato di Squint/Opera è stato utilizzato dalle maggiori TV (BBC, Sky, CNN) per far conoscere al grande pubblico il progetto architettonico. Photo © Squint/Opera
Una serie di screenshot tratti dai video di presentazione di diversi progetti, filmati prodotti da Squint/Opera, studio londinese con sedi internazionali. Per la comunicazione architettonica, Squint/Opera adotta un linguaggio cinematografico e, per certi versi, pubblicitario, preferendo immagini in movimento e interattive. Alcune prefigurazioni dei Giochi olimpici di Londra 2012, elaborate a partire dal 2008. Il filmato di Squint/Opera è stato utilizzato dalle maggiori TV (BBC, Sky, CNN) per far conoscere al grande pubblico il progetto architettonico. Photo © Squint/Opera
Il lavoro di Picture Plane è deliberatamente, esplicitamente pittorico: le vedute sono soggettive e ben diverse dalle "vedute verificate" richieste dagli uffici di pianificazione, dai documenti legali vincolanti che specificano l'esatto rapporto di una nuova struttura con l'ambiente circostante. Prima che un edificio sia completamente progettato, è necessario suggerire piuttosto che definire, e la produzione di rendering comporta una certa quantità di scambi tra l'architetto e lo studio grafico per poter stabilire con precisione l'atmosfera evocata dall'immagine. A sua volta, questo processo va ad alimentare la fase di progettazione architettonica, riempiendo, forse, quei vuoti nel processo che Graves riconduce alla scomparsa del disegno. Molte visualizzazioni grafiche, tuttavia, giungono anche a definire il lavoro con maggior forza. Mentre il potere degli architetti diminuisce, e urbanisti e costruttori assumono nel processo un peso via via maggiore, la visualizzazione grafica potrebbe giungere a formare, modellare e definire il risultato finale più di quanto qualunque bozzetto possa aver fatto in precedenza. La tendenza nella visualizzazione è verso il realismo fotografico, tanto più facile da ottenere a computer. Quello che, un tempo, era considerato il dominio dell'architetto è ora occupato dal lavoro dell'artista grafico, se non dal software stesso. Ryan Lintott, direttore associato di Squint/Opera, "un'agenzia di comunicazione e contenuti creativi per marchi e per l'ambiente costruito", descrive il modo in cui, nelle visualizzazioni su grande scala, del materiale di provenienza accidentale si riversa nel progetto finale, e nel mondo. Su tale scala, i 'visualizzatori' grafici partono da progetti nudi e crudi e giungono a riempire di vegetazione e arredi urbani piani di massima per zone pedonali e piazze, il tutto mirato a produrre convincenti simulazioni di passeggiate e prospettive a volo d'uccello per clienti come le grandi multinazionali. Tali immagini, popolate di dettagli in serie e oggetti standard, risultano così convincenti che sono difficili da sostituire, e diventano elementi fissi del progetto, approvati a ogni successivo stadio: un'architettura lorem ipsum o l'equivalente visivo del linguaggio del marketing, epurato di ogni significato e valore.
Una serie di screenshot tratti dai video di presentazione di diversi progetti, filmati prodotti da Squint/Opera, studio londinese con sedi internazionali. Per la comunicazione architettonica, Squint/Opera adotta un linguaggio cinematografico e, per certi versi, pubblicitario, preferendo immagini in movimento e interattive. Rappresentazioni del Villaggio olimpico di Rio de Janeiro per le Olimpiadi del 2016, commissionate dallo studio AECOM, che partecipava al concorso, poi vinto, per il masterplan. Photo © Squint/Opera
Una serie di screenshot tratti dai video di presentazione di diversi progetti, filmati prodotti da Squint/Opera, studio londinese con sedi internazionali. Per la comunicazione architettonica, Squint/Opera adotta un linguaggio cinematografico e, per certi versi, pubblicitario, preferendo immagini in movimento e interattive. Rappresentazioni del Villaggio olimpico di Rio de Janeiro per le Olimpiadi del 2016, commissionate dallo studio AECOM, che partecipava al concorso, poi vinto, per il masterplan. Photo © Squint/Opera
Riconoscendo la crescente importanza di queste visualizzazioni grafiche — e del modo in cui scivolano nel campo della realtà materiale — il produttore di arredi di design Vitra offre modelli in 3D dei suoi prodotti da scaricare gratuitamente e usare nei rendering: ciò nella speranza che, vedendoli nei loro futuri uffici, le società siano invogliate ad acquistare i prodotti reali. Tuttavia, con la sempre maggiore presenza della visualizzazione nella sfera pubblica, è sorta anche una maggiore consapevolezza di quanto cieli azzurri, sole splendente e altri simili espedienti siano utilizzati per distrarre, se non proprio per alterare la verità. Curbed NY, un sito dedicato all'architettura e al settore immobiliare a New York, utilizza regolarmente una funzione chiamata "Rendering contro Realtà", che solo di rado perdona: materiali scadenti, illuminazione irreale e spazi verdi molto più ridotti di quanto illustrato sono, di frequente, oggetto di protesta.
Mentre un tocco di Photoshop non è esclusiva dei settori dell'architettura e dello sviluppo edilizio, c'è una crescente preoccupazione riguardo alla possibilità che visualizzazione grafica e standardizzazione aumentino i livelli di "determinismo software" in architettura. Se, da un lato, architettura e pianificazione urbana si integrano sempre più grazie al digitale, dall'altro esiste un movimento verso processi di Building Information Modeling — archivi digitali completi di modelli progettuali multidimensionali, a partire dalla concezione fino alla fase operativa—che, secondo alcuni, alla fine diventeranno oggetto di legge. Molti di questi flussi di lavoro formalizzano le visualizzazioni come parte del processo di progettazione, al punto tale da suscitare le proteste di architetti convinti che, nella progettazione, la produzione d'immagini stia prendendo il posto del rigore creativo e dei materiali. Michael Graves è allarmato perché "qualcosa va perduto quando [nelle scuole e negli studi di architettura] si disegna solo al computer": in realtà, dovrebbe forse preoccuparsi per la nascita di una nuova specie di inafferrabile iperrealtà. James Bridle. Giornalista e artista, Londra

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