Futuri passati, Presente, Futuri

La curatrice Eva Franch i Gilabert coglie con intelligenza l'occasione di popolare l'impareggiabile spazio dello Storefront con oltre cento visioni immaginarie, storiche e contemporanee, del futuro dell'architettura cittadina.

La galleria Storefront for Art and Architecture di New York, inserendo la mostra "Past Futures, Present, Futures" nelle celebrazioni del suo trentesimo anniversario, riafferma in modo implicito la propria sostanziosa presenza sulla scena cittadina. Nella mostra la curatrice Eva Franch i Gilabert, insieme con i collaboratori Greg Barton e Chialin Chou, coglie con intelligenza l'occasione di popolare l'impareggiabile spazio dello Storefront di oltre cento visioni immaginarie, storiche e contemporanee, del futuro dell'architettura cittadina. Lo spazio della galleria in generale – e quello della loro mostra in particolare – si articola così in qualità di adeguato amplificatore delle visioni precorritrici elaborate dai professionisti.

La premessa è chiara: i curatori hanno proposto una visione passata di questo "ex futuro" della città (come il saggio Design Loitering di Elizabeth Wood del 1961 oppure il Sistema di trasporto pneumatico proposto da Alfred Ely Beach nel 1870) a un progettista contemporaneo, cui è stato chiesto di reimmaginarne le concezioni centrali in funzione di una trasformazione futura (come i progetti Altocumulus-Data-Structure Over Manhattan di dpr-barcelona per il 2035 oppure Parks over Parks di Snøhetta del 50121)[1]. Si moltiplichino queste coppie per 101, vi si aggiunga una crescente raccolta di contenuti di fantasia creati dal pubblico, si collochi il tutto nello spazio prismatico di suggestivo carattere emotivo progettato da Leong-Leong con la grafica di Project Projects, e "Past Futures, Present, Futures" sarà completa. L'espressione fisica delle rappresentazioni di questi progetti e i rispettivi collegamenti richiedono uno sforzo notevole per districarne il senso, attraverso link con codici QR e pannelli di "informazione contestuale casuale" sparsi per tutto lo spiazzante spazio fitto di schermi riflettenti, barriere di schermi video e sottofondi sonori. Si potrebbe descrivere più in particolare la logica di ciascuno dei pezzi, ma preferisco cogliere l'occasione di riflettere sulle strategie generali della mostra nel suo attuale contesto istituzionale, soprattutto dato che il visitatore comune non ha a disposizione, come è capitato a me, un percorso illustrativo guidato dalla curatrice.
"Past Futures, Present, Futures" vista della mostra a Storefront for Art and Architecture, New York. Photo Cameron Blaylock
"Past Futures, Present, Futures" vista della mostra a Storefront for Art and Architecture, New York. Photo Cameron Blaylock
L'abbondanza – come concetto e come commento al paesaggio mediatico sovraccarico di oggi – è divenuta una tattica comune della curatela. "Past Futures, Present, Futures" certamente si rifà a questi metodi, benché punti fondamentalmente sulla natura predominante della grande quantità di 'contenuti' per complicarne ulteriormente l'accessibilità, tanto che occorre un preciso sforzo di volontà per ricavarne una sia pur limitata parte di informazione. Questa elusiva chiarezza, per quanto frustrante, lavora a favore della mostra costringendo continuamente chi la percorre a estrapolare qualunque 'conclusione' voglia trarre. Senza che venga fornita direttamente una spiegazione definitiva, il tentativo di ogni visitatore di articolarne una propria favorisce lo stesso genere di inventività creativa che sta al centro dell'ottimismo architettonico dei progetti esposti, pur rafforzando comunque l'assenza delle relative realtà costruttive, parallelamente all'assenza di molti degli effetti sottesi a parecchie di queste realtà.
"Past Futures, Present, Futures" vista della mostra a Storefront for Art and Architecture, New York. Photo Cameron Blaylock
"Past Futures, Present, Futures" vista della mostra a Storefront for Art and Architecture, New York. Photo Cameron Blaylock
E comunque, più in generale, allo Storefront, soprattutto di recente, l'abbondanza ha perso un po' della sua – già ambigua – centralità. Pur apprezzando l'abilità politica richiesta dall'attirare con successo finanziatori, partecipanti e il pubblico sempre mutevole della New York di oggi, non mi piacciono le tattiche miopi apparentemente prive di obiettivi che non siano quelli di un pubblico più vasto e di una quantità di progetti più grande. Parlare per parlare non porta da nessuna parte. E dal mio punto di vista un discorso leggermente diverso, che parta dalle solide basi di un'argomentazione ben articolata non vale meno, in quanto discorso, di uno che parta da un territorio più "neutrale". Al di là delle differenze d'opinione, penso che la maggior parte del vasto pubblico dello Storefront sarebbe comunque d'accordo sul fatto che un'impostazione "schietta ed equilibrata" della rappresentazione sia non solo impossibile, ma anche non auspicabile. Di conseguenza uno spazio che ospitasse una sera le banali chiacchiere delle archistar e la sera dopo una manifestazione di Occupy messa in piedi di fretta, secondo me sarebbe in definitiva uno spazio che si adopera più a distillare il debole fuoco dell'impegno al cambiamento della nostra comunità professionale che non a ravvivarlo.
Riflettendo sul futuro passato e sul futuro presente della città e della professione attraverso questa lente, sono cautamente ottimista sul fatto che la precedenza verrà data ai progetti più importanti.
"Past Futures, Present, Futures" vista della mostra a Storefront for Art and Architecture, New York. Photo Cameron Blaylock
"Past Futures, Present, Futures" vista della mostra a Storefront for Art and Architecture, New York. Photo Cameron Blaylock
In questo contesto, "Past Futures, Present, Futures" è in qualche modo collegato a questi recenti, improduttivi eccessi, pur offrendo la speranza che un cambiamento sia all'orizzonte. Franch i Gilabert mi ha confidato che la sua strategia di curatrice implicava l'esclusione di ogni facile "consumo" dei progetti in mostra, e la mia esperienza di questa esclusione è stata sorprendentemente feconda di riflessioni. Spero solo che sia una strategia destinata a rafforzarsi, fondando il suo sviluppo su contenuti ben elaborati e positivi, e non semplicemente su trent'anni di ricchezza storica e sulla saturazione del programma. Sono frustrazioni che provo nei confronti di parecchie istituzioni culturali, ma lo Storefront, sia detto a sua lode, ha un posto speciale nel cuore dell'architettura newyorchese. Riflettendo sul futuro passato e sul futuro presente della città e della professione attraverso questa lente, sono cautamente ottimista sul fatto che la precedenza verrà data ai progetti più importanti e che il dialogo troverà modo di procedere invece che restarsene nascosto dietro le imposte della propria riflessione. Jacob Moore (@jacobrmoore)

Jacob Moore, critico e giornalista newyorchese, ispira a un'esperienza internazionale la sua prospettiva della capacità dell'architettura di realizzare trasformazioni reali su grande scala.
"Past Futures, Present, Futures" vista della mostra a Storefront for Art and Architecture, New York. Photo Cameron Blaylock
"Past Futures, Present, Futures" vista della mostra a Storefront for Art and Architecture, New York. Photo Cameron Blaylock
Fino al 12 gennaio 2013
Past Futures, Present Futures
Storefront for Art and Architecture
97 Kenmare Street, New York

Nota
1. Gli esempi prescelti non hanno di per sé uno specifico legame tra di loro, ma sono stato selezionati per rappresentare la varietà dei temi e dei momenti storici affrontati in generale dalla mostra. I curatori hanno lasciato in sottofondo i collegamento specifici tra ciascun "futuro passato" e ciascun "futuro presente", e io ho deciso di affrontarli allo stesso modo.
"Past Futures, Present, Futures" vista della mostra a Storefront for Art and Architecture, New York. Photo Cameron Blaylock
"Past Futures, Present, Futures" vista della mostra a Storefront for Art and Architecture, New York. Photo Cameron Blaylock
"Past Futures, Present, Futures" vista della mostra a Storefront for Art and Architecture, New York. Photo Cameron Blaylock
"Past Futures, Present, Futures" vista della mostra a Storefront for Art and Architecture, New York. Photo Cameron Blaylock

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