Project Heracles #9

Tra le cartoline ricevute per Project Heracles, Matteo Costanzo [2A+P/A] ha selezionato quelle che cercano di restituire il carattere più elementare del superamento di un confine.

Leggi qui la serie dei commenti alle cartoline, tra questi quelli di Geoff Manaugh, Saskia Sassen, Bruce Sterling.


In quanti modi è possibile raggiungere la sponda opposta?
Ecco una serie di ipotesi che cercano di restituire il carattere più elementare del superamento di un confine, la natura diversa dell'attraversamento.

Cartolina #142. [immagine in alto] Una grande città, a cardo e decumano,fa da collegamento tra i due continenti. Ci ricorda che dietro un problema politico, c'è sempre un desiderio che l'architettura è capace di soddisfare.

Cartolina #8. [immagine sotto] Un dirigibile ad energia solare permette di riflettere sulle conseguenze ambientali della costruzione di una infrastruttura di collegamento tra le due coste.

In alto: A floting city between two worlds, Isabel López Balan, Città del Messico (Messico). Sopra: Connectio Eura – Europa Africa, Arch. Maurizio Pignatti (Italia).

Cartolina #28. [immagine sotto] L'innalzamento del livello del mare, dovuto all'aggravarsi degli effetti climatici, rischia di produrre nel mar mediterraneo una catastrofe ambientale. Una grande diga costituita da rifiuti non riciclabili ne garantisce la salvezza, e l'affiorare di un lembo di terra erboso permette di collegare i due continenti. La strada sarà lunga e non priva di pericoli.

I had a dream, Arch. Lorenzo Zamperetti, Bolzano (Italia).

Cartolina #31. [immagine sotto] Una funivia ci permette di volare al di sopra delle acque del mediterraneo. Nulla di più semplice e spettacolare.

In quanti modi è possibile raggiungere la sponda opposta?
Fabrizio Tozzoli & Eliana Salazar, San LAzzaro di Savena, BO (Italia).

Cartolina #32. [immagine sotto] Un arcipelago di isole, strutturato su una griglia geometrica triangolare, diventa un sistema di pietre pronte a sostenere possibili ponti, se necessario, o uno spazio navigabile tra le cellule di terra di questa nuova dimensione territoriale.

Ponte Mobile, Sveva Brunetti, Daniele Coderoni, Giulio Aleandri, Marco Antonacci (Italia).

Cartolina #53. [immagine sotto] Una rotonda unisce i due continenti, una terra che non è di nessuno e che garantisce un facile attraversamento. Una clonazione del territorio che inevitabilmente deve attingere dalle due diverse identità.

Euro-African roundabout, Andrea Jasci Cimini, Lugano (Svizzera).

Cartolina #101. [immagine sotto] Nulla di più ovvio. Una struttura a ponte che sorregge una sequenza di ventilatori, che sfruttando tutta la potenza, riescono ad aprire il mare e darci la possibilità di camminare tra le pareti acqua. Un vero miracolo tecnologico.

This Way, Ansi69, St. Cloud (Francia).

Cartolina #109. [immagine sotto] Delle strisce pedonali. Un'immagine forte e allo stesso tempo ironica. Non ho capito come ma qui si dovrebbe poter attraversare.

Life Crossing, Gianfranco Toso, Roma (Italia).

Cartolina #135. [immagine sotto] Un'isola artificiale. Una sorta di luogo di vacanza che si muove ininterrottamente tra i due continenti spinto da un meccanismo immerso nel mare che governa il movimento. Chiaramente il tutto è rigorosamente eco-sostenibile, sfruttando l'energia del vento e dell'acqua. In questo caso è proprio il percorso la destinazione stessa del viaggio.

Tidal Moving Island, Ab Rpgers design, Londra (Gran Bretagna).

Cartolina #2. [immagine sotto] Questo forse è il modo più semplice e immediato di rispondere all'esigenza di un ponte. Il percorso più breve per unire i due punti, è una linea che in questo caso diventa un lembo di terra artificiale tutto da colonizzare.

Una possibilità, Mir Architettura (Italia).